Per continuare il thread vorrei fare un paio di chiarimenti:
Perché localizzare?
Localizzare significa ambientare un gioco vicino a casa propria, nella propria realtà. Non è un valore in sé (anche se io sono un grande fan del movimento che si chiede del perché le cose fighe accadano tutte nel Wyoming e mai in Brianza) ma è uno strumento, una tecnica utilizzata per raggiungere quello che, a volte, viene chiamato gioco "close to home", vicino a casa.
"Giocare vicino a casa" significa inserire nella partita temi e argomenti conosciuti, vicini alla propria realtà.
Questo non significa, necessariamente, avvicinarsi geograficamente alla propria realtà. Nel contesto di Monsterhearts potrei, per esempio, giocare lo studente italiano in Erasmus, e questo già farebbe qualcosa per avvicinare il gioco alla mia realtà.
La localizzazione è, quindi, solo uno strumento utilizzato per il fine di mettere meno filtri fra sé e le emozioni generate dal gioco.
Qual'è lo scopo di questo specifico esperimento?
Ho proposto di giocare in Italia perché non ero sicuro che il gioco potesse reggere.
Gli adolescenti americani fanno, obiettivamente, cose diverse dagli adolescenti italiani.
Il mio dubbio era se e quanto queste differenze influissero sul gioco. Non ha senso sforzarsi di giocare "vicino a casa" se poi il gioco ti esplode fra le mani.
Di fatto l'esperimento è, ad ora, un successo: abbiamo constatato come il gioco possa essere ambientato in Italia senza danni. Pur cambiando le dinamiche sociali il sistema si rivela più che adatto a reggerle.
Ma... quindi l'esperimento vale solo per l'Italia del Nord?
No.
Noi siamo stati fortunati a provenire tutti da una specifica sub-cultura e quindi abbiamo potuto alzare parecchio il livello di dettaglio. A dire la verità non abbiamo ambientato il gioco genericamente "in Italia", ma "nella valle del Po", sfruttando delle specifiche molto dettagliate.
Il trucco in questo genere di cose è trovare il minimo comun denominatore per il gruppo.
Quando faccio una demo di Sporchi Segreti a Lucca Comics, per esempio, propongo sempre di ambientarla in mezzo alla fiera, in modo da poter incontrare qualcosa di certamente familiare a tutti.
Chiariamo quindi che il nostro esperimento non vuole dimostrare che il gioco sia adatto ad essere giocato in una particolare città o regione Italiana.
Possiamo anche analizzare i tratti comuni a tutta la cultura italiana (scuole sono al mattino, minore responsabilizzazione, forte immigrazione interna e cose così). Noi abbiamo spinto molto sulla nostra familiarità di un particolare luogo, ma non vorrei che questo vi traesse in inganno: è servito solo a dare un "colore" comune (l'afa, il fiume, la vecchia azdora). Avendo giocato questa campagna mi sono convinto che Monsterhearts possa facilmente essere giocato in qualunque punto d'Italia: Malnate Brianza, Curudreddo'e Susu o Montelupo Irpino non fa differenza.
Si, sicuramente la localizzazione è più semplice quando succede come è successo a noi e si può condividere una sotto-cultura, il focus è ancora più stretto e la partita ancora più vicina a casa, ma in mancanza di quello io credo che il focus possa semplicemente allargarsi all'intera Penisola senza perdere troppo dettaglio, mantenendo la validità dell'operazione.
È vero, le specifiche della valle del Po come le nebbie, gli aironi e i partigiani possono sfuggire a chi non ci è vissuto, così come a me sfuggirebbero e risulterebbero aliene le peculiarità del villaggio sardo o friulano, ma determinate caratteristiche sono proprie della cultura italiana, in contrasto con la cultura nordamericana implicita nel gioco.
Di sicuro una "Italia generica" sarà più vera, reale e sentita di una "America inventata".
Tra l'altro ambientare il gioco negli Stati Uniti è, credo, frutto di un'abitudine più che di una necessità, dato che l'autore è... canadese! È vero, Canada e USA condividono enormi similitudini, ma non sarebbe comunque meglio avere come setting standard, chessò, Albion, in Ontario (per sparare una cittadina a caso)?
Io credo, per concludere, che la localizzazione sia quindi facile e positiva, e che possa avvenire a diversi livelli: trovandomi a giocare con persone della stessa città l'ambienterò lì, e allargherò il tiro man mano, alla ricerca di un minimo comun denominatore che, ne sono convinto, sia possibile trovare, fosse anche solo ampio come l'intero Stato, e che avvicinerà comunque il gioco all'esperienza diretta del giocatore.