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Analisi delle mie preferenze ludiche (split da: Perché preferire i tradizionali)
Zachiel:
Splitto da qui: http://www.gentechegioca.it/smf/index.php?topic=8594.60, perché veramente si sta uscendo dal significato originario del thread.
--- Citazione da: Davide Falzani - 2012-12-03 23:04:10 ---Guarda, questo è il vero problema dei giochi tradizionali, la pressione sociale che è sulle spalle del master è assolutamente senza senso.
Il gioco ti diceva che quel giocatore li doveva morire, tu hai dovuto barare, hai dovuto deviare la storia di quel giocatore che con il suo atteggiamento non è stato di molto aiuto. Dicendoti "non mi importa nulla se muoio" ha sfidato apertamente il tuo potere, dichiarando che nella storia che tu avevi creato, e sulla quale magari tanto tempo e fatica avevi investito, lui non aveva nessun interesse. Sei stato praticamente costretto a barare in suo favore, e di certo questa cosa il gruppo l'ha percepita ed ha implicitamente minato la tua credibilità.
Perché dovresti giocare ad un gioco che ti mette in una situazione del genere? Questo per te è divertimento?
--- Termina citazione ---
Per me sarebbe divertimento riuscire ad avere la risposta giusta a quell'affermazione. Riuscire a tirarne fuori comunque qualcosa di soddisfacente.
Quello che mi fa continuare, è la speranza di riuscire a farlo.
--- Citazione da: Mattia Bulgarelli - 2012-12-03 23:26:26 ---
--- Citazione da: Niccolò - 2012-12-02 04:33:53 ---che vuol dire "non me ne frega niente" secondo te?
--- Termina citazione ---
Stessa domanda di Niccolò: in quel momento, quelle parole che significavano? Se preferisci: con che atteggiamento erano pronunciate?
--- Termina citazione ---
Direi in tono di sfida, pensandoci bene. Ma non saprei dire cosa questo significasse. Se "Ok, non è un problema, mi rifarò un altro PG", se "Ok, ho dimostrato che il mago che c'era in gruppo prima del mio non sarebbe sopravvissuto anche alla metà di quel turno, sono contento così.", se "Dai, hai sempre voluto ammazzarmi il PG, fallo", se "ah, sono l'unico del gruppo che riesci ad ammazzare, che scarso che sei"... no, non lo saprei dire.
--- Citazione da: Daniele Simonetti - 2012-12-04 13:41:25 ---@Zachiel:
se tu provassi a spiegare ai tuoi giocatori che nella prossima avventura i loro avversari faranno di tutto,
utilizzeranno ogni tecnica, incantesimo o meccanismo ( permesso dalle regole ) per uccidere i loro personaggi
come pensi che reagirebbero?
Avrebbero comunque voglia di giocare? Di piu'? Di meno?
Sarebbe un problema se la tua storia finisse prematuramente perche' il party viene annichilito?
Oppure sarebbe un problema per te, master, introdurre un nuovo personaggio appena creato per sostituirne uno morto?
potrebbe essere un esperimento da fare.
--- Termina citazione ---
Non ne ho idea. Non hanno mai manifestato di volere un'avventura difficile.
Il giocatore del mago vuole principalmente esplorare l'ambiente e la storia. Quello che si è trasferito da poco voleva la complicità del master per giocare un personaggio che il giocatore potesse mettere in mostra per la sua bravura in qualcosa. Quello del druido, se avesse energie da dedicare al gioco vorrebbe essere efficace (invece fa un po' lo zilchplayer) ma continua a fare le scelte sbagliate perché non conosce abbastanza le regole e poi tiene il personaggio per ostinazione, quello del chierico gioca per vedere cosa succede e piazzare qualche battutina sulle situazioni assurde.
A me non piace avere una storia in cui i protagonisti non arrivano a godersi l'epilogo.
Se giocassi io vorrei arrivare alla fine... però vorrei anche che fosse per merito mio, e per il rotto della cuffia, cosa che non credo nessun gioco possa garantire.
Patrick:
Rispondo quì anche se non sto rispondendo direttamente ai punti di cui parli. Vorrei dirti una cosa riguardo al panico da foglio bianco, alla tua sfiducia nelle tue capacità, al non crederti bravo.
Innanzitutto, un concetto che io ho scoperto e abbracciato è "play dumb" (link). Dì la prima cosa che ti viene in mente, la più ovvia. Se a te non sembra chissà che genialata, non ti preoccupare: spesso lo è per qualcun altro al tavolo!
E secondo, mi pare fosse già stato detto negli altri topic, ma: giocando a D&D non imparerai queste cose, o quanto meno sarà molto dura. Ci sono giochi che hanno delle chiare indicazioni su come giocarli, delle tecniche e procedure descritte nelle regole per aiutarti ad improvvisare, a preparare bangs, a intrecciare la storia. La creazione dell'avventura di Trollbabe è secondo me un buon esempio su come mischiare improvvisazione e preparazione. Il GM ha una situazione chiara con personaggi con delle intenzioni chiare, e deve solo giocarli (senza essere vincolato ad alcun tipo di eventi prestabiliti, quindi non ha il problema di essere lasciato a piedi, di trovarsi in una situazione in cui il materiale preparato non lo aiuta). Cani nella Vigna idem. Anche il Solar System lato Story Guide ha una parte molto interessante e concreta sulle tecniche da usare per gestire una partita: che tipo di materiale preparare (situazioni, png, luoghi), come intrecciare le storie dei personaggi, come usare escamotage narrativi per rendere la storia interessante, eccetera. Sono giochi che ti guidano, ti aiutano, ti insegnano.
E tutte queste tecniche in realtà sono molto semplici, non richiedono chissà che bravura, solo un po' di esperienza (e giocare con altri giocatori e vedere altri stili aiuta tantissimo a prendere spunti e ampliare la propria esperienza da cui attingere).
Con D&D queste cose le devi capire da solo.
Ti è già stato proposto più volte di venire su Hangout e alle CON, quindi non insisterò oltre, ma credo che il messaggio sia abbastanza chiaro :P
Ezio:
Marco, per favore, cambieresti titolo al thread con uno più significativo? Di cosa vuoi parlare?
Inoltre potresti, per favore, evitare il multiquote e i "post panino"? L'ho già detto molte volte: è sempre preferibile fare un discorso unitario che spezzettarlo (e spezzettare quello dell'interlocutore) in maniera artificiosa.
Grazie.
Mattia Bulgarelli:
Ecco, ora che abbiamo splittato possiamo essere d'aiuto in modo più mirato (spero). ^_^
Io vedo un problema, ci sono alcuni vocaboli che mi fanno suonare dei campanelli d'allarme.
Grassetto mio:
--- Citazione da: Zachiel - 2012-12-04 20:08:37 ---Direi in tono di sfida, pensandoci bene. Ma non saprei dire cosa questo significasse. Se "Ok, non è un problema, mi rifarò un altro PG", se "Ok, ho dimostrato che il mago che c'era in gruppo prima del mio non sarebbe sopravvissuto anche alla metà di quel turno, sono contento così.", se "Dai, hai sempre voluto ammazzarmi il PG, fallo", se "ah, sono l'unico del gruppo che riesci ad ammazzare, che scarso che sei"... no, non lo saprei dire.
[...]
Non ne ho idea. Non hanno mai manifestato di volere un'avventura difficile.
[...]
--- Termina citazione ---
Io credo che ci sia, a monte, un problema di comunicazione.
I giocatori vogliono cose diverse (come dici tu nella parte che non ho citato), e tu sei il "Bravo Master™" che DEVE conciliare tutto, anche l'inconciliabile.
E farlo da solo.
E quindi per forza ne esci frustrato.
Potrebbero essere i sintomi di un principio di "GM Burnout"?
Zachiel:
Il GM burnout c'è già stato.
Ma io sono dannatamente testardo ed orgoglioso, e voglio uscirne sulle mie gambe e con le mie gambe.
Vedo altri DM che riescono a trovare la propria versione di D&D che funziona, ed io voglio trovare la mia.
Quel che vedo io però nelle parole che mi metti in grassetto, Mattia, non è tanto una differenza di obiettivi, che per carità ci sarà, ma un'incapacità mia di determinare quali siano.
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