OK, ho letto il manuale, e un po' di thread nel forum del gioco, e diversi actual play....
Secondo me, il punto chiave è questo: (da pagina 14)
Dice
The use of dice is central to resolving conflicts in Don’t Rest Your Head. In fact, dice are only rolled when a conflict arises. Conflicts may be between the protagonist and the environment, or between the protagonist and another character.
To resolve a conflict, the player states what his character is is trying to accomplish, and the GM states what opposes that effort. Then both roll the dice. When rolling, the player always rolls all of his discipline dice and his current level of exhaustion dice, plus whatever number of madness dice he chooses to add to the pool for the roll.
Non c'è dichiarazione formale di conflitto, il conflitto è semplicemente riconosciuto come tale nella fiction: C'è un conflitto in atto(fra personaggio o con l'ambiente), che coinvolge un PG. A questo punto il giocatore deve specificare cosa il PG vuole ottenere da questo conflitto. Più che di posta, si può parlare di intento
Quindi, anche quanto il conflitto è generato da un PNG che mi fa un agguato per uccidermi, conta l'intento del personaggio (fuggire, salvarsi, muovere a pietà l'assalitore, ucciderlo, etc.).
Il GM a questo punto specifica cosa si frappone fra il PG e il suo intento (nell'esempio dell'agguato, un tizio che ti vuole fare secco mi pare un ostacolo ragionevole...) e se vince, impedisce che il PG raggiunga il suo intento.
A parte l'assenza di una dichiarazione formale, somiglia molto alla dichiarazione di intenti in Trollbabe: l'unico intento che conta è quello del PG, quello del suo avversario non conta: anche se l'avversario vuole ucciderti, tutto quello che ottiene dal conflitto è bloccare il tuo intento (certo, può ottenere altro tramite la narrazione).
Nell'esempio che mi confondeva, il PG appoggia l'orecchio alla porta. Il suo intento viene espresso, anche se non verbalmente. E' questo che mi era sfuggito all'inizio...