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Quante possibilità date ad un gioco?
Lorenzo Gatti:
La questione è triplice: se capisco qual è il problema, se penso che sia risolvibile, e se vale la pena di risolverlo.
Un gioco che funziona male la prima volta perchè tutti hanno frainteso o dimenticato punti essenziali solitamente merita una seconda occasione se ha un buon potenziale, mentre correggere un gioco che dimostra di avere regole inadeguate può essere un'impresa troppo incerta e faticosa. Un gioco che nel migliore dei casi può diventare la brutta copia di un altro più familiare probabilmente non merita nemmeno correzioni facili.
Per esempio, provando a giocare a Bacchanalia mi è bastata una partita per toccare con mano quanto sia facile rimanere incagliati senza poter perseguire realmente i propri obiettivi, dato che con moltissime distribuzioni di carte si rimane fermi nello stesso posto (non necessariamente interessante) senza alcuna opportunità di interagire con i propri PNG (il che va bene per rallentare il passo, ma non per troppi turni consecutivamente).
Questo è un problema fondamentale, non un malinteso o un problema di gusti o capacità dei giocatori; è facile immaginare delle possibili soluzioni (manipolare la distribuzione delle carte per garantire un livello minimo di progresso, rimanere in compagnia di PNG improvvisati invece che stare fermi in un luogo, eccetera) ed è ancora più facile immaginare quanto playtesting occorrerebbe per metterle a punto.
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