Mi soffermo un attimo perchè anche su un altro PBF ho avuto lo stesso problema e mi rendo conto che bisogna sempre chiarire bene l'ambito di narrazione.
Era una descrizione "scenica" della realtà, come una telecamera che inquadrava il tutto un attimo.
Non era quello che ho chiesto.
Ecco quello che ho chiesto...
Ash e Care, voi avete controllo della 'figura' immobile sulla sedia. Rispondete pure alla domanda.
Nessuna telecamera che riprende il tutto. Prendete possesso del personaggio e usatelo.
Ci possono essere un mucchio di risvolti in questo passaggio.
Ti faccio alcuni esempi.
A) "Non è vero Jack, e tu lo sai...", disse la figura. (interlocutoria)
B) "Eppure l'altra volta sei stato più bravo", disse la figura... (e questo ci porta informazioni sul background)
C) "Ho bisogno di te Jack. E tu hai bisogno di me." (porta informazioni sulla relazione tra i due).
D) "Apri quell'armadio. E guarda le robe che ti sei portato via dai corpi di quelle troie. Poi guardami e dimmi se non ne sei fiero..." (porta un mucchio di informazioni, sul setting, sui personaggi, sulla backstory, etc...)
Come vedi, con una sola frase del dialogo puoi esercitare un grande potere.
In ogni caso, come giocatori, possiamo sempre decidere che queste 'voci' che Jack sente siano frutto della sua immaginazione e che la figura sia un pupazzo.
Per farlo,
abbiamo la necessità di dirlo esplicitamente nella fiction. Non può rimanere come accordo verbale. Ad esempio, potremmo risolverla alla fine della nostra giocata, con una ipotetica irruzione della polizia nella stanza che trova un pupazzo di stoffa su una sedia.
Oppure imponendo un Vincolo:
La figura con cui parla Jack è in realtà un pupazzo di stoffa, ma lui crede che sia una persona vera.Detto questo...
Chiedo troppo se riformuli la tua mossa?
Rob