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Piacere di Testa
Claudia Cangini:
Sono d'accordo Alberto. Come dicevo sopra, il fatto che qualcuno costruisca sul tuo contributo è la massima forma di apprezzamento tributabile.
Davide Falzani:
Il creare un personaggio, proprio o non proprio che sia, in maniera condivisa è una delle esperienze più eccitanti, intellettualmente parlando, che mi sia mai capitato di affrontare. Il fare e porre domande, e attraverso queste vedere nascere un personaggio, è davvero entusiasmante tanto più che quest'esperienza, per ogni singolo personaggio, è condivisa da tutti i giocatori.Potrei citare giochi come P*R, Dilemma (Ieri sera ho giocato la mia prima partita, davvero bravi bravi e ancora bravi, la creazione delle chiavi è davvero molto stimolante ed è assolutamente calzante per il mio discorso), oppure Cuori di Mostro, sono tutti giochi (ma sicuramente ce ne sono molti altri) che hanno questa impostazione.
Il personaggio che ne esce fuori è sempre qualcosa di sorprendente, di complesso e di vivo, e per fare quest'operazione bisogna attingere dalla testa ma anche dal cuore, perché le emozioni io le devo vivere, le devo vedere, le voglio sentire e poi diventano parte di me, le rielaboro e infine le utilizzo per creare qualcosa di assolutamente unico e originale. Dividere la mia testa dal mio cuore, utilizzare i guanti o meno, è una cosa per me impossibile, non sarebbe armonico, non mi lascerebbe assaporare nella maniera più completa l'enfasi di quella storia. Quando in P*R sento un giocatore che risponde alle domande del personaggio di un altro giocatore, così da mettere le mani fisicamente su di esso, e sentire un terzo e un quarto giocatore dire "non sarebbe più fico se dicessimo che…",e dopo sentire l'altro che dice "bellissimo, dunque potremmo presumere che…", io rimango letteralmente travolto da questa vicenda che è sempre, dico sempre, così incredibile che è un piacere liberare dalle briglie la mente e lasciargli creare quello che prima non si era nemmeno considerato.
Mattia Bulgarelli:
--- Citazione da: Claudia Cangini - 2012-12-13 10:19:32 ---Ho qualche dubbio sul chiamarlo "di testa" perché un nome simile mi fa pensare a qualcosa di razionale e pianificato.
Invece, quello che abbiamo fatto noi è stato applicare la nostra creatività in modi che a tratti sono stati quasi poetici.
--- Termina citazione ---
La "testa" è sottovalutata, nell'immaginario collettivo!
La "testa" è vista come noiosa, incasellatrice, che pianifica tutto e non ammette la creatività.
Io dico NO!
[sale su una cassetta di frutta rovesciata]
Io rivendico che la creatività viene dalla testa, non puoi essere creativo se sei l'asino che ha visto solo un sentiero tutta la vita: devi vedere e capire tante cose diverse, prima imparare e poi elaborare.
La poesia, nel senso più ampio possibile, viene dalla capacità di prendere cose diverse e di metterle insieme, è un'operazione intellettuale tout-court!
Viva la testa, viva il cuore! ^_^
Alberto Muti:
come si diceva qualche giorno fa commentando sagas, Put your brain an your heart on the table.
Moreno Roncucci:
"Di testa" e "di cuore" sono fuorvianti, per me.
Io parlerei piuttosto di creatività (quello che chiami "di testa") e immedesimazione.
Entrambi hanno mille sfumature (soprattutto l'immedesimazione, che può avere una grande componente emotiva o no), ma la cosa che differenza l'una dall'altra è che la prima è quello che dai, la seconda è quello che prendi. E se il gioco deve funzionare, devono esserci entrambe. Se una cosa detta dal MC ha un fortissimo impatto emotivo, la cosa ha due componenti: tu la cosa l'hai sentita, ma solo perchè qualcuno l'ha detta. Un piacere di un tipo per un giocatore al tavolo è di un altro tipo per l'altro giocatore.
Poi il resto (il fatto che gli altri reincorporino i tuoi contributi, che evidenzino apprezzamento, il vedere il tutto funzionare, etc.) non sono che le cose piacevoli che fanno sì che quella cosa sia appunto un piacere: sono i REWARD.
E' appunto il fatto che siano LA STESSA COSA, solo vista da punti di vista diversi (chi inventa e chi ha la reazione all'invenzione) mi fa pensare che sia fuorviante chiamarli con nomi che fa pensare che si escludano.
E' vero che ci sono giochi che evidenziano più l'uno che l'altro, ma per me.. è un difetto. Sono giochi in cui qualcosa si perde. O meglio, PUO' perdersi.
Si è parlato di Microscope. Ecco, per Mcroscope non ti consente di dare un apporto creativo maggiore di quello che puoi dare in un qualunque altro gdr (a parte quelli che perdono quella parte, tipo molti tradizionali o quelli dove i giocatori non hanno autorità). Non credo che inventare un regno di Microscope sia più creativo di inventare una gelateria a Berlino in Spione. In entrambi i casi parli e descrivi. La differenza è un rischio: il rischio, in Microscope, di perdere il secondo pezzo, di non avere un riscontro emozionale pari a quello creativo, perchè quello che crei non dà emozioni.
Ora, non sto dicendo che Microscop si gioca così, anzi, dico il contrario: che se lo giochi "bene", nel senso di avere comunque anche lì emozioni e immedesimazione... non c'è più quella differenza. Non era un di più, era un di meno, un rischio di avere un di meno.
Credo di essermi spiegato davvero male stavolta, ,a spero si capisca quello che intendo...
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