Mamma, aiuto, mi scappa un rant. Piccolo. Un rantino.
Ispirato dal thread “Feedback su... ELAR” volevo dire due parole su cosa è un manuale. È un discorso in generale, non su Elar in particolare (che non ho letto). Secondo wikipedia, un mauale è « un documento, cartaceo o elettronico, volto a spiegare il funzionamento di un prodotto, dispositivo o servizio. », cioè uno strumento che deve traghettare conoscenza da un pezzo di carta al mio cervello, nella maniera – si spera – più indolore possibile.
Non è un libro. Non è un romanzo. Non è una raccolta di poesie. È un manuale.
Quello che spesso siamo abituati a chiamare “manuale” di un gioco di ruolo in realtà è il matrimonio di due diverse anime, che hanno scopi spesso inconciliabili. Il MANUALE vero e proprio, che dovrebbe trasmettere regole e procedure. Il COLORE, che in linea di massima dovrebbe trasmettere conoscenze, atmosfera e “motivare” il giocatore.
Il MANUALE (fra le altre cose, c’è una intera scienza dietro a come scrivere un manuale fatto bene: lo sa perfettamente chi lavora nell’informatica come me che è abituato a produrre tonnellate di documentazione / manualistica) deve avere font chiari e leggibili, informazioni esaustive e chiare, organizzate in modo da essere reperite velocemente. Il COLORE deve avere font evocativi, grafica d’impatto, informazioni magari incomplete (e spesso “creativamente” incomplete) però capaci di evocare un immaginario potente.
Nel MANUALE di un gioco, di Golding, Orwell, Poe, Husserl, Heidegger, Eco mi ci faccio la birra. Scrivessero il COLORE, ma stiano alla larga dal MANUALE.
Nei “manuali” di gdr che mi è capitato di studiare / leggere c’era tutto il campionario di come NON si scrive un manuale. L’errore più ricorrente è usare termini non definiti. O la sua versione minore “fare due milioni di rimandi”. Seguono a ruota le definizioni circolari (Balder è l’Adone del nord, Adone è il Balder del sud). E si potrebbe andare avanti a lungo…
Sotto questo punto di vista, i giochi di ruolo (mediamente) si fanno dare dei gran punti dai giochi da tavolo, che hanno manuali scritti (mediamente) molto ma molto meglio.