[cite]Autore: triex[/cite]Lotto per sistemarmi quantomeno seduto per terra, aggrappandomi a qualsiasi cosa.
Puoi farlo e quindi narrarlo senza problemi, non sta a me dirti se riesci ad alzarti o no. Non ci sono conflitti nel fatto che tu ti alzi, e in NCAS non c'è task resolution
Perciò la prossima volta aggiungi pure del tuo, questa volta proseguo io.Stendendo le braccia lugno la piastra di metallo ti aggrappi a quelle che sembrano, al tatto, colonnine saldate alla piastra. Appena ti ritrovi seduto, voltato in direzione della voce, la luce ritorna nell'intero edificio. Davanti a te sta, in piedi, il Sergente Peckem, dritto come un fuso. Il modo in cui è arrotolata la manica destra, vuota, è inconfondibile. Lo sguardo è quello di sempre. "Allora, Soldato, non ci è rimasto molto tempo, pensi di rimanere lì a fissarmi ancora a lungo? Vuoi una foto autografata, ragazzina?"
La luce intermittente della cantina rivela il suo viso. E' lui. Ma è anche verde, con qualche chiazza bluastra. Abbassando lo sguardo vedi subito che è tutto dello stesso colore, sia la pelle che gli abiti, e che le colonnine fredde a cui ti eri appoggiato sono i polpacci del Sergente. Un po' più in giù, la piastra, saldata alle scarpe. Anche quelle verdi, fredde, in metallo. "La Libertà ti chiama, Marine! Sei pronto a difenderla?"