Autore Topic: [Dilemma - Actual Play - Era Impero Romano] la Sabbia tinta di Rosso dell'Arena  (Letto 4231 volte)

Marco Andreetto

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Scrivo con un po' di colpevole ritardo questo resoconto.

Ho bisogno di lasciare qualcosa che mi ricordi quanto è stata bella quest'Era.
Le sue meravigliose Chiavi...

I ricordi a distanza si fanno un po' confusi, scusate.

L'Era di Dilemma giocata durante la nascita dell'impero romano.
Patrono Ezio Melega
Ala Rossa: Mykhail (la mia, ascesa nell'Era precedente con Felix)
Ala Arancio: Felix (Manuela)
Ala Indaco: Alexandra (Mattia)

Quest'era sarebbe stata particolare per 2 motivi:

- 2 Ali problematiche ma speranzose ascese nell'Era precedente.

-La prima Era in cui i 3 ideatori del gioco giocavano assieme. (era una cosa a cui tenevamo in maniera particolare <3)

Mattia e Ezio giocano la scena della Larva per assegnare  libretto all'unico giocatore senza Ala.
Indaco.

Le Chiavi e l'ambientazione fin da subito mi hanno affascinato. Non volevo ripetere gli errori fatti col mio PG nell'Era precedente e speravo che, nonostante il carattere di m...a, Mykhail avesse imparato qualcosa da tutto quello che era successo.

La prima scena scelgo di giocarla con Flavius. Un po' perché mi piace, un po' perché gli altri sono stati Gia visti nelle scene dei miei fratelli.
Lo trovo fuori dalle stanze dell'imperatore preda di mille dubbi e pensieri. Mi avvicino diretto. Non so fare altrimenti con Mykhail, ma cerco di essere delicato. Mi fermo poco lontano, lo saluto con rispetto e timore che mi respinga.

Mi chiede il nome e mi fa sedere con lui. Mi tranquillizzo un po'. Dopo tutti gli sbagli dell'Era precente finalmente sembra che abbia trovato il modo di avvicinarmi agli esseri umani.
Mi apre il suo cuore.
Mi svela che deve decidere della sorte di un manipolo di ribelli tra i quali vi è anche suo fratello.
Lui mi dice che per il giuramento che ha fatto chiederà la pena più severa.
In quel momento mi sento vicino a lui come nessun altro essere umano prima d'ora. 
Ma non desidero che quell'anima splendida si macchi del peccato di assassinare suo fratello.
Uso la mossa per prendermi con la forza la sua attenzione e il suo rispetto(12)
Gli appoggio una mano sulla spalla guardandolo dritto negli occhi. E stringo la presa.

Lo costringo mostrandomi più forte di lui ad ascoltarmi.
Ora che ho la sua attenzione.
Uso la mossa perché perdoni e capisca le motivazioni del suo stesso sangue. (12) 
I Dadi. Sembrano essere a mio favore, finalmente.
Gli sussurro che il legame tra fratelli dovrebbe essere la base su cui si fonda la forza degli uomini e di Roma stessa.
Riesco a toccare il suo animo e una sfumatura del mio essere marchi lui mentre qualcosa di suo entra in me.

Mi trascina dall'Imperatore e davanti a lui giura di combattere per la salvezza di quegli uomini nell'arena.
E  io, che mi sento legato a lui indissolubilmente, giuro al suo fianco si seguire il suo destino.
A questo punto ero straconvinto che i problemi dell'Era precedente fossero risolti. Che, attraverso Mykhail, potessi controllare quella rabbia che sentivo dentro al personaggio e che mi portava ad interagire troppo bruscamente o a chiudermi come un riccio.

Ritrovare Felix e il suo abbraccio durante la scena delle Ali è stato come sentire i primi raggi caldi di sole in una mattina d'inverno.
Conoscere la nuova sorella Indaco, Alexandra, è stato piacevole. anche se il suo modo di fare era lontano dal mio. 
Lei così melliflua, io così schietto e ruvido. 
Ma chi ero io per giudicare. 
È stato bello sentirmi loro pari per un breve istante...

Poi è iniziata la seconda scena e con essa la discesa in quell'inferno di dubbi ed errori che mi aveva Gia accolto una volta.

Ricordo come ho preso da parte con forza la giovane Lucilla. Come ho cercato di farle capire che ciò che stava facendo era sbagliato. Nascondere a se stessa la verita.
Avrebbe dovuto gridare al mondo ciò che era e ciò che sognava! Ma sciocco sono stato a pensare che i miei modi così violenti non avrebbero attirato uno dei miei fratelli per fermare la mia mano. Ed è stata proprio Alexandra, così lontana da me nel modo di agire e pensare, che mi ha tolto la possibilità di perseguire il mio scopo.

Durante la scena delle Ali successiva lo scontro con Alexandra.
Ognuno col suo modo di vedere le cose. Sapevo che i miei modi erano sbagliati ma non volevamo tutti il bene di quelle Chiavi?
E Felix a cercare di proteggermi. Ancora. A chiedere ad Alexandra di avere fiducia in me.

E lei che con quell'ultimo: " ti teniamo d'occhio,fratello" s'è resa estranea e odiata dal mio cuore. Per sempre.

Poi la scena della rottura.
L'unica persona a cui mi sentivo affine in quest'Era.
Flavius. Con lui nell'Arena. Fianco a fianco.
Poi ricordo il suo lasciar morire un altro uomo sotto i nostri occhi perché così si comporta un gladiatore. E la nascita nel mio cuore del dubbio che non l'avessi capito. Che lui non fosse la persona che credevo. 
Ho voluto sapere la verita. Ho voluto leggergli dentro quello che desiderava.
Ho usato la mossa e ho chiesto al Patrono cosa desiderava Flavius per il suo destino.
In quel destino non c'era spazio per me. 
Quel destino non era il mio.
Poco importa se quel
Destino era stato in parte forgiato da mia sorella Alexandra nella scena precedente.

E l'ho abbandonato. Nell'Arena. In quell'Era.

Da li ho perso il senso di me stesso e di quell'Era. 
I ricordi si fanno confusi.
Ricordo i miei fratelli che festeggiavano e brindavano mentre io così in basso rispetto a loro volevo solo fuggire via.

Se non ero adatto a guidare le Chiavi agli occhi dei miei fratelli.

Se non avevo nessuno che era destinato a dividere il suo futuro con me.

Perché dovevo ancora rimanere li? Perché dovevo rimanere imprigionato in quell'Era.
A guardare.
A soffrire.

Li è iniziata la mia ricerca.
Sono andato da Licinia.
Come bimbo sperduto.
Senza sapere la domanda.
E per questo, senza trovare una risposta.
Come amico in cerca di conforto reciproco.
Ma senza aprirmi a lei.
Alla fine. Quando l'ho vista sull'orlo del baratro mi sono ricordato di Praga. Di Caterina. Di come l'avevo lasciata al suo destino e questo l'avesse colpita duramente.
E così ho deciso di provare un'ultima volta ad aiutare queste anime bisognose. 
Aiutare lei per aiutare me stesso.
Il suo egoismo la stava rovinando. Lei che era così splendida quando noi siamo scesi. Aveva abbandonato anche il ricordo di suo figlio...
In lacrime, inginocchiandomi davanti a lei, l'ho pregata di cambiare. Di tornare ad essere generosa verso chi le stava vicino. Di far tornare a fiorire il suo cuore inaridito dai nostri interventi nella sua vita.
Ho usato la mossa perché capisse le ragioni e i bisogni di chi le stava vicino (ma i dadi avevano in serbo un destino diverso. Per me e per lei. Il risultato di 5 non mi permetteva di salvarci. A quel punto la pena che provava per me mio fratello Felix l'ha spinto ad aiutarmi. A sacrificare i token che aveva guadagnato durante l'Era segnando il destino di Licinia. 
Quelle preziose gemme che legavano lui a Licinia e le loro anime.

Quel sacrificio ha cambiato il destino di entrambi.

Ho lasciato una Licinia migliore ma sapevo che non era la persona per la quale avrei sacrificato l'eternita e il mio essere divino.
Il mio cuore era calmo e sereno quando sono arrivato al tempio dai miei fratelli.
Quando ho visto Alexandra triste perché non era riuscita a cambiare quel mondo e dare una vita migliore a Lucius.
Ho quasi messo da parte tutto l'astio che covavo per lei. 
Mi sono avvicinato per abbracciarla, ma non ce l'ho fatta...
Mi spiace.

Poi

ho visto Felix piangere. 

Fragile. 

Perché non era riuscito a trovare quel che cercava.
Ferito da un'altra Era meravigliosa ma che non era riuscita a dargli quello che desiderava.
Darsi la colpa di quella mancanza. Dubitare.
Del suo agire. Del suo stesso essere.
Rimproverarsi di aver sbagliato anche con noi.
Ricorderó per sempre quei suoi occhi che mi indicavano.

Lui che era il più splendente di noi.
Lui che avevo odiato, ferito, compatito, ammirato, adorato...

Come potevo permettere che dubitasse di quello che provavo per lui.

Riconoscenza. 
No. 
Era qualcosa di più...

Qualcosa di profondo che ci legava...

Qualcosa che uno sciocco avrebbe chiamato...

Amore.

Era qualcosa di sbagliato...

Lo sapevo.

Aveva ancora una possibilità di salvarsi e trovare un posto in quel mondo. 
Ho deciso di nascondere ciò che provavo, per il suo bene e la nostra salvezza.
L'ho spinto ad  andare da Flavius sperando che dividesse le nostre sorti facendolo cadere.

Non è stato così.

Felix era li con la valigia di ricordi pronto ad ascendere.
Ho cercato di insistere. Ho cercato di capire perché...

Io sapevo gia che non sarei caduto. Troppi sbagli da parte mia...

Quando Felix tende la mano ad Alexandra e a me, io la rifiuto. Lui è stupito. Arrabbiato.

Forse crede che sia il solito Mykhail che vuole stare lontano dagli altri.

Non resisto. 
Lo fermo e gli rivelo che qualcosa è cambiato.
Forse quando alla fine della scorsa era siamo ascesi assieme e le nostre sfumature si nono mischiate salendo al cielo.
Come polvere coloravano il tramonto su Praga di rosso e arancio.

Qualcosa di Felix è rimasta in me...

Forse semplicemente quella mano tesa.
Ma ora provo per lui qualcosa di diverso.

Ma non voglio! Non voglio ascendere con lui e Alexandra.

Non è giusto che proseguiamo questo cammino assieme.
Scendiamo per le Chiavi e non per noi.

Lui mi sorride. Mi dice di non aver paura. 

In un attimo ogni mia resistenza diventa vana.

Mi prende la mano e...

Tutti  e tre ascendiamo nel cielo abbandonando i nostri dubbi, dolori, Roma e le Chiavi al proprio destino...

Co-Creatore di Dilemma.  -  A gentile richiesta difficilmente dico di no.  -   You may say I'm a dreamer. But I'm not the only one. I hope someday you'll join us...

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