Autore Topic: Campi di concentramento, gdr e fuga  (Letto 4677 volte)

TartaRosso

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Campi di concentramento, gdr e fuga
« il: 2012-07-26 02:20:05 »
Un po’ di tempo fa mi è stata riportata un’interessante storia da un mio conoscente che sapeva che gioco di ruolo.
Purtroppo al momento non ricordo i dettagli dei nomi e quindi non è particolarmente verificabile.
A suo tempo quando me la raccontò provai a cercare su internet ma non riuscii a trovare informazioni approfondite al riguardo della vicenda.

E’ una storia che riguarda il gioco di ruolo (in senso lato), la fuga dalla realtà e i campi di concentramento.
Sui gdr e la fuga dalla realtà se avrò tempo dirò  qualcosa successivamente (vorrei in particolare parlare degli aspetti positivi della fuga dalla realtà visto che spesso si parla solo di quelli negativi che ovviamente esistono). Diciamo che mi è rivenuto in mente questa vicenda e di conseguenza mi è rivenuto in mente il rapporto fra gdr e fuga della realtà (escapismo usando un inglesismo).

Veniamo alla vicenda.
A Berlino si trova un museo che raccoglie oggetti e testimonianze da alcuni campi di concentramento (ne esisterà sicuramente più d’uno e su tutti il museo dell’olocausto). In particolare questo museo in precedenza era qualcosa tipo una sede isitituzionale durante il nazismo (ma questo particolare non lo ricordo benissimo).
Comunque in questo museo fra i vari oggetti è presente un quadro. Il quadro rappresenta una barca con colori accesi immersa in un ambiente dorato. Quando la guida passa davanti al quadro ne racconta la storia (come per molti altri oggetti del museo suppongo).

Il pittore era un ebreo deportato in un campo di concentramento (uno di quelli meno famosi ma non per questo meno orribili). Non ricordo se il quadro fu dipinto addirittura dentro il campo o successivamente dopo che l’autore era scampato all’olocausto.
La parte molto interessante è che l’autore dice che fu quella barca a mantenere in vita lui e i suoi compagni.

In sostanza in quell’ambiente disumano che era il campo di concentramento l’autore del quadro e i suoi compagni si immaginavano di essere dei pirati su quella nave e creavano (e vivevano) storie fantastiche e avventurose.
Sì in sostanza giocavano di ruolo :) .

E questo dice l’autore del quadro riuscì a tenerlo in vita nonostante le tragiche condizioni in cui erano tenuti. Quella era letteralmente la loro fuga dala realtà.
Nel momento in cui la realtà diveniva disumana e “irreale” (irreale come solo gli umani sanno renderla con una certa follia malvagia) la fantasia diveniva un luogo sicuro, umano e più “normalmente reale”.


Mi sembra una storia interessante che sicuramente suscita delle interessanti riflessioni sugli aspetti psicologici del gdr. E probabilmente questa non è neanche la sede per affrontare tali argomenti ma mi faceva piacere presentarvi questa vicenda.


P.S.
Mi accorgo di aver tenuto un tono malamente didattico in questo post. Scusate ma dopo una giornata di lavoro sono un po' stanco e mi è venuto così. Spero ne apprezziate comunque il contenuto.
Simone Lombardo

rgrassi

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Re:Campi di concentramento, gdr e fuga
« Risposta #1 il: 2012-07-26 08:36:50 »
Post molto bello. Grazie.
Rob
Roberto Grassi Levity - www.levity-rpg.net

Re:Campi di concentramento, gdr e fuga
« Risposta #2 il: 2012-07-26 17:32:09 »

discorso interessante, ma prima di intervenire voglio vedere come e se si sviluppa :)
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Dairon

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Re:Campi di concentramento, gdr e fuga
« Risposta #3 il: 2012-07-26 23:16:41 »
Bello.

Sarebbe da sapere se giocavano di ruolo "davvero" (c'era una meccanica di risoluzione dei conflitti, per capirci) o si raccontavano storie a turno.

Re:Campi di concentramento, gdr e fuga
« Risposta #4 il: 2012-07-27 04:31:58 »
O__o
Personalmente non mi viene da chiedermi se avessero dei metodi di risoluzione. Che giocassero d20 system o che fosse un conch shell, rimane comunque una storia molto bella, molto triste, e molto poetica. Sarei curioso di approfondire, se qualcuno ha qualche dato in più.
Una delle teste di Janus

il mietitore

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Re:Campi di concentramento, gdr e fuga
« Risposta #5 il: 2012-07-27 04:44:30 »
Campi di concentramento. Mancavano 30-40 anni anche solo per D&D. Direi che non c'erano meccaniche :\
"E non guardare troppo a lungo dentro alla lavatrice, o anche la lavatrice guarderà dentro di te"
Revan Adler, Match d'Improvvisazione Teatrale, Giugno 2009
Trash Meets Steel
RPGshark

Dairon

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Re:Campi di concentramento, gdr e fuga
« Risposta #6 il: 2012-07-27 13:18:32 »
Sarebbe da sapere se giocavano di ruolo "davvero" (c'era una meccanica di risoluzione dei conflitti, per capirci) o si raccontavano storie a turno.
Cristo santo, Dairon. Esci dal corpo di Luca.

Mica dico le cose a caso! Forse.  :-X

Il thread parte dal presupposto che sia il gioco che li salvava tramite l'escapismo.
Ho invece il sospetto c'entri poco il gioco e tutto le storie. Ovvero, non giocassero di ruolo ma solo si raccontavano storie. (ok, col tutto che il gdr non è qualcosa di definito universalmente: cercate di seguirmi)

In sé sarebbe pignoleria, ma c'è un quid. L'escapismo di solito è visto come... come posso dire, qualcosa che serve per salvarsi da brutte situazioni. Qualcosa di cui hai bisogno, o in una situazione esterna (questo ne è un esempio estremo; ma può anche essere l'idea che una storia serva giusto a rilassarti tra un po' di lavoro e l'altro) o interna (sei così pirla che devi trastullarti con storie molto sciocche e lontane da te, con la metafora fantastico, quando almeno potresti interessarti al mondo vero). Comunque ha connotazioni molto negative: ricordate Tolkien che rigetta il nome stesso di escapismo?

... ecco, a me pare pericoloso dire "il gdr può servire, come escapismo, in situazioni orrende" per le connotazioni di cui sopra: credo che mi sembri pericoloso anche solo dire "mi serve per cambiare aria una volta a settimana", o almeno non mi piace. Noi non faremo questa associazione, visto che amiamo il gdr e difficilmente consideriamo l'escapismo in generale qualcosa di indegno, ma altri chissà?
Se si parla nella vicenda del quadro di storie in generale, probabilmente il problema non si porrà, e da qui la mia curiosità (nessuno penso possa vedere se non in maniera positiva l'"escapismo" di Levi che recita la Divina Commedia ad Auschwitz. Ma quella è letteratura "consacrata", non storielle di pirati...).

Può perfettamente essere paranoia. Ma reagisco molto, molto male alla parola "escapismo": di solito la gente non si spinge ad usarla per criticare il fantastico in generale (per quanto succeda e ciò davvero mi ferisca, amandolo), però ho timori sull'associarla ai gdr.
Per assurdo credo che proprio un esempio così "forte" possa essere più facilmente usato per le connotazioni negative del concetto di "fuga dalla realtà".

Ho cercato di spiegarmi il meglio possibile, perché fino a lunedì non dovrei poter accedere a internet. Spero sia stato sufficiente.

Mattia Bulgarelli

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Re:Campi di concentramento, gdr e fuga
« Risposta #7 il: 2012-07-27 16:10:01 »
Data la delicatezza del tema, che parla anche (soprattutto?) di gravi tragedie umane in conseguenza di complessi avvenimenti socio-politici, questo thread è "sorvegliato speciale".

Chiedo a tutti gli utenti di usare il massimo tatto e rispetto per fatti gravissimi che hanno causato sofferenza a molte persone.

Chiedo al Thread Opener:
1) qual è l'argomento del topic. O, che è la stessa cosa, quale "taglio" vuole dare alla discussione.
2) se e quali dei post sono (in conseguenza) OT e, quindi, da cestinare.


EDIT: rimosso un post di Matteo Turini (che tanto è visibile quotato, quindi non è che serva granché).

Matteo, la regola è di usare le segnalazioni e/o di spiegarsi direttamente con l'interessato. Credo di capire che tu intenda dire che Luca è stato "poco delicato" nell'esprimere una curiosità, scavalcando la questione "umana" della tragedia.
Questo ha urtato la tua sensibilità, lo capisco. Ma un post "di sbotto", monoriga, è contro lo spirito di GcG.

Luca, prendi atto del fatto che una curiosità "tecnica" in una storia così drammatica andrebbe espressa in modo più... delicato. Vedi per esempio il post di Ariele.
« Ultima modifica: 2012-07-27 16:15:59 da Mattia Bulgarelli »
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Giulia Cursi

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Re:Campi di concentramento, gdr e fuga
« Risposta #8 il: 2012-07-27 16:49:55 »
Io piuttosto mi porrei la domanda: Se loro immaginavano di essere ognuno un pirata su una nave, ipotizzando che non usassero meccaniche di risoluzione dei conflitti o di altro tipo lo rende un gdr?

A me interessa poco definire questa cosa, piuttosto dico che è davvero interessante storicamente e umanamente che si siano rifugiati in un mondo immaginario per non impazzire. Del resto non sarebbero i primi credo che in una situazione estrema immaginano di essere altrove e qualcun altro.

Però ammetto che è un tema davvero difficile da gestire.

Personalmente non mi viene da chiedermi se avessero dei metodi di risoluzione. Che giocassero d20 system o che fosse un conch shell, rimane comunque una storia molto bella, molto triste, e molto poetica. Sarei curioso di approfondire, se qualcuno ha qualche dato in più.

A me piacerebbe avere qualche dato storico in più se si riesce ad ottenere, tipo il nome del museo.
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Ander

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Re:Campi di concentramento, gdr e fuga
« Risposta #9 il: 2012-07-27 17:19:28 »
Vado un po' a memoria, ma ricordo di aver letto di reazioni simili da parte di prigionieri di guerra in Vietnam; sostanzialmente con la mente si erano rifugiati in un "posto sicuro" dove i loro carcerieri / aguzzini non potevano raggiungerli. Come a dire, qui mi malmeni e sono nella sporcizia, ma poi vado lì dove è tutto bello e tranquillo e pulito. Meno avventuroso della barca, indubbiamente, ma il concetto credo sia abbastanza simile. Cerco se trovo qualcosa in merito.
Contro balrog, draghi, miniufo, orchi e paccottiglia varia dal 1987 o giù di lì

TartaRosso

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R: Campi di concentramento, gdr e fuga
« Risposta #10 il: 2012-07-27 19:11:18 »
Vi chiederei di non postare per il momento altro ed eventualmente aprire un altro topic apposito per discutere di eventuali spunti che il racconto vi può aver dato.

Devo io stesso un attimo penasare qual è l'obiettivo del topic. Quando l'ho aperto volevo solo raccontare la storia e poi rimandare ad un topic successivo la discussione sulla fuga dalla realtà.

Però non vorrei che il topic venisse chiuso. Credo possa essere fecondo lo stesso per interessanti discussioni e magari per altre segnalazioni simili.

Cercherò di chiarire il prima possibile comunque lo scopo del topic.

Per quanto riguarda i riferimenti storici cercherò di contattare il prima possibile quel mio conoscente e mi farò dare i nomi diel museo e del campo.
Simone Lombardo

Mattia Bulgarelli

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Re:Campi di concentramento, gdr e fuga
« Risposta #11 il: 2012-07-27 19:57:58 »
Grazie Simone!

Prenditi il tuo tempo e gestisci il thread come meglio credi, con i tuoi tempi.
Non dovrei neanche scriverlo, visto che sei TO e da Regolamento hai questa facoltà, ma ripetere non fa male, credo.

Altra cosa, parzialmente correlata: come staff, ne abbiamo parlato tra di noi più volte, vogliamo promuovere un modo di vivere GcG in linea con dei tempi "umani" e "ragionati", al contrario della "corsa alla risposta veloca" tipica dell'Internetto. La gestione dei thread in cooperazione col TO è uno degli strumenti che ci aiutano a farlo.
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