Autore Topic: [AiPS] Il dilemma del frullatore  (Letto 1620 volte)

Michele Gelli

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[AiPS] Il dilemma del frullatore
« il: 2013-02-21 14:31:29 »

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http://www.gentechegioca.it/smf/?topic=133


Lo scrivo perché mi sono reso conto che nei vari tutorial manca una chiara descrizione di come presentare il gioco: chiarificare cosa fa AiPS affinché si possa creare nei giocatori le giuste aspettative è probabilmente la mossa in assoluto più importante per ottenere un buon pitch e – come conseguenza – una buona partita di AiPS.


Come presentare il gioco ai nuovi / futuribili giocatori? Con questa immagine:





Non dite alla gente che giocherete uno specifico telefilm X (o, ancora peggio, “il gioco Z ma con le regole di AiPS”***). Il Pitch (e ancora di più AiPS nel suo complesso) è e deve essere a tutti gli effetti un frullatore. Prenderà tutti gli elementi che gli mettete dentro e ne farà una cosa nuova ed originale.


Dite alla gente di arrivare al tavolo magari con un’idea, una sensazione, una qualche preferenza MA con la consapevolezza che tutti i loro input verranno messi nel frullatore per produrre qualcosa di nuovo ed originale. Per capirci: anche se riempite il frullatore prevalentemente di banane, il prodotto finito saprà di banana ma non sarà una banana. Uno dei maggiori punti di fascino del gioco è appunto mettere nel frullatore banane, caffè e rum e vedere che sapore ha il frullato che viene fuori.


Se i vostri giocatori voglio giocare al telefilm X, solo al telefilm X e null’altro che al telefilm X, AiPS non è il gioco che fa per voi anche se ottenete un consenso entusiastico al tavolo. Non lo userei per esempio per “giocare a Lost* dalla puntata Y, io faccio Jack, tu fai Kate e lei fa Charlie”. Dirò di più: se anche uno solo dei giocatori si presenta al tavolo con questo “mood” (X, solo X, nient’altro che X), cambiate gioco. AiPS non vi offre nessuna rete per proteggervi da questo tipo di atteggiamento.


Poi come suggeriva Claudia fate il giro dei giocatori (produttore incluso) ed a turno dite un telefilm** che vi è piaciuto / vi ha emozionato / vi ispira mettere nel frullatore. L’unica cosa importante a questa fase è che tutti al tavolo lo conoscano: non accettate nulla che non sia conosciuto da tutti.


E fatevi spiegate perché.  Che chi propone un titolo vi dica quale aspetto in particolare lo ha affascinato. Non accettate il titolo e basta. Non accettate nemmeno risposte evasive come “tutto” o “non lo so”. Non accettate neppure risposte come “le storie ambientate in Francia dal 1 gennaio 1231 al 22 febbraio 1233”. Nel primo caso il giocatore sta tentando di svicolare la domanda, e non avrà investimento emotivo sul risultato, non sentirà (anche) SUA la serie. Nel secondo caso un giocatore sta tentando di intasare il frullatore con un ingrediente talmente enorme che impedisca l’ingresso di altri (che è un modo disonesto di dire X, solo X, nient’altro che X). Accettate solo elementi di fascino ampi, pennellate larghe.


Se avete “Ken il guerriero” e “Magnum PI” e “Lo chiamavano Trinità” potreste essere in un certo imbarazzo a fare una sintesi. Ma se i punti di fascino sono rispettivamente “le atmosfere dopobomba”, “le storie d’azione con inseguimenti” e “gli eroi improbabili che raddrizzano i torti” non ci vuole nulla ad immaginare dei personaggi alla Trinità a Bambino che proteggono un convoglio di poor innocent a bordo di veicoli tipo Mad Max in un deserto radioattivo, magari alla ricerca delle ultime oasi.


Se non avete specificato BENE la faccenda del frullatore, è in questo punto che diventerà macchinoso (e probabilmente insoddisfacente) fare il Pitch.


Contrariamente a Claudia, io faccio sempre fare almeno due “spunti” a persona, anche se ci sono tanti giocatori. È vero che si rischia di avere nel complesso una cacofonia che va dall’Uomo Ragno al Posto delle Fragole, ma è anche vero che ci sarà più scelta. L’essenziale è prendere almeno uno spunto da tutti i giocatori. Avere più scelta negli ingredienti aiuta a fare una selezione “sensata” di ingredienti che aiuta ad avere – almeno sulla carta – un frullato dal sapore gradevole. Ma non fatevi spaventare più di tanto e sperimentate: pepe nero, peperoncino e cioccolato e uova può non sembrare esattamente un buon mix, ma ci si toglie fuori un gelato niente male.


Detto questo mi riallaccio ai post di Claudia.


* = Per dire un titolo come un altro, lo stesso vale per “Magun PI, io faccio Magnum, tu Higgins lei TC”
** = Ricordate inoltre che la fiction di riferimento è quella dei telefilm “moderni” (Lost, Casalinghe disperate, etc.); se anche nel pitch potete accettare elementi di altri media (film, libri, fumetti, etc.) il risultato sarà sempre e comunque un “telefilm moderno”.
*** = La fiction di riferimento è il “telefilm moderno”, e il risultato del gioco sarà un “telefilm moderno”, non un qualche tipo di emulazione dell’esperienza di un altro gioco.
« Ultima modifica: 2013-02-21 14:33:41 da Michele Gelli »
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Mattia Bulgarelli

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Re:[AiPS] Il dilemma del frullatore
« Risposta #1 il: 2013-02-21 15:01:11 »
Se avete “Ken il guerriero” e “Magnum PI” e “Lo chiamavano Trinità” potreste essere in un certo imbarazzo a fare una sintesi. Ma se i punti di fascino sono rispettivamente “le atmosfere dopobomba”, “le storie d’azione con inseguimenti” e “gli eroi improbabili che raddrizzano i torti” non ci vuole nulla ad immaginare dei personaggi alla Trinità a Bambino che proteggono un convoglio di poor innocent a bordo di veicoli tipo Mad Max in un deserto radioattivo, magari alla ricerca delle ultime oasi.

Mi permetto di aggiungere che, a nominare i titoli e basta, uno potrebbe capire che si vuole fare una serie come detto sopra, un altro, invece, una serie con "arti marziali esagerate, duelli, e Ferrari in località di lusso".
Co-creatore di Dilemma! - Ninja tra i pirati a INC 2010 - Padre del motto "Basta Chiedere™!"

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