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[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso

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Patrick:
approfondisco per rispondere a mattia:
Il sesso di una persona è genetico, sono i geni che hai, i genitali interni. Il sesso dice se sei biologicamente, fisicamente, maschio o femmina.
Il genere è un po' più difficile da spiegare in maniera completa e neutra. mi pare che wikipedia lo spieghi in maniera abbastanza soddisfacente (introducendo tra l'altro anche il concetto di "ruolo", che però non mi interessa in questo contesto [vedi la prima specifica alla fine del mio post]):

--- Citazione ---Nella maggioranza della popolazione, l'identità, il ruolo di genere e il sesso biologico corrispondono (persone "cisgender"). Ad esempio, una donna cisgender:
 -ha gli attributi femminili (sesso)
- si sente donna (identità)
- viene percepita dagli altri come donna (ruolo)
Idem nel caso di un uomo cisgender, dove però ovviamente sesso, identità e ruolo di genere saranno al maschile.
L'identità di genere è il modo in cui un individuo percepisce il proprio genere: questa consapevolezza interiore porta a dire "io sono uomo" o "io sono donna".
--- Termina citazione ---
http://it.wikipedia.org/wiki/Identit%C3%A0_di_genere

può bastare o serve spiegare ancora meglio?


EDIT:
Meguey ha fornito degli ottimi link a riguardo:

--- Citazione da: Meguey Baker - 2012-06-01 06:14:55 ---A perhaps more useful and complete presentation of the non-binary nature of sexuality than Kinsey:

The genderbread person

http://itspronouncedmetrosexual.com/wp-content/uploads/2012/03/Genderbread-2.1.jpg

And a slightly outdated version with non-the-less decent descriptions of the four major realms of sexual person-hood.

http://itspronouncedmetrosexual.com/2011/11/breaking-through-the-binary-gender-explained-using-continuums/


--- Termina citazione ---

Mattia Bulgarelli:
No, no, adesso ho capito. ^_^

Mr. Mario:

--- Citazione da: Patrick - 2012-05-26 15:52:10 ---personalmente non mi trovo del tutto d'accordo. Mi spiego meglio: sicuramente giocare un personaggio di un genere o un orientamento sessuale diverso dal proprio non è facile, questo non lo metto in dubbio. Quello che non mi convince è se giocare una donna sia, per un giocatore maschio, effettivamente più semplice che giocare un personaggio maschio omosessuale.
Personalmente ritengo di no. Credo che se un giocatore riesce a giocare una donna senza sentirsi a disagio, passare da un diverso genere ad una diversa sessualità non è così difficile. Se sono in grado di giocare una donna senza che sia una macchietta e senza che io mi senta a disagio, non vedo perchè dovrebbe essere un problema giocare un maschio omosessuale.
--- Termina citazione ---

Credo che il se dell'ultima frase sia grande come una casa, Patrick.

Interpretare qualcun altro, mettendosi davvero in gioco, significa fare i conti con una sensibilità diversa dalla nostra. Questo è generale, non ha a che fare con sesso e genere. Se io che ho entrambi i genitori vivi voglio mettermi nei panni di un orfano, devo fare i conti su come questo cambierebbe il mio modo di sentire e di reagire.

In questo, posso essere aiutato dall'esperienza (magari conosco qualcuno che ha attraversato il trauma di perdere i genitori e so cosa ha voluto dir per lui, magari no) ma non è comunque fare i conti con qualcun altro; è invece fare i conti con quello che noi proiettiamo sull'altro. Io non sono una donna, e non posso sapere cosa vuol dire essere una donna, quando gioco una donna mi rivesto in qualche modo di quello che io credo sia essere donna. Il che, ovviamente, per una donna che guarda, può sembrare più o meno accurato.

Ora, la difficoltà. Ci sono diversi tipi di difficoltà. Una difficoltà può essere subito all'ingresso, perché non abbiamo elaborato una proiezione abbastanza chiara del nostro obiettivo da poterla indossare. Io so che i miei cattivi risultano di solito abbastanza piatti e penosi. Dovendo calarmi nei panni di qualcuno intenzionato a fare del male a qualcun altro, ho bisogno di tempo per elaborare il personaggio e dargli un senso per me, altrimenti sarà una pedina che muovo facendogli fare le azioni che mi sembrano appropriate, ma guardandole solo dall'esterno. Sarà un personaggio che non 'pensa' e non 'sente' nulla.

Può pertanto capitare che uno non abbia un 'vestito' pronto nella sua testa da indossare per quando vuole giocare una donna o un gay, perché o non ha avuto abbastanza esperienze, o non si è mai soffermato a cercare di capire la sensibilità dell'altro. Può capitare di avere a disposizione solo grossolani tratti generici, e non avere dei canoni per valutare 'con gli occhi di qualcun altro'.

Un'altra difficoltà, invece non capita all'inizio ma nel corso del gioco. Capita quando, recitando la parte di un personaggio, succede qualcosa di emotivamente significativo che ci causa una reazione, spesso del tutto involontaria, di paura o di rifiuto. Quando succede, ci strappiamo di dosso quella sensibilità e torniamo di corsa nella nostra, dove siamo più a nostro agio. Non sono certo di saper fare un esempio specifico, però conosco bene la sensazione, quando a causa di qualcosa che è successo in gioco, il mio personaggio non mi piace più, e io faccio un passo indietro.

Entrambe queste difficoltà riguardano la proiezione della sensibilità altrui. Per cui, non credo che, a priori una cosa sia più difficile dell'altra. Credo dipenda invece dalla singola persona e da quanto si senta in grado di rivestirsi di panni altrui.

Ernesto Pavan:
Durante la mia prima (e finora unica) partita a Un penny per i miei pensieri, i miei compagni di gioco hanno pensato, come scherzo, di spingermi a giocare un personaggio omosessuale (anche se, alla fine, la scelta è stata mia). Invece di prendermela con loro (per cosa, poi?) ho deciso di accettare la sfida e giocarlo fino in fondo. L'esperienza è stata straordinaria.


Alla fine è emersa la storia di un uomo che dalla vita ha ricevuto un sacco di botte e si è sempre rialzato in piedi. Che ha mandato al diavolo il matrimonio di convenienza e ha scelto di seguire la propria sessualità, anche a costo di perdere il lavoro; che una volta perso il lavoro ha tirato su con le proprie forze una ditta di successo; che, una volta scoperta la sieropositività del proprio nuovo compagno, non ha esitato un minuto a vendere tutto e trascorrere insieme all'uomo che amava gli ultimi giorni della vita di questi in una splendida isola tropicale. Il momento più bello della giocata è stato quando uno degli altri giocatori ha narrato di come il mio personaggio ricevette una lettera dal suo amore di gioventù che, prima di suicidarsi in seguito a una valanga di disgrazie non dissimili da quelle che aveva vissuto lui, lo ringraziava per tutto e lo lodava per aver avuto il coraggio che a lui era mancato.


Il Wualla mi ha preso in giro per mesi, per questa storia, eppure durante la giocata, una volta spinti un pelo più in là i confini della mia comfort zone, non mi sono più sentito a disagio e ho vissuto con passione quella che, in fondo, non era che una storia di vita e di amore tormentati. Il tema dell'omosessualità era parte integrante della vicenda e, se fosse venuto meno, questa non sarebbe stata la stessa, ma di per sé non l'ho vissuto come un problema o (dopo le primissime fasi della giocata) una sfida. Il mio personaggio era un essere umano e come tale l'ho giocato. ^_^

Mauro:

--- Citazione da: Patrick - 2012-05-26 15:52:10 ---Se sono in grado di giocare una donna senza che sia una macchietta e senza che io mi senta a disagio, non vedo perchè dovrebbe essere un problema giocare un maschio omosessuale
--- Termina citazione ---
Perché la società vede diversamente donne e omosessuali. So che parlare della società non è lo scopo della discussione, ma credo che abbia comunque (o possa avere) un'influenza rilevante.
Essere donna non è nulla di male: si può essere piú o meno liberali, piú o meno maschilisti, piú o meno femministi, ma essere donna non è in sé percepito come sbagliato.
Essere omosessuali a volte è percepito come diverso, come sbagliato; quindi non solo quello che stai mettendo in gioco rischia di scontrarsi con una simile percezione esterna, ma - per un uomo che gioca un gay, e magari anche per una donna che gioca una lesbica - rischia d'innescarsi un meccanismo di "E se pensassero che io sono frocio?". Donna è qualcosa che lí, al tavolo, come giocatore, non posso essere; omosessuale, sí.
Per quanto si possa essere di mentalità aperta, per quanto si possa essere a favore degli omosessuali, siamo immersi in una società che li vede in maniera contrastante, a volte omofobica; e difficilmente, se è possibile, ne usciamo non toccati. E credo che questo possa creare una barriera.
Prendi Ezio, Mario, Fabio... tutta gente che credo (correggetemi se sbaglio) non ha avuto problemi a giocare Kagematsu, o PG donne in mille altri giochi; tutta gente che, all'idea di Kageymatsu, ha inizialmente indietreggiato (vedi l'AP di Mario; Fabio ha pensato fino all'ultimo se iscriversi, Ezio mi pare abbia avuto - come prima reazione - qualcosa del genere "È troppo per me"). Non ho problemi ad ammettere che anche io, che non ho mai avuto problemi a giocare alla versione normale, nel leggere la versione gay ho fatto un metaforico passo indietro.
Magari durante il gioco questo sparisce, non so; ma nel momento di approcciarsi al gioco, credo non ci sia nulla di strano nel percepire una barriera ulteriore.

Aggiunta: qui l'AP di Mario; qui la reazione di Ezio.


--- Citazione da: Mr. Mario - 2012-05-26 17:05:24 ---Non sono certo di saper fare un esempio specifico, però conosco bene la sensazione, quando a causa di qualcosa che è successo in gioco, il mio personaggio non mi piace più, e io faccio un passo indietro
--- Termina citazione ---
Posso dartelo io (cito da qui): «Sempre Un Penny per i Miei Pensieri, in un’altra partita, una domanda è stata: “Ti ha fatto piacere picchiare tua moglie?”. In quel momento, il giocatore non è piú riuscito a empatizzare col personaggio, distaccandosene quindi a livello emotivo (ricordiamo che ha dovuto rispondere “Sì, e…”); questo gli ha rovinato la partita e gli annullato la possibilità di Giocare con Passione».

Comunque, guardate How We Came to Live Here: è l'unico gioco che mi viene in mente in cui sesso e genere sono staccati. Non solo maschi e femmine ricevono, dalla società, compiti e aspettative completamente diversi, ma al passaggio all'età adulta un maschio (sesso) può decidere di essere una femmina (genere) e viceversa, con tutto quello che comporta (compiti, genere di chi dovrà sposare, ecc.).

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