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[Slow Down] Parpuzio è il vero gdr. Davvero.
Dario Delfino:
E' noto che il mondo dei gdr soffra di una profonda spaccatura.
Ci sono i giochi impropriamente chiamati tradizionali ed i giochi impropriamente chiamati indie.
Per individuare le due categorie sono state proposte ed utilizzate varie espressioni (ad es. Parpuzio e "giochi moderni") ed un binomio che è sembrato particolarmente efficace è "gdr coerenti" e "gdr incoerenti". Con questi termini diventa facile far rientrare nella "giusta" categoria sia i giochi tradizionali che in realtà non presentano la famigerata regola d'oro "il master è sopra le regole" (e che nemmeno obbligano di fatto i giocatori ad utilizzarla), sia i giochi che pur non seguendo la scuola forgita e/o non essendo una produzione indipendente si potessero comunque inquadrare come giochi, appunto, coerenti.
Il problema cardine di questa definizione (e non solo di questa: basti pensare che il termine parpuzio è bandito da alcuni forum) è che evidentemente ha una connotazione spregiativa nei confronti dei "giochi non coerenti", i quali, quasi per definizione, sono in qualche modo inferiori ai giochi coerenti.
A mio avviso queste espressioni inaspriscono ulteriormente la spaccatura dei giochi di ruolo. Chi difende i giochi incoerenti si sente (oserei dire giustamente) offeso da queste definizioni (nonché dai toni a volte pungenti con cui viene spessissimo ribadito implicitamente, o talvolta anche esplicitamente che, al di là del nome, i giochi coerenti sono di gran lunga superiori ai vari parpuzio) e si arrocca sempre più in una posizione di difesa.
Questo genera diverse conseguenze spiacevoli. Innanzitutto crea malcoltento in chi ama i gdr "vecchi", e questo oltre ad essere spiacevole in sè, causa innumerevoli liti sui forum e social network (be', anche di persona...), che a loro volta creano disinformazione.
Sì perché chi è costretto ad arroccarsi a difendere il suo gioco (cioè il gioco su cui ha speso una cospicua parte del suo tempo libero e talvolta anche una non indifferente quantità di denaro) tenderà a diffamare "la concorrenza" senza nemmeno porsi il problema di provare in prima persona qualcuno di questi giochi...
E si perdono potenziali giocatori! Sappiamo tutti che il nostro hobby è estremamente di nicchia, per cui perdere altri potenziali appassionati è una problema che non dovrebbe essere mai trascurato.
Infatti, un appassionato di gdr tradizionale che offeso si irrigidisce nella sua posizione non solo non giocherà mai a nessun gdr moderno (se non per confermare l'idea che se ne è fatto a priori), ma dirà (urlerà!) a tutti i suoi conoscenti, virtuali e non, che questi gdr nuovi fanno schifo, che i "forgiuncoli" sono un pugno di sfigati che dicono solo stron#ate, ed argomenterà questa tesi con una serie di informazioni false (sono giochi solo da one-shot, "fillerini", giochi ultra specifici e settoriali, eccetera) che metteranno chi non conosce i gdr moderni, ed anche chi non conosce i gdr in generale, molto sul chi vive...
Insomma si perdono tanti potenziali giocatori.
Del resto è difficile, difficilissimo, "convertire" con le sole parole gli appassionati di gdr tradizionale (leggete questo thread o il bell'articolo sull'inc book 2012 di Claudia e Michele per le probabili motivazioni), anche di persona. L'unico sistema universalmente ritenuto efficace è... GIOCARE.
I gdr coerenti sono così diversi dai tradizionali (le differenze sono più numerose e consistenti delle similitudini, secondo me) che l'unico sistema per capire come funzionino e come sia possibile che facciano quel che promettono, sembra essere quello di provarli di persona. Il che è anche vero, ovviamente, ma implica una fiducia (provare con onestà un gioco) che potrebbe mancare a causa della notevole disinformazione che denigra questi giochi.
E la disinformazione non colpisce soltanto i curiosi che hanno provato qualche gdr mainstream, ma anche chi di gdr ne ha solo sentito parlare e crede che siano roba da nerd brufolosi.
E quale potrebbe essere un sistema per evitare questo problema?
Be', innanzitutto continuare a fare quello che si sta facendo: fare pubblicità ai gdr e farli provare a tante persone, siano esse persone conosciute ad una fiera, o amici curiosi di provare una cosa nuova, o persino contatti conosciuti tramite g+. Provando in prima persona si renderanno conto di cosa questi giochi possano offrire e dunque potrebbero appassionarsi.
Purtroppo però questa soluzione si scontra con la brutta fama che hanno i gdr in generale ed i gdr indie nello specifico. In pratica se qualcuno ha sentito parlare di gdr farà un immediato collegamento col poco che ne sa: che è roba da sfigati.
E pensiamo invece ai curiosi che hanno voluto provare un paio di volte a giocare a questi strani giochi... e che si sono scontrati con un abominevole parpuzio (magari gestito da un master non troppo capace)...
Ecco queste persone difficilmente si siederanno ad un tavolo per fare un altro gdr... ed è un gran peccato.
Uno stratagemma efficace per contrastare questo fenomeno è quello di presentare il gdr come un qualcosa di "completamente diverso", qualcosa che si potrebbe chiamare in un altro modo, "gdr moderno", "gdr coerente", "gdr new wave", "giochi di narrazione", o persino "bomboloni alla crema".
Ecco, secondo me buona parte del problema nasce proprio da qui.
Dal fatto che i gdr coerenti si vogliano definire gdr. Gli irriducibili del gdr tradizionale considerano i giochi new wave dei banali filler, validi solo per passarsi il tempo una volta ogni mille mai, aspettando di fare i "giochi seri". Gli altri possibili giocatori andranno incontro ad un muro di disinformazione, che, come abbiamo visto, talvolta potrebbe nascere persino da un'esperienza diretta...
Ebbene io ho deciso che non chiamerò mai più questi giochi gdr quando vorrò farli provare a qualcuno.
Però un nome bisogna pur darglielo e questo non potrà certamente essere "bomboloni alla crema". E nemmeno può bastare chiamarli soltanto "giochi": sono troppo diversi dai giochi in scatola. L'espressione "giochi di narrazione" poi secondo me è altrettanto fallace perché sarebbe troppo facile pensare ai giochi della White Wolf in cui c'è "il Narratore". E sarebbe poco efficace anche per chi non conosce nulla di questo mondo, perché a me, per esempio, "giochi di narrazione" fa venire in mente della roba estremamente noiosa basata sul parlare a turno...
L'espressione a cui ho pensato che meglio si addice ai gdr moderni è secondo me: "Giochi di Fiction Interattiva" (Gdfi in italiano e Ifg in inglese). Infatti ormai sono tanti i giochi in cui i giocatori non hanno "un solo ruolo", e l'espressione gdr ormai va piuttosto stretta.
Sono dell'idea che se i gdr coerenti si fossero chiamati da subito gdfi gli appassionati di gdr non si sarebbero mai sentiti offesi! Infatti chiamandosi in un altro modo il confronto coi "VERI GDR" sarebbe stato minore, e dunque sarebbe stato assai più facile far coesistere nella stessa persona la passione per il "vero gdr" e quella per questi gdfi, che hanno sì qualche somiglianza, ma fondamentalmente sono assai diversi.
Del resto si capisce già dal nome: nei gdfi si gioca solo per la fiction, quindi non per forza servono statistiche, dadi, realismo, game master, precisione, tabelle, manuali di 300 pagine, e così via. Quelle sono cose dei veri gdr.
I gdfi sono diversi. E sono anche tanti, diversi tra loro! Alcuni sono brevi, altri sono lunghi, alcuni hanno un tema specifico, altri sono più generici, alcuni sono facilissimi, altri sono più complicati....
Insomma, l'atteggiamento sarebbe stato assai più onesto, perchè si sarebbe scavalcata fin da subito uno stupido confronto.
E se ci pensate il confronto è proprio fuori luogo: il divertimento che c'è nei gdr tradizionali (le megacampagne, il veder crescere il proprio personaggio nel corso degli anni, il diventare sempre più forti, trovare oggetti e armi migliori, il godersi una buona storia raccontata da un bravo master, eccetera) è assai diverso da quelli dei gdr moderni, che, in effetti sono quasi tutti basati sulla fiction (appunto, gdfi).
E' vero, forse ci sarebbero delle eccezioni. Proprio il mio gioco Arena, ad esempio, ci va un po' stretto nel nome gdfi visto che è un gioco in cui si gioca per vincere e in cui la "storia" è volutamente poca e scarsamente approfondita. PERO', a ben pensarci, è un gioco che non può fare a meno della fiction, in nessun modo in nessun caso ed in nessun momento. Invece in giochi tipo dnd, quando c'è un combattimento capita che ci si limiti a tirare i dadi e fare un paio di calcoli per vedere quanti punti ferita togliere al nemico. Questo in Arena non succede mai, non ci si può mai e poi mai distaccare dalla fiction... e questo perché Arena , a differenza di dnd, è un gdfi, e non un gdr.
Concludo dicendo che a me l'espressione gdfi rende anche più sereno: mentre riesco senza difficoltà ad inquadrare nello stesso genere giochi assai diversi come Shock e Anima Prime, o Un penny per i miei pensieri e Contenders, faccio assai più fatica a far coesistere sotto lo stesso tetto giochi come Trollbabe e Dnd, o Polaris e Star Wars...
Luca Maiorani:
Sono abbastanza d'accordo con tutto il discorso, ho solo un appunto tecnico da fare.
il termine fiction in italia potrebbe essere mal interpretato, visto che molti considerano fiction quelle cosacce a puntate della rai e della mediaset.
Parlando con amici si capiva che non sapevano cosa intendevo con fiction. C'è chi scambiava il termine per ambientazione.
Se lo scopo è diffondere questi giochi in Italia, tra le persone più varie e disparate, viterei termini non italiani. L'italiano medio sa a malapena che "hello" vuol dire ciao.
Marco Costantini:
Io ho risolto in una maniera un pochino più diretta e netta. Non parlo mai (tranne, purtroppo, quando bisogna rispondere a qualche topic strampalato su internet...ma anche i quel caso il meno possibile) di "coerente" "parpuzio" "focalizzato" ecc.
Parlo del gioco...nono, non del "gioco" in generale, ma del gioco con nome e cognome. Parlo di AiPS, Cani, AW.
Quando qualcuno fa una sparata sui "gdr forgiti" che sono così o non sono cosà, basta prendere un gioco (parpuzio o niu ueiv) e con un esempio concreto, smontare la nuvoletta di nulla.
E' un metodo che straconsiglio a tutti :)
Niccolò:
perchè non lo cambiano i tradizionalisti, il nome del loro gioco? :D
Giorgia:
IMHO non ha senso introdurre una definizione se invece che aiutare genera confusione e necessita di spiegazioni complicate, di eccezioni e di postille.
Concordo con
--- Citazione ---Parlo del gioco...nono, non del "gioco" in generale, ma del gioco con nome e cognome
--- Termina citazione ---
tutto quello che dovrebbe contare è divertirsi insieme giocando, sul come arrivarci beh ognuno ha la sua via, ne migliore ne peggiore delle infinite altre.
A quanto so si fa fatica a definire cosa sia un gioco di ruolo e nonostante questo si vorrebbe pretendere di fare sottocategorie.. mi chiedo davvero il senso di tutto ciò: si ha davvero così bisogno di definizioni e di distinguersi dagli altri? A quale scopo?
---- EDIT ----
Trovo molto più utile una classificazione che funzioni sugli obiettivi, per cui che ne so:
costruire insieme una storia, oppure competitivo con un obiettivo da realizzare per ogni personaggio
Oppure sulla mole del regolamento
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