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Commenti: Cani nella Vigna, domenica mattina.

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Moreno Roncucci:
Ciao a tutti!

Delle 4 partite che ho giocato a Internoscon, la prima (Annalise) ha patito un po' il fatto di essere una demo e vari "tagli" per velocizzare il gioco e far vedere il finale. La seconda (Shock) è venuta bene ma io ero ormai cotto dal sonno (se notate nelle foto, mi sono  bevuto due red bull per reggere durante la partita: avevo dormito 1 ora la notte...) ed ero in un angolo insolitamente rumoroso, e quindi credo di essere stato il peggiore giocatore al tavolo, e quindi non ne parlo.  Dopo aver dormito, domenica, ero più in forma, ma della partita a Trollbabe con Domon e Rafman non ne parlo in un forum aperto anche ai minori, quindi parlo del "Cani nella Vigna" di domenica mattina...  :-)

La cronaca inizia subito dopo colazione: dobbiamo sgombrare la stanza e poi trovarci alle 10 per giocare, preparo valigia e materiale... e mi rendo conto che mi sono dimenticato una cosa da niente: sono le 9:45 e non ho ancora creato la città...

Poco male: Tiro fuori il block notes mentre aspetto il mio turno per andare in bagno a lavarmi i denti, e scrivo le prime cose che mi vengono in mente. Non avevo preparato la città a casa apposta perché volevo prepararla in convention, per adeguarla al mio spazio mentale e per ricordarla meglio (e come dico sempre, a starci a pensare troppo le città vengono peggiori: fatele come vi vengono, in maniera ovvia e viscerale, e funzioneranno molto meglio..). Però pensavo di prepararla il sabato nei ritagli di tempo, non domenica a 10 minuti dal gioco.

Guardo la pagina bianca, e penso ad un sovrintendente orgoglioso. Di cosa? Del figlio. Scrivo (mantengo la maniera di scrivere "alla boia di un giuda" che uso di solito quando prendo appunti, senza abbellire il testo: ho solo corretto gli errori grammaticali):
Orgoglio: Il sovrintendente, un vecchio Cane (Lazarus), ritiene che suo figlio (Gaspar) dovrà diventarlo
Ingiustizia: Gaspar viene favorito oin tutto, anche quando si dimostra un bullo viziato, e spinto a diventare un Cane
Peccato: Gaspar a 15 anni ruba un bellissimo fucile che era stato regalato a Jonathan dal padre [notare che a questo punto non ho ancora la minima idea di dove andrò a parare con sta' storia del fucile, sto solo scrivendo un piolo dopo l'altro della scala in automatico]
Attacchi demoniaci: Gaspar ha una notevole influenza sui giovani dela città, metà diventa la gang di Gaspar
Falsa Dottrina: Gaspar è il figlio del sovrintendente e sarà un Cane: tutto quello che fa non è peccato.
Culto Corrotto: Gaspar è un esempio da seguire, la sua gang vorrebbe essere come lui. [aggiungo io adesso: "lo adorano"...  ;-)  ]
Odio e Omicidio: Gaspar fa uccidere Jonathan per furto di cavalli.

Gran parte della città non è scritta. Rileggendo adesso, il collegamento fra il furto del fucile e il furto del cavallo, che avevo già ben chiaro in testa, non l'ho scritto. Non ho scritto cosa volevano i demoni e cosa sarebbe successo se i cani non arrivavano, ma anche qui lo sapevo già: un bagno di sangue fra le due gang, di Jonathan e di Gaspar. Se avessi dovuto scrivere la città per postarla l'avrei dettagliata di più. Ma questo è già un buon esempio di cosa basta, in pratica, come "preparazione" per giocare a Cani nella Vigna. E si fa in cinque minuti (e se la fate in cinque minuti, vi viene meglio che se ci mettete una giornata)

Può sembrare scarna e semplice come Città, e lo è, ma ormai so quanto le città si "gonfino" in gioco. Le prime città che mi parevano tanto semplici mi duravano 3 sessioni. Alla fine l'ho capita e adesso quando devo fare una partita singola cerco di farle proprio più semplici possibile. E comunque mi vengono troppo lunghe: anche questa non siamo riusciti a terminarla...  :-(

Per completare la città, quando ero già al tavolo (e avevo tirato fuori il manuale con la lista dei nomi) ho scritto in fondo una decina di nomi misti da usare man mano per gli altri NPC - è molto più rapido che cercarli nel manuale -  e il nome della città: "SERENITY". Ovviamente avevo già una dozzina di proto-npc prestampati dalla solita pagina web

Come si è visto poi, la mano del Signore della Vita mi ha guidato nella creazione della Città, perché si è combinata molto felicemente con i Cani che l'hanno giocata...  :-)

Moreno Roncucci:
I giocatori erano Luca Veluttini, Fabio Zannoni, Gabriele Locatelli, e Adriano Parisi.  L'unica foto del tavolo purtroppo è questa: da lontano, mentre inizio la partita (sempre fra i primissimi ogni mattina, dovrebbero darmi il premio puntualità...)

I Cani erano:  Caleb, di madre indiana, ma benvoluto comunque da tutta la sua comunità, nel suo cappotto c'è un inserto fatto con la vecchia tunica di sua madre.  Malakai, un giovane attaccabrighe, che è stato mandato fra i Cani nella speranza che lo raddrizzino. Hamilton, dall'aria innocua ed innocente, e Noah, dal cappotto vecchio e logoro, pieno di toppe e di macchie. Discendente di una stirpe di Cani che si tramanda il cappotto di padre in figlio, destinato a diventare anche lui un Cane sin dalla nascita.

I cani arrivano in paese subito dopo l'impiccagione. Affrontano a muso duro il sovrintendente, accusandolo di avere avuto troppa fretta con il cappio per un semplice furto di cavalli. Inizia un conflitto la cui posta è l'autorità del sovrintendente sulla città, e già lì si vede quanto sia forte l'influenza demoniaca sul tavolo: tiro subito 5d10 (la vittima di Odio e Omicidio è lì che penzola sullo sfondo...) e non c'è un d10 che non faccia almeno 7.  Il sovrintendente si difende bene anche contro quattro cani, e quando il conflitto rischia di dare fallout sensibile (il sovrintendente forza una cerimonia) i PG mollano, accentando la sua autorità e il fatto che aveva il diritto di fare quello che ha fatto.

In seguito i Cani si dividono, e in breve tempo gli vengono raccontati tutti i retroscena. A Noah non sfuggono le similitudini con la sua situazione, e si rende conto che lui stesso avrebbe potuto diventare come Gaspar. Si propone così di cercare di redimerlo e di portarlo sulla buona strada (mentre gli altri cani vogliono semplicemente punirlo, lui e il padre)

La cena a casa del sovrintendente si fa drammatica, i cani accusano Gaspar di fronte al padre, la posta in gioco del conflitto è appunto lo schierarsi del padre da una parte o dall'altra. Non ho dadi buoni come prima, Gaspar molla il conflitto dopo aver dichiarato (subendo un rilancio) che in realtà non gliene frega nulla del diventare un Cane, o dei doveri del ruolo. E poi riesce a fuggire fuori e a ricongiungersi con la sua gang, parando diversi tentativi di fermarlo.

Si avvicina la scena finale (anche perché dobbiamo sgombrare il tavolo in 40 minuti per il pranzo: ma mi illudo che sia un tempo sufficiente), Gaspar e quattro dei suoi amici, armi in pugno, affrontano i Cani nella Main Street. Prima dello scontro Gaspar dice al padre di farsi da parte. Il padre (come risultato del conflitto precedente in casa sua) si mette di fianco ai Cani e dice "una volta un cane, sempre un Cane". E marcia con I PG contro suo figlio. (i suoi dadi di aiuto vengono assegnati a Noah, e anche questo sarà importante per il seguito)

Il duello pare equilibrato, cinque contro cinque. In realtà quattro cani, normalmente, farebbero polpette di una posse di sole cinque persone anche senza aiuti. Ma ancora una volta l'influenza demoniaca e' con me! Ho i dadi bastanti per un velenosissimo rilancio da 19: "questa è la prima volta che affrontate altri uomini in duello, armi in pugno..." (non avevano mai sparato nel corso della sessione, nel loro background c'erano al massimo botte e risse, e addirittura uno di loro, Caleb, aveva perso il conflitto di iniziazione non riuscendo a trovare la volontà di sparare ad un uomo nemmeno per difendersi) "...e non riuscite a controllare la paura. Gettate la pistola e fuggite via urlando"

Notare che questo rilancio non può, da solo (se non abbandonano la posta) toglierli dal conflitto. NULLA gli impedisce di ritornare a combattere nel round successivo. Anche il fallout è minimo, in d4... ma nella fiction, nella storia, hanno mostrato paura di fronte agli altri. Sono fuggiti.

I 40 minuti non bastano per giungere ad una decisione per tutti. E' una decisione difficile, definisce, in fondo, chi è il tuo personaggio. Si fanno molti calcoli, tutti cercano di racimolare dadi in qualche maniera, ma contro un 19 c'è poco da fare: le scelte possibili, se non si riesce a parare, sono (1) accettare di fuggire per la paura, o (2) mollare la posta: non fuggi, rimani lì nella fiction a sparare se vuoi, ma non hai più dadi e non influisci sul destino della posta in gioco. La partita si interrompe con Caleb che deve ancora decidere cosa fare (ma non ha i dadi, da solo, per parare), Malakai e Hamilton sono fuggiti, e Noah è rimasto lì grazie ad un dado di aiuto da parte di Caleb.  Cioè, ad affrontare armi in pugno Gaspar e i suoi accoliti, rimangono solo suo padre e Noah, il suo "doppio". Dando un occhiata ai dadi potrebbero anche vincere lo scontro da soli, e sicuramente lo vinceranno se gli altri tornano indietro. Mi sarebbe piaciuto giocare lo scontro, vedere chi viveva e chi moriva, e che fallout ci sarebbe stato, ma come finale va bene anche la scena di Noah e Lazarus che, soli, rimangono ad affrontare Gaspar e gli altri quattro senza fuggire...  :-)

Commenti da qualcuno dei quattro dell'Ave Maria?  ;-)

Michele Gelli:

--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]I giocatori erano Luca Veluttini, Fabio Zannoni, Gabriele Locatelli, e Adriano Parisi.  L'unica foto del tavolo purtroppo è questa:da lontano, mentre inizio la partita(sempre fra i primissimi ogni mattina, dovrebbero darmi il premio puntualità...)[/p]
--- Termina citazione ---


Magari parliamo di Premio "L'eccezzione che conferma la regola" ;-)

Mauro:
Ma il collegamento tra il fucile e il furto qual era?

Moreno Roncucci:

--- Citazione ---[cite]Autore: Mauro[/cite][p]Ma il collegamento tra il fucile e il furto qual era?[/p]
--- Termina citazione ---


Da quel furto, i due erano diventati nemici e rivali, e i giovani della città si erano polarizzati in due "gang" comandate da loro.  Il cavallo era un regalo del padre a Gaspar, e Jonathan lo aveva rubato per vendicarsi dell'analogo furto subito anni prima.

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