In un gioco fatto come il padreterno comanda non ne hai bisogno.
Non hai bisogno di un tizio con 15 anni di esperienza alle spalle per far funzionare quel coso.
Basta una persona con la voglia di giocare e di capire, che si metta tranquillamente a leggere.
Legge il manuale, legge le regole, legge le procedure di gioco, le segue.
E tutto funziona alla grande. No. Come se uno che conosce le regole degli scacchi è l'equivalente di un grande giocatore di scacchi.
Un gioco fatto bene ti da un'insieme di regole. Quelle regole formano delle tecniche che tu, senza rendertene conto, userai durante il corso del gioco.
Mano a mano che giochi sarai sempre più bravo.
Quelle tecniche saranno per te sempre più istintive. Esattamente come un grande giocatore di scacchi non è semplicemente uno che sa le regole, ma è una persona che ha interiorizzato una serie di mosse, di aperture, di strategie, di chiusure, che lo aiutano ad affrontare le partite. Mosse, aperture, chiusure e strategie che un niubbo volenteroso non vede immediatamente. Ma vedrà con il passare del tempo.
Non è che se tu ti leggi il manuale di La Mia Vita Col Padrone improvvisamente ci sai giocare come me.
Perché?
Perché io ho più esperienza di te. Perché è un gioco che conosco meglio. Perché le sue procedure le ho interiorizzate. Perché a occhio sono in grado di vedere quando un Servitore può funzionare o quando non è adatto al gioco (mmm...sei dipendente dal padrone perché ti paga...naaa...troppo fiacca...dammi qualcosa di più corposo...). Perché a occhio riesco ad inventarmi ordini che fanno male, che colpiscono esattamente dove fa male al tuo personaggio.
Perché tutta la fase di creatività ce la metto io. E se io ho più esperienza, ho più casistiche, ho visto più giocate, ho ricevuto più consigli, ho sperimentato di più....rullo di tamburi....è perfettamente normale che io so gestire una partita meglio di te.
E in cosa è diverso quel manuale? È diverso perché le tecniche per gestire il gioco adeguatamente sono già all'interno del manuale. Le trovi li. Però se non lo giochi, magari più e più volte, magari con persone diverse, magari confrontando la tua esperienza con altri....allora semplicemente non le interiorizzi. Restano li. Provate mezza volta. E quella mezza volta hai fatto più fatica di d&d3.5
E non me ne stupisco. Perché con d&d3.5 magari hai trascorso gli ultimi 5 anni ad affinare le tue tecniche personali, adeguate allo stile del gruppo. E ora scopri che con LMVcP quelle tecniche non funzionano o sono deleterie per il gioco.
E quindi è pesante. E quindi è frustrante.
Quindi cosa fai?
Hai un paio di scelte.
Uno: torni a giocare a d&d3.5, che negli ultimi anni lo hai affinato sul tuo gruppo applicando una serie di tecniche inconsce.
Due: provi a capire cosa c'è che non va, provi a capire dove il gioco ha funzionato e dove no, ne parli con altri, discuti di tecniche (come il ritmo, come i framing, come i bang, come il surp o il lifting).
Provi ad affinare il tuo stile di gioco, seguendo le indicazioni che ti da il manuale, cercando di capire se quelle indicazioni sono sbagliate (perché nessuno nasce imparato. E magari le indicazioni che per 500 persone hanno funzionato per il tuo gruppo non funzionano...e capire perché magari è interessante...o magari è interessante capire come fai a far divertire i tuoi giocatori nonostante decidi tu cosa fanno i PG).
Magari scopri che non hai seguito le regole a dovere. Magari scopri che ti sembrava di averle seguite. Magari scopri che quelle regole non funzionano.
Magari scopri che nel manuale mancano due o tre consigli per aggiungere alle giocate quel tocco in più che mancava (a me è successo con Avventure in Prima Serata, per esempio).
Il segreto sai dove sta? Nel giocare.
Gioca. Gioca. Gioca. Gioca e parlane. Gioca, discuti con altri delle tue esperienze. Riportale. Riporta actual play. Scrivi cosa hai fatto e cosa succedeva al tavolo. Scrivi quali erano le reazioni degli altri ("si sono divertiti" non è una reazione. È un risultato.).
E un giorno, come per magia, dopo che hai giocato a dei giochi, che li hai capiti, che ne hai trovato quelli che PER TE sono dei difetti, dopo che hai trovato il tuo modo per sistemarli, dopo che hai condiviso esperienze con altri appassionati...all'improvviso scopri di essere diventato un bravo giocatore (non fa alcuna differenza se master o no).
Scopri che hai un tuo stile di gioco, che giocare con te è piacevole, che sei in grado di vedere quando un personaggio funziona e quando no, che sei in grado di parlare di tecniche di gioco.
E poi a un certo punto, magari, ti rendi anche conto che dei giochi completamente nuovi, come DW, vengono giocati ORA per le prime volte, e che forse la gente non ha tutto questo marasma di consigli da darti.
Tipo io guardo i tre apocalittici che ho giocato con forte sospetto (IMdA, CdM e DW). Li ho provati. Li sto provando. Sto leggendo e rileggendo i manuali. Qua e la ci sono cose che mi stonano. Sto pensando alle mie giocate e a quelle di altri. Riprovo a giocarci tenendo a mente le considerazioni che ho già fatto. Ecc ecc ecc.
Esattamente come feci con Cani nella Vigna.
Esattamente come feci con Non Cedere al Sonno.
Esattamente come feci con Polaris.
Esattamente come feci con Sporchi Segreti...
Esattamente come feci con d&d3.5.
La differenza è che per padroneggiare d&d3.5 mi ci sono voluti 4 anni e alla fine non ero per niente soddisfatto (nonostante mi garantissero fossi bravo).
Per padroneggiare LMVcP mi ci sono volute tre giocate.
Per padroneggiare AiPS una stagione.
Per padroneggiare Trollbabe 3 giocate.
Per padroneggiare NCaS una giocata fatta con una persona che mi facesse notare DOVE non si era divertita.
E di tutti quei giochi so ancora di avere margine di miglioramento. Conosco le regole. Non le infrango.
Ma non sono delle macchinette che premo un bottone e escono fuori 4 giocatori soddisfatti. Sono dei giochi durante i quali io devo prendere costanti scelte. Scelte di fiction, scelte di regole, scelte estetiche. Mi devo mettere costantemente in gioco. Quella è la parte di me che migliora.
Le regole più di impararle a memoria non posso fare.
La parte di me che sa gestirle, che sa calibrare i tempi, che sa trovare i nodi dei conflitti, che sa vedere personaggi che funzionano in un dato gioco...quella è in costante miglioramento. È su quella che trovi la differenza tra un bravo master e un master mediocre.
Se il gioco è fatto bene le sue regole spingono automaticamente all'uso di tecniche adeguate a quel gioco.
Se il gioco è fatto decentemente ha regole che non entrano in contrasto tra loro.
Se il gioco non spiega come deve essere giocato è un gioco pesantemente lacunoso.
Un giocatore esperto, che conosce altri giochi, che ne ha acquisito le tecniche in modo istintivo riesce a colmare, totalmente o in parte, determinate lacune.
Alcuni lo fanno senza neanche rendersene conto.