Autore Topic: I danni sociali del gdr tradizionale  (Letto 6750 volte)

I danni sociali del gdr tradizionale
« Risposta #30 il: 2009-08-03 15:24:38 »
Bè era già un pò che stavo rimuginando, e comunque come avevo detto a Bruno mi ero messo a giocare i giochi come erano scritti dopo vare conosciuto i NW e alla fine son ben pochi i giochi tradzionali che si salvano e tutti precedenti al 80 ;)

Ezio

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I danni sociali del gdr tradizionale
« Risposta #31 il: 2009-08-03 16:01:04 »
Citazione
[cite]Autore: mirkolino[/cite]ci si diverte e si sta tutti più sereni ;)


E si gioca a D&D 4a ;-P
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

I danni sociali del gdr tradizionale
« Risposta #32 il: 2009-08-03 16:12:27 »
MA il fatto è che la regola zero nasce proprio per farli funzionare. Giocare senza, significa scoprire il pessimo design del gioco. In altre parole, è il master a caricarsi la responsabilità di far funzionare il tutto (tramite illusionismo).
Lord Zero - (Domon Number 0)

Luca Veluttini

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I danni sociali del gdr tradizionale
« Risposta #33 il: 2009-08-03 16:50:07 »
La Regola 0 non serve altro che accollare tutti i difetti del sistema al Master, con la magica frase "a discrezione del Master". Ogni volta che compare vuol dire che un autore pigro preferisce mettere una regola per disinceppare un uzi piuttosto che inserire qualcosa di decente per regolare lotte interiori e altro...

I danni sociali del gdr tradizionale
« Risposta #34 il: 2009-08-03 17:11:56 »
Io gioco la prima di AD&D senza alcun problema e senza dover fare equilibrismi arbitrali.
Lo gioco per cercare tesori e ammazzare mostri con scontri di H&S classici senza troppi patemi, e funziona.

Certo c'è di meglio ma per mè è importante anche l'aspetto emotivo nostalgico.

Comunque questo non nega i problemi dei tradizionali che restano lì.

Oggi un Vampiri ad esempio non lo giocherei nemmeno se mi legassero alla sedia.

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