Ieri ho fatto insieme a Lavinia una simpatica gitarella nerdomenicale in quel di Este in Gioco dove sono accaduti ben due eventi degni di nota.
Il primo è stato l'incontro col Gran Maestro di Quinto Grado del Sommo Ordine del Buon Senso (Rito Egiziano), ma non c'entra assolutamente nulla con questo post.
Il secondo è che insieme alla Lavi, a Moreno e a una ragazza che non conoscevo, di nome Giulia, mi sono affidato alle sapienti mani di regista della nostra Claudia, per la mia prima partita a Dubbio, nonché primo jeep in assoluto.
Ora, dovete sapere che Dubbio non mi ha mai ispirato più di tanto, ma la mia ragazza ha sempre insistito a provarlo e si sa, tira più un pel ed... ehmmm... e, si sa, le donne in questi casi sanno essere molto convincenti.
Ci siamo quindi ritrovati in uno spoglio, spartano, isolato spogliatoio del PalaEste e abbiamo iniziato a giocare.
Per farla breve... wow.
Per farla lunga, per chi volesse leggere...
Sono abituato ad avere intorno un minimo di scena, in un live, che mi fa da scudo e mi consente di "non essere me". Ma lì era talmente spoglio, con un tavolo, qualche bottiglietta un bicchiere e tutto quello che avevamo in tasca a fare da scenario che ciò non era possibile. Sono abituato a costruirmi complesse persona, con background e tutto, ma lì i personaggi sono appena abbozzati. Sono abituato a non sapere cosa accadrà, ma lì avevo già tutto sul foglio, sapevo in linea di massima di cosa avrebbe parlato la mia prossima scena o quella degli altri. Sono abituato ad essere sempre "in gioco", ma lì spesso ero a sedere, guardando quello che facevano gli altri.
E tutto questo mi è piaciuto. Mi è piaciuto veramente un sacco. Essere veramente coinvolto in quel modo è stato fantastico e ho provato più emozioni, coinvolgimento e ansia in quelle quattro accaldate orette che in tutta la mia lunga carriera di giocatore dal vivo.
È radicalmente diverso anche dal teatro, pur condividendone alcune tecniche. Non c'era un vero e proprio intento artistico, era un'analisi, un'immedesimazione, un verificare cosa il nostro personaggio (cioè parte di noi) avrebbe potuto fare. È tutto più simile alla psicanalisi, se vogliamo.
Arrivare a dare uno schiaffo (piano, per scena, senza far male, ma pur sempre uno schiaffo) alla mia ragazza mi ha lasciato davvero sconvolto. Mi credete se vi dico che in vita mia non avevo mai colpito al volto nessuno? Mai al di là del buffetto, neanche all'interno di una simulazione. In generale rifuggo radicalmente la violenza, a livello talmente profondo che convincermi a colpire qualcuno sul volto, con tutto il carico simbolico ed emotivo del gesto, era, credevo, qualcosa di completamente impossibile per me. Dubbio me l'ha fatto fare, istintivamente e senza che avessi minimamente pensato a prepararmi qualcosa del genere.
Giocare una storia così reale, così terra terra, consente a chiunque di capire cosa sta succedendo e di immedesimarsi in profondità nei vari personaggi, perché non sono eroici coglioni o immortali emo-sado-succhiasangue. Non possiamo sapere come può ragionare Aragorn o Lestat, ma sappiamo perfettamente come può ragionare una barista o un tecnico delle luci, e questo ci consente di creare qualcosa che davvero può essere fruito senza il minimo filtro, ma mettendoci quello che davvero siamo.
Stupendo e terrificante al tempo stesso.
Uniche note dolenti della partita il caldo massacrante e la mia interpretazione di John. Scusate di nuovo, ragazzi, ma proprio non ho idea di come sia una persona "aperta e sicura di sé". Ecco, forse questa potrebbe essere una conferma di quanto dicevo prima. John per me era un filtro alle emozioni e al mettere me stesso in gioco tanto quanto lo sarebbe una creatura fantastica. Me ne ricorderò la prossima volta che giocherò.
Detto questo volevo ringraziare di nuovo Claudia, Moreno e, se dovesse passare di qua, Giulia, per avermi consentito di provare questa nuova, splendida, esperienza.
Per la cronaca:
TOM: Moreno
JULIA: Lavinia
PETER: Io
NICOLE: Giulia (tanto per semplificare le cose XD)
REGISTA: Claudia
COMPRIMARI: Jennie la Barista, Miriam la ex, Johm l'agente immobiliare, oltre ovviamente ai genitori di Julia (nota: non sono sicuro dei nomi, credo che siano scivolati via nella metà cervello che ho perso per il caldo...)
Alla fine Tom ha tradito Julia con la sua ex, la giornalista, ma è stata solo una scappatella, mentre Julia è risultata essere una tenera ragazza che viveva nel mondo degli arcobaleni, dello zucchero filato e degli orsetti del cuore, umiliata su base regolare dal padre stronzo ma a cui non sapeva reagire e che alla fine non solo è stata cornuta senza saperlo, ma ha pure rinunciato alla sua carriera per il bene di Tom e ha accettato di sposarlo per mettere su una squadra di calcio di figli. "Dall'altra parte di te", invece è diventato un drammone sull'incomunicabilità.
Claudia è stata una regista fenomenale, che tagliava crudelmente le scene e suggeriva viscidamente. E ha scattato tante foto che mi piacerebbe vedere, prima o poi :-P
Lavinia è stata incaratteristicamente arrendevole e dolce.
Giulia è stata una grande partner, con cui ho giocato proprio bene.
Moreno ha giocato un Tom che alla fine sono arrivato ad odiare e ha dato con la pratica splendidi esempi.
Io sono stato particolarmente stronzo, viscido e maschilista, mi è stato detto.
Alla fine è stato davvero inquietante non riuscire a sedurre la propria ragazza XD