Play by Forum > (Solar System) PbF 1: Secret Watchers of Hell

[Solar System] - PbF 1 - Secret watcher of hell (AVVENTURA)

(1/25) > >>

Renato Salzano:
Una luna piena splendeva sul cielo di Baxter, piccola cittadina nel nord-est americano. Non lontanissima da Boston, era una delle tante cittadine americane, nè troppo grandi, nè troppo piccole.

Le casette a schiera disposte ordinatamente lungo le vie secondarie erano ben visibili sotto la luce lunare.

La stessa luce che illuminava uno squallido parcheggio ai limiti della città, in cui erano parcheggiati due o tre camion.
Dentro uno in particolare una ragazza, bella in altre circostanze, con i suoi lunghi capelli biondi, aveva lo sguardo terrorizzato e nel contempo perplesso.
""Che cazzo era, quello!?" disse guardando l'altra donna presente.
Una mora, dal corpo piacente e abbastanza voluttuoso, ma che in quel momento stava riprendendo coscienza del mondo intorno a se. Intorno a loro i segni di una devastazione sovraumana.
E quattro corpi di uomini, una volta vivi.

Parecchi isolati più in là, la stessa luce filtrava dalle finestre di un discreto appartamento della città. Dentro solo la luce di una lampata da tavolo, che illuminava un pc spento e un sacco di carte ancora in disordine.
Un uomo alla finestra osservava la luna piena, pensoso. Capelli lunghi biondi, occhiali leggeri e ben scelti. Questa tranquillità fu rotta dallo squillo del telefono. L'uomo di girò non sorpreso. "Vigilare sempre, la lotta è continua" era il loro motto in fondo.

E la stessa luna era guardata da un ragazzo muscoloso e ben piazzato, completamente fuori posto per dove si trovava. "Posto del cazzo" disse pensoso. Ma aveva bisogno di quella roba, e il suo solito fornitore gli aveva dato appuntamento lì. Guardò i tre camion parcheggiati in lontananza perplesso. Gli era parso di aver sentito un casino assolutamente fuori posto da quello che gli sfuggiva alla vista, parcheggiato dietro gli altri.

Quella luna piena illuminava una notte come un'altra, a Baxter. O forse no. Forse era l'inizio di qualche storia da raccontare.

Matteo Stendardi Turini:
Kathleen impiega qualche momento per riprendersi del tutto. Le ronzano le orecchie, come se un petardo le fosse esploso accanto; alza gli occhi verso l'amica, quindi si guarda attorno, ricomponendo stralunata gli stracci che pochi minuti prima erano i suoi vestiti.
"Jane", gracchia con voce roca e flebile "ma che è successo?". Vede poi più chiaramete il corpo di uno degli uomini sul materasso e getta un urlo, indicandolo e balzando in piedi. "JANE, CHE CAZZO E' SUCCESSO!?"

Glenda:

--- Citazione ---
Un uomo alla finestra osservava la luna piena, pensoso. Capelli lunghi biondi, occhiali leggeri e ben scelti. Questa tranquillità fu rotta dallo squillo del telefono. L'uomo di girò non sorpreso. "Vigilare sempre, la lotta è continua" era il loro motto in fondo
--- Termina citazione ---


Liam non lasciò fare al telefono il secondo squillo.
Che la notte non scorresse silenziosa era per lui qualcosa di normale: ne erano passati di anni, da quando i suoi sonni non erano turbati da niente.
Per lui, come per l'uomo dall'altro capo della cornetta, la notte era lo scenario che faceva da sfondo ai momenti peggiori della propria vita, ma quei momenti, negli anni, erano diventati quasi abitudine, e si poteva chiamarli, senza che stonasse troppo, "lavoro". Strano lavoro, in vero, se lo paragonava a quello delle persone che si trovava ad avere a fianco da qualche mese. Miti insegnanti nascosti dietro lo schermo delle proprie conoscenze, persone che facevano quel mestiere solo per guadagnare uno stipendio, o educatori per vocazione che si intenerivano dietro ai problemi esistenziali di questo o quello srtudente e non potevano avere la più pallida idea di quale voragine li separasse da quelli di cui lui doveva occuparsi.
Gente che la notte dormiva sonni tranquilli.
Gente che non sapeva cosa nasconde la notte.
"Solo e libero di palrare" rispose.
Quella cosa non era così scontata.
Aspettò una risposta prima di cominciare a relazionare sulla missione.

Luca Veluttini:
Frankie, preoccupato del ritardo del suo pusher si diresse verso i 3 camion, sperando che questa piccola deviazione non avrebbe compromesso la consegna della sua polverina magica...

Renato Salzano:
Jane guarda Kathleen ancora stralunata, come se stesse ancora assorbendo la realtà in cui era immersa. Poi risponde: "Non non ... una cosa ... umana, ma non umana ... entrata, sangue, uscita, noi ... " poi scoppia in un pianto nervoso.

E' chiaramente in stato ora di shock. E il pianto è forte, parecchio udibile in quella notte silenziosa.

Silenzio che fu rotto, in un'altra parte dalla città da una voce al telefono. Telefono nelle mani di Liam. Ma la risposta che arrivò non era quella che attendeva.

"Salve Liam, o watcher Liam dovrei dire. C'è qualcosa di interessante per te nel parcheggio vicino al Debbie's Rest, il locale per camionisti. Vicino al laser game di Baxter. E c'è coinvolta una sua amica, la signorina Hammett, che credo abbia bisogno di lei. I 4 morti vicino a lei, non credo ne abbiano più bisogno" la telefonata subito dopo si interruppe.

Ed era una voce che Liam non aveva mai sentito prima.

E nel silenzio di quella notte, Frankie distinse nettamente il pianto di una donna avvicinandosi ai camion. Un pianto isterico, che forse meritava l'entrata in scena di un baldo giovane come lui. O forse no, in fondo poi poteva perdere l'appuntamento con il suo pusher.

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

Vai alla versione completa