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Abe Harden - Crichton Street

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Lepre:
Incespicando sulla segnaletica sbiadita che separa in corsie Crichton Street fiancheggi il fatiscente ufficio postale. Una nebbia densa e lattiginosa si riversa per le strade di Silent Hill, partorita dalle quiete acque del lago Toluca. La bruma inghiotte i tuoi piedi, stendendo un velo spettrale sull’asfalto crepato.
Stringi con poca convinzione il collo di una bottiglia semi-vuota, come un bambino terrebbe per la zampa l’orsacchiotto di pezza, così sicuro della sua presenza da non preoccuparsi di reggerlo con più forza.
Le persiane dello stabile fatiscente che stai fiancheggiando, sono per metà abbassate, alcune stropicciate e piegate a metà, come se qualcuno le avesse scostate con le dita per sbirciare oltre.
In un lungo minuto di contemplazione alcolica, arresti il tuo passo. Occhieggi con sguardo miope attraverso la nebbia, nella vaga direzione in cui dovrebbe ancora esserci la stazione di polizia. Ripensando a quello che hai fatto, ti sorprendi a carezzare la S&W, ed è proprio in quell’attimo che una luce si accende oltre una delle finestre del tuo vecchio ufficio. In controluce qualcuno si muove per la stanza, ma il manto bianco che ricopre Silent Hill lo rende vago ed evanescente.
Barcollando muovi un passo in avanti, per non perdere l’equilibrio, ed il tuo piede si ferma su qualcosa di umido e carnoso. E’ il ragazzo che hai ucciso. Lo spacciatore non ancora maggiorenne. Riverso sull’asfalto ti fissa con occhi velati
“… Con un po’ di coraggio liquido, si può arrivare ovunque…”
Anche se il suo cadavere sembra essere fisicamente ai tuo piedi, la voce che senti è distante e roca, come se venisse direttamente dall’oltretomba. Lui non ti ha perdonato. Del resto, nemmeno tu sei mai riuscito a perdonarti, e se ha ragione lo strizzacervelli da cui sei andato, dipende tutto da quello…
Rimane a fissarti in silenzio per qualche secondo, e dio solo sa quanto sia difficile sostenere il suo sguardo. Poi, d’un tratto ti indica la finestra illuminata della stazione di polizia.
Sorride sardonico, e in cuor tuo sai che quello che ti attende non raddrizzerà questa giornata iniziata malissimo...

Jah Messenger:
Quando Abe percepisce il corpo disteso sull'asfalto ritrae il piede, incespicando lievemente all'indietro...rivoli di sudore freddo scorrono lungo il volto pallido, finché non si disperdono fra i peli della barba incolta.
"Cosa vuoi ancora?!? Per quanto ancora dovrò sopportartiiii??" urla nei confronti del corpo. Dopodichè tracanna un ulteriore sorso del Tenesse whiskey come per voler addolcire l'amaro dei suoi ricordi e, infine, scaglia la bottiglia contro il vecchio portone in noce della centrale.
"Vuoi che vada lì dentro?" si chiede ad alta voce..."Bene!" urla "andiamo ad affrontare i fantasmi del passato!"

Lepre:
Quando la bottiglia si infrange contro il portone, il tuo persecutore redivivo scompare, come disperso dalla bruma. Un cigolio di cardini antichi apre uno scorcio di penombra e polvere, sull’ingresso della Centrale. Li ad attenderti c’è un giovane uomo sulla trentina, con il mento ben rasato, abiti decorosi un poco demodé, ed un profilo greco e forte, non ancora appesantito dai dispiaceri ne dall’età. Negli occhi plumbei riluce una scintilla di superbia e fervore indagatorio, molto simile a quello che vedevi allo specchio, molti anni fa.
“Eviterò di citarla per atti di vandalismo. Sarebbe dovuto tornare molto, molto tempo fa…signor Harden”
La voce è distante, resa quasi metallica dall’eco dell’androne polveroso. L’uomo con un cenno ti invita ad entrare e a seguirlo

Jah Messenger:

Quando Abe mette piede nel polveroso salone della Centrale i suoi occhi si posano su un giovane uomo sulla trentina...
Istintivamente mette la mano alla sua fedele S&W e libera la fondina."Chi è lei? E cosa ci fa qui?? Questo posto dovrebbe essere deserto!" dice Abe con tono inquisitorio e prosegue "E soprattutto come mi conosce??".
"Risponda in fretta alle domande se non vuole essere sforacchiato" conclude minaccioso.

Lepre:
L’uomo ha appeso al collo il distintivo da detective. Mentre gli sbraiti in faccia lui corruga la fronte, muovendo un passo in avanti. Quando metti mano alla tua S&W, sgrana gli occhi allarmato.
“Detective Harden, metta giù la pistola. Sono un detective della polizia di Silent Hill, e questa centrale non ha alcuna ragione di essere deserta”
Le sue stesse parole sembrano dargli coraggio. Raddrizza la schiena, ricomponendo la sua espressione in una maschera di formalità e accusa.
“Abbiamo apprezzato la sua decisione di presentarsi spontaneamente. Ora non rovini tutto con quell’affare”
Alla cintura ha fissata una fondina con tanto di arma d’ordinanza, ma non accenna a nessun movimento che avvicini una sua estremità all’arma. Ti fissa con persistenza, cercando un punto di incontro nel tuo sguardo

[Sfida a Dolore 6, detective]

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