Non ti ho tenuto lontano dalla mia vita. Quando mi hai chiesto aiuto per conoscere il tuo passato ti ho chiesto di informarmi prima io e tu mi ignorato e sei piombato in casa prima che potessi anche solo venirti a parlare. Dimmi come e quando tra "mio padre mi spiega delle selkie" e "tu piombi in casa", avvenuto mentre io ero ancora in cantina con papà che mi spiegava, avrei potuto coinvolgerti.
Hai deciso di fare di testa tua, senza consultarti, senza chiedere, senza preoccuparti di che cazzo significasse tutto questo per me. Forse, se non avessi preteso risposte qui e subito, avremmo trovato un'altra soluzione, ma hey, cercare un'altra soluzione richiede tempo e tu il tempo hai deciso che non ce l'avevi.
Bella scusa il DS, ma quando sei tornato te stesso, cosa hai fatto? Hai desistito dal suicidarti in pasto al serpentone e hai deciso di "curarmi". Non mi hai chiesto se mi serviva una mano, non mi hai chiesto cosa potessimo fare assieme. Hai deciso che ero un fottuto mostro e che dovevo essere pertanto curato. Meno male che non sono gay o forse avresti deciso di "curare" anche quello.
E' esatto, ho deciso che il tempo non ce l'avevo, perché avevo fatto una promessa a Marina, lei mi sembrava in pericolo (e lo era perché ce l'avevi messa tu, tra l'altro), e tu neanche mi rispondevi al telefono. Questo era quello che potevi fare, anche dalla cantina. Rispondere a quel fottuto telefono. Decidere di parlare, di accettare il rischio di qualcosa di non pianificato, invece che costruirti la macchinazione perfetta nella testa e solo dopo, con una soluzione e una messa in scena già pronte, venire da me.
Il problema di Lorenzo non è che ha del sangue di serpente, è che è un maniaco del controllo. In ogni momento della serata, avresti potuto semplicemente dire 'Ma chi se ne frega, dopo tutto, quelle erano le faccende di mio padre, e sono morte con lui, posso semplicemente mollare tutto'. Ma questo avrebbe voluto dire affrontare l'ignoto. Ti sei aggrappato alla famiglia e a tutto quello che rappresenta, a come era stato ottenuto, come un naufrago si aggrappa ad un'ancora. Sì, a me piacerebbe curarti, ma il paragone giusto non è dall'essere gay, ma dall'essere tossicodipendente.
L'unica cosa che hai fatto è stato trattarmi come mio padre e accusarmi dei debiti che lui ha contratto e per i quali voleva uccidere te. Sai una cosa? A lasciarti morire sarebbe stato tutto più facile per me.
Te lo sei mai posto questo dubbio Pietro? ti sei mai chiesto perché ho ucciso mio padre (e non cagarmi il cazzo con "nostro" padre, che manco l'hai conosciuto) invece che lasciarti morire?
Oh, no. A lasciar morire me, saresti rimasto agli ordini di qualcun altro. Avrai anche affrontato tuo padre per salvare me (perché ovviamente io non sarei mai stato in grado di salvarmi da solo, non senza i tuoi piani perfetti), ma tenere in piedi i suoi patti certo non l'hai fatto per me. Hai visto la possibilità di prendere di nuovo il controllo della situazione, e l'hai fatto, manipolandolo finché non ha avuto più vie d'uscita.
Lo hai sacrificato e dato in pasto al demone, perché era facile e ti dava il controllo. Non venirmi a raccontare che l'hai fatto per me. Non appena hai sentito che il controllo su di me ti scivolava via, mi hai respinto e hai cominciato a macchinare di nuovo. Nessuno di noi due è un eroe.
(amichevolmente Mario, eh! Lo dovevo specificare? ^_^)
(No, tranquillo. ^_^)