Autore Topic: Un giocatore "complicato"  (Letto 2295 volte)

Un giocatore "complicato"
« il: 2009-07-03 16:19:21 »
Farò un sunto della vicenda, cercando di essere meno logorroico possibile (impresa difficile per me):

Gruppo di 2 giocatori + GM. A distanza di circa 1 anno da quando abbiamo soppiantato D&D a favore di exalted e narrativisti (per ora cani nella vigna il più sfruttato) uno dei due giocatori si è lamentato a più riprese di trovarsi a disagio quando si tratta di "coinvolgere emotivamente" e "coinvolgere in discussioni ingame" il proprio personaggio. Egli afferma che non gli piacciono le discussioni e scappa di fronte a qualsiasi coinvolgimento che non sia "picchiare il nemico che so di poter sconfiggere". Inoltre, ha notevoli difficoltà a prendere in mano le redini: tutti i suoi personaggi sono piuttosto piatti e monotoni, senza iniziativa e che si scoraggiano di fronte alla minima difficoltà (specialmente in exalted, dove le vicende hanno carattere epico... ma dove i PG in primis sono epici - forse si fa scoraggiare dall'apparenza?).
Il narratore è un pò in crisi, non sa più come stimolarlo: gli pone delle sfide e lui scappa non appena un PNG gli dice che non sarà facile; gli lascia carta bianca e lui poltrisce. Qualsiasi cosa accada, ormai, è solo il mio PG a mandare avanti la storia, lui non fa altro che seguirne il filone.

Al che ne abbiamo parlato "cosa ti stimola nel GdR?" e lui: "eumate - voglio picchiare i mostri, prendere il tesoro e salire di livello". Al che ha trovato un gruppo secondario dove mastera D&D 4. Io ed il narratore, d'altro canto, non abbiamo voglia di giocare a D&D, vorremmo provare altri giochi ma imo tale giocatore non riesce a giocarli serenamente. Sembra quasi che ogni vicenda che metta in gioco la figura del suo personaggio ricada inevitabilmente sul giocatore (ergo se il personaggio fa una figuraccia, il giocatore se ne risente e si chiude a riccio). Premetto che abbiamo tutti 24 anni e anche lui gioca da almeno 10 anni, più o meno come tutti. Eppure non riesce a digerire bene nulla (inclusi i narrativisti) che non sia D&D (e questo suo lato è emerso solo da quando abbiamo smesso con D&D, appunto!).

Comunque, riguardo all'ultima questione:

|cmq, mi pare che il succo è che giocate con lui perchè non volete
|offenderlo andare via, e perchè è vostro amico, non perchè sia bello
|giocare con lui.

Giochiamo con lui in quanto non è "non-bello" giocarci assieme. Io, personalmente, non soffro dal suo comportamento. Se lui fa l'istrice permaloso non mi cambia nulla. E' semplicemente come giocare insieme ad un PG con scarsa iniziativa e piuttosto insicuro. Gioco lo stesso. Anche il narratore gioca (anche se la maggior parte di conflitti costruttivi ce li ha con me ovviamente e non con lui). Ma ad entrambi (narratore in primis) dispiace che un giocatore non si diverta molto (e in certe occasioni si vede) e vorrebbe coinvolgerlo maggiormente.

Però pare "de coccio" ed io non riesco davvero a capire da cosa derivi questo suo scarsissimo entusiasmo e mancanza di iniziativa (nonchè il fatto che discutere in game lo reputi noioso...). So che non c'è una "risposta magica" ma, dato che è un problema -credo- inconscio del giocatore (quindi dubito sia volontario) mi spiaceva ricorrere alla silurazione senza prima tentare qualche approccio (anche se, sinceramente, non saprei proprio come fare...).

Niccolò

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Un giocatore "complicato"
« Risposta #1 il: 2009-07-03 23:45:17 »
Ciao.
Il thread è in whisper per evitare incidenti diplomatici con questo giocatore e permettere comunque a moreno di dire la sua. Moreno, hai la tua da dire? ^_^;

Moreno Roncucci

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Un giocatore "complicato"
« Risposta #2 il: 2009-07-04 06:16:24 »
Eh, mi hai scambiato per il Dottor House?  Riuscire a curare i mali dei giocatori senza nemmeno vederli?  :-)

Non so, la prima cosa che mi viene in mente dal racconto, è che è inutile starlo a tirare per la giacchetta o spingerlo. Così si rischia solo di peggiorare la situazione. Lasciatelo stare per un po', e magari esce dal guscio. Ma è proprio un tirare ad indovinare, potrebbe darsi benissimo che proprio non gli piaccia fare altro che far fuori goblin e coboldi...
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Un giocatore "complicato"
« Risposta #3 il: 2009-07-04 12:28:06 »
Ciao Moreno,
pensa che, qualche sessione fa ad exalted, lo ST gli ha detto "secondo me dovresti imprimere maggior iniziativa e decisione nel tuo PG, perchè mi sembra stia facendo la fine dell'ultimo, che è stato abbandonato da te in quanto non ti divertivi a giocarlo". Ed è passato ad un estremo all'altro, iniziando a muoversi da freelancer, fregandosene degli altri personaggi e arraffando tutto quello che trovava (salvo poi riabbassare la cresta quando scattava qualche lamentela ingame su questo comportamento). Quindi è uscito spontaneo il commento "credo tu abbia frainteso quelle parole...". Insomma è davvero difficile gestirlo.

Oddio, dalle ultime sessioni ha tirato fuori +10% circa di grinta aggiuntiva, riuscendo ADIRITTURA a sfidare un sangue di drago ad essenza 2! (e lui è un solare alba con circa 200pe che si rifiuta di combattere contro i nemici perchè i PNG gli dicono che "sono forti"). Può anche darsi che stia MOLTO lentamente uscendo dall'apatia.

Resta comunque il fatto che non gli piace minimamente il coinvolgimento parlato (sempre inteso come la discussione ingioco). A tal proposito, riporto una frase testuale (salvata da una discussione) in cui il giocatore si lamentava di come io interpretavo il mio PG (una questione alquanto fuffa su cui non voglio soffermarmi). Io gli ho proposto: "bene, se il comportamento del mio PG non piace al tuo PG allora perchè non risolviamo la questione in gioco? Col tuo PG che va dal mio e gli dice -guarda il tuo comportamento non mi piace- e da lì interpretiamo di conseguenza la discussione! A me divertirebbe un sacco!". Ecco le risposte testuali:





(Bruna è lo storyteller N.d.R.)

Quindi non riesco a capire come possiamo renderlo partecipe anche ad altri giochi, dove parlare è abbastanza comune (basta vedere l'escalation a cani dove, quando parlavamo, si trovava in netta difficoltà ad applicare narrativamente vedo, accuso e rilancio).
Non per ultimo, il narratore, giustamente, vorrebbe rimettere in pausa exalted per dedicarsi ad altri giochi. Noi volevamo puntare magari a cani o SS ma l'entusiasmo di quel giocatore quando parliamo di questi giochi si smorza drasticamente.

Magari c'è un "gioco giusto" per lui... ma va a sapere qual'è... sicuramente uno di questi è D&D ma a me e ST non interessa giocarci (ci abbiamo giocato per 10 anni, ora basta...). Magari è davvero "potrebbe darsi benissimo che proprio non gli piaccia fare altro che far fuori goblin e coboldi..."  -_-

Niccolò

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Un giocatore "complicato"
« Risposta #4 il: 2009-07-04 13:46:15 »
che è un po' quello che ti dicevo... diciamo che moreno era l'ultima speranza di cavare qualche idea... :/

Un giocatore "complicato"
« Risposta #5 il: 2009-07-04 16:08:13 »
Mah, attendo, magari c'è ancora qualche consiglio in agguato.

[Balle che girano Mode ON]
In ogni caso mi sto sgonfiando di districare le beghe degli altri. Come gruppo mi pare giusto che tutti si divertano in modo  eguale ma se lui continuerà a fare il difficile su ogni fronte, amen. Ecchesiamo? Un centro di recupero? Se proprio si scazzerà, vorrà dire che ha sempre un altro gruppo con cui giocare a D&D ò_ò
[Balle che girano Mode OFF]

Moreno Roncucci

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Un giocatore "complicato"
« Risposta #6 il: 2009-07-04 16:26:09 »
Ipotesi:

1) Odia interpretare, si vergogna (ci sono anche questi...). Voi insistete molto sull'interpretazione in character, o potrebbe discutere parlando out-of-character tipo "gli faccio notare che si contraddice", o anche "tiro su convincere"?
Vedete differenze, quando gioca, fra le tre maniere?

2) Odia qualunque "frattura intergruppo", vuole giocare un gruppo di amici sempre uniti. (ne avevo una nel gruppo, il problema si è risolto quando dopo aver provato un po' ha capito che potevamo giocare le peggiori nefandezze fra personaggi e riderne insieme come giocatori)

3) Odia metterci qualunque impegno, vuole essere "intrattenuto":  in questo caso, se non vi dà fastidio tenetelo come fermacarte e soprammobile,  e smettete di perderci tempo. E' incurabile.

4) Vorrebbe un gioco in cui il suo "sogno" venga tutelato a prescindere, e odia il rischio di vederlo frantumarsi (cioè, vuole giocare un eroico eroe, ma se gli fate correre il rischio di giocare uno che perde, non importa quanto sia piccolo questo rischio, scappa. Ha paura della sconfitta. Vuole che non ci sia proprio nessun rischio). Per il "right to dream" guarda questi tre articoli di Vincent Baker (1, 2, 3) quello importante è il secondo, ti ho dato i link anche agli altri due per completezza.

5) Non gli piace giocare con voi, ma non sa come dirvelo, e trova scuse (come gioca con l'altro gruppo? Trovo strano che uno senza iniziativa faccia il GM, sia pure a D&D...)

Citazione
[cite]Autore: Lantheros[/cite]Giochiamo con lui in quanto non è "non-bello" giocarci assieme. Io, personalmente, non soffro dal suo comportamento. Se lui fa l'istrice permaloso non mi cambia nulla. E' semplicemente come giocare insieme ad un PG con scarsa iniziativa e piuttosto insicuro. Gioco lo stesso. Anche il narratore gioca (anche se la maggior parte di conflitti costruttivi ce li ha con me ovviamente e non con lui). Ma ad entrambi (narratore in primis) dispiace che un giocatore non si diverta molto (e in certe occasioni si vede) e vorrebbe coinvolgerlo maggiormente.


Scusate, ma perché sbattersi se non gli interessa? Se non soffrite, tenetelo a "far numero" e amen, no?

Oltretutto, da quello che dici ottenete solo di irritarlo e rovinare le partite...
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Niccolò

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Un giocatore "complicato"
« Risposta #7 il: 2009-07-04 16:38:44 »
Ho appena ricapito da zero il right to dream. e, diamine, era sempre stato li.

Un giocatore "complicato"
« Risposta #8 il: 2009-07-04 20:40:02 »
1) L'interpretazione in senso stretto non mi pare difficoltosa per lui. Ma noto che interpreta particolarmente bene e con enfasi quelle situazioni risolutive da un punto di vista "ho dimostrato che ce l'ho fatta". Per esempio (ne cito alcuni come tanti) se riesce a venire a capo di un enigma, se deve arrovellarsi un pò per ottenere un buon risultato et simili. Poi ci sono anche casi che esulano da tutto ciò ma sono meno comuni.
Abbiamo tentato di spingerlo nell'interpretazione senza risultati apprezzabili.
Non ha quasi mai fatto commenti out of character. A detta sua, il conflitto verbale/sociale è un fastidio in ogni sua forma.
Infine, i tipici tiri di dado sociali un pochetto li sfrutta ma di rado riesce a condirli con interpretazioni adeguate.
Non so sembra sempre un in... difficoltà.

2) Qua non saprei con esattezza... Sono certo che, per lui, è molto più appagante essere in un gruppo dove i PG non hanno screzi tra loro. Se qualcuno rivolge un commento offensivo o comunque denigratorio in-game al suo PG io ho sempre l'impressione che la prenda MOLTO sul personale, cioè a livello giocatore (dopodichè odo due tonfi sul pavimento che sono i miei testicoli che rotolano...)

3) Eh... chissà... non mi stupirei. Più che altro non l'ho mai visto in una presa di coscienza nei confronti del gruppo... e questo un pò mi lascia interdetto...

4) Questo punto mi piace. Nel senso che potrebbe essere quello giusto insomma. Cioè... forse non tanto "sono l'eore, non fate sfumare la mia figura da eroe e il mio intento da eroe". Quanto più "io SONO il mio personaggio ed io odio fare figure di merda, così come odio fallire o essere schernito". E' un'ipotesi, eh, che comunque, da quel che ho capito da quei thread linkati, non è compatibilissima con il right to dream (ma correggetemi se non ho capito bene). In quanto nel right to dream mi pare si parli di ciò che il giocatore "si aspetta/pretende" per il proprio personaggio, di ciò che vorrebbe che fosse come modello. Io temo che lui possa pensarla così ma, ancor peggio, identifichi troppo se stesso nel personaggio. Di fatto il 90% (e non scherzo) dei suoi personaggi, anche di giochi diversi e per quanto siano dissimili per aspetto e abilità, caratterialmente sono prodotti con lo stampo. Cioè ovvio che se in D&D faceva il mezz'orco cattivo o il paladino li interpretava su linee di condotta differenti ma, gira gira, era semplicissimo toccare il "tasto" giusto per ottenere la stessa reazione (ed il tasto poteva essere il fallimento, la figura di popò o altri), indipendentemente da chi stesse interpretando.

5) Sicuramente gli piaceva di più quando giocavamo a D&D. Soltanto che poi siamo passati ad altri giochi e Nik mi ha contagiato coi narrativisti, che però al giocatore in esame non mi pare piacciano granchè...
Perchè ti stupisci che uno come lui possa fare il DM a D&D? Come DM non ha problemi di farsi figuracce
come personaggio, di temere il fallimento per il proprio PG o di ricevere un insulto immaginario. Prende i mostri da manuale, li colloca da manuale e li fa morire da manuale. La sua sfera emotiva è salva.
Citazione
[p]Scusate, ma perché sbattersi se non gli interessa? Se non soffrite, tenetelo a "far numero" e amen, no?[/p][p]Oltretutto, da quello che dici ottenete solo di irritarlo e rovinare le partite...[/p]

Io sarei disposto anche a fregarmene a dirla tutta. Invece il master è molto più tentennante di me e ci tiene a coinvolgere tutti. Inoltre è pur vero che per lui (come master) avere un giocatore che "risponde male" è più fastidioso rispetto a me che sono un giocatore. Ora la questione è nata da quando il narratore, e su questo lo appoggio in pieno, ha detto:
"voglio fare una pausa ad exalted e fare qualche altro gioco". La differenza è che io e lui ci troviamo parzialmente concordi su cosa giocare, mentre l'altro giocatore è visibilmente... hai presente la faccia ambigua? "Mah... sì... se ci tenete giochiamo". E lui giocherebbe ma, come al solito, al narratore scattano le beghe mentali e gli spiace che lui non si diverta.

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