Io ho avuto un'esperienza di "non giocare lo stesso gioco", o per lo meno di seria dissonanza, in una recente campagna di Vampiri (interrotta precocemente per insoddisfazione di altri giocatori e mancanza di tempo per la faticosa preparazione).
"Giochiamo a Vampiri." Va bene, non ho mai provato; facciamolo.
Senza particolari dettagli su quale sarà l'ambientazione, suppongo che i PG saranno vampiri di basso profilo, che in un modo o nell'altro si conoscono, a cui capita un'avventura non necessariamente cooperativa.
Mi spremo quindi le meningi per trovare un'idea di base adatta alla massima varietà di epoche e luoghi e altri vampiri e capace di sostenere approfondimenti della backstory e conflitti: un tale che non ricorda nulla di come è diventato vampiro, se non le circostanze misteriose (è stato rapito, si è svegliato solo e non sa neanche a che clan apparterrebbe); giustamente risentito e scarsamente motivato è diventato un giustiziere di criminali, stile Batman, si è aggregato alla Camarilla per non avere problemi e segretamente, quando possibile, uccide vampiri.
Alla prima partita, è chiaro che non sarà così: i PG devono essere mortali, e la campagna (Italia, contemporanea) comincerà con la loro vampirizzazione. Si può scegliere un clan a piacere, e i punti a disposizione non saranno molti.
Salvando qualcosa del concetto originale, penso alla persona adatta per uccidere altri vampiri; un bravo carabiniere pugliese, ufficiale di ottima carriera, già aggressivo per via del suo lavoro. In qualche modo diventerà un Ventrue; oltre ad essere i più seri e i meno aberranti, hanno abilità adatte (in particolare influenzare telepaticamente la gente o dare ordini irresistibili è un buon modo per mettere nei guai qualcuno).
Per evidenti ragioni di realismo, assegno al mio personaggio abilità da investigatore: pistola, investigare, legge ecc. Poi però non ci sono abbastanza punti per farne un combattente particolarmente valido; decido di puntare tutto sulle caratteristiche mentali e sulle discipline di dominazione mentale.
La scelta giusta? Decisamente no: contrariamente alle mie aspettative (di essere un combattente di seconda fascia ma dignitoso e rilevante), in tutti gli scontri il mio personaggio si rivelerà troppo poco robusto per esporsi e quasi trascurabile sotto l'aspetto offensivo (rispetto a chi spara con una pistola, ma quattro volte per turno, o a chi fa più danno a mani nude).
Allora almeno ci saranno opportunità di interazione ostile con la testa dei PNG? No, sono quasi tutti molto potenti e nella condizione di dare ordini; spediscono i PG in missione, sostanzialmente da soli, a cercare alcuni artefatti. Nonostante l'investimento, non sono neanche il PG più adatto per risolvere enigmi; difficile competere con chi ha puntato su abilità di psicometria e ESP in genere.
Non mi spingo a dire che non ci giocherò più, ma certamente le incomprensioni e le frustrazioni di un gruppo inesperto sono state aiutate da un sistema antiquato e disallineato rispetto allo slogan dello "storytelling game". In particolare:
- Perchè deve essere possibile un tale divario nelle abilità di combattimento (e d'altra natura) dei personaggi? Se uno si specializza, deve per forza fare pena in tutto il resto? Non c'è modo più efficace di frammentare senza rimedio le aspettative tra chi vuole combattere, chi vuole svelare misteri, chi vuole interpretare i tormenti interiori di un vampiro senza fare una brutta fine, eccetera.
- Perchè non dovrei giocare un vampiro serio, con un po' di potere e qualche decennio o secolo di rodaggio, invece di una "spina" in una comunità di "nonni"? C'è un motivo per partire al "primo livello" diverso dalla tradizione alla D&D di guadagnare esperienza? Mettere meno punti di quanto sarebbe giusto nelle abilità per limiti di budget è assolutamente anti-cool.
- Perchè se non so cosa mi aspetta devo compilare in anticipo la scheda del personaggio, con dettagli fondamentali che ne determineranno l'efficacia per sempre? Praticamente l'unica cosa che non mi ha deluso della scheda del mio personaggio è stata la scelta dell'ininfluente "allineamento morale" (massima umanità, ovviamente).
Per reazione, mi è venuto in mente un esperimento che qualcuno avrà di certo già tentato: Trollbabe con personaggi vampiri, ovviamente metà umani e metà mostri, "abilità vampiresche" (qualsiasi, non limitate a un paio di discipline) al posto della magia in senso stretto e un'ambientazione adattata dal World of Darkness. Sulla carta, il minimo delle scelte premature, il massimo della flessibilità, e senza neanche sforzarsi il giusto livello di potere (
abbastanza alto) e altri ovvi vantaggi.