Allora,
di interessante può esserci il rapporto con gli spazi transizionali di Winnicot e la loro evoluzione nell'età adulta; questo rapporto è stato studiato da Massimo Scaglioni nel testo
Tv di culto. La serialità televisiva americana e il suo fandom.
Nel testo il riferimento a Winnicot viene collegato alla pratica di rapportarsi al testo televisivo di culto attraverso un processo immaginifico che va oltre i limiti del testo, un universo di tipo affettivo che ha a che fare con quella parte di noi che non è totalmente realtà ne totalmente fantasia, Scaglioni, va a definire questo spazio come Spazio Immaginato.
Altro riferimento interessante potrebbe essere la prefazione di Eco all'edizione italiana di
Homo Ludens, non tanto per i riferimenti legati alla psicologia, quanto alla disamina della mancata distinzione, voluta (?) da Huizinga fra play e game, e in particolare il significato di play - poi citare Eco ci sta sempre come il prezzemolo -.
Ti consiglio inoltre di dare un occhiata a
questa pagina che è l'archivio degli articoli e delle presentazioni che sono state supportate dal gruppo di lavoro sul gioco dell'Università di Siena, non li ho letti tutti, ma magari riesci a cavarne qualcosa.