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[AP][Monsterhearts] Cose che ti giudicano dall'oscurità

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Ezio:

--- Citazione da: Manuela_Soriani - 2012-05-26 15:08:50 ---Grazie anche a Ezio per il sincero AP, immagino che ti abbia dato delle emozioni davvero poco descrivibili.
Posso chiederti come le hai assorbite/come le stai assorbendo? (solo se te la senti)

--- Termina citazione ---


Eh, come assorbo di solito queste cose: attraverso il gioco.

Ho cercato, con l'aiuto dei miei compagni di gioco come ha detto Lavinia, di giocare il mio personaggio con integrità e onestà (perché in quel momento Jordan era decisamente il mio personaggio, non era molto diverso a Ambrose, aveva solo Mosse diverse) e cercando di capire e elaborare quelle emozioni.
Ho capito perché ero a disagio, e ho trasmesso il mio disagio emotivo a Jordan, sublimandolo attraverso di lui.


Me ne sono poi staccato facendo entrare Ambrose in Darkest Self. In quel momento Jordan aveva finito di esprimere le mie emozioni, con quell'aggressione verbale ad Ambrose, e potevo ricominciare a vederlo come un'auto rubata.

Manuela Soriani:
OMG! Lavinia! Questo AP è davvero meraviglioso!
Mi ha dato un mucchio di spunti per come approfondire l'emotività di una delle fate che c'è in una delle mie campagne (mi rendo conto adesso che forse le ho chiesto poche cose, soprattutto di come sente il rapporto con uno dei mei PNG).
Meraviglioso! Amo la sensibilità di Ambrose.
Amo come Ezio da reso Jordan tangibile e fragile!

Grazie per i tempo che spendete per scrivere questi piccoli "diari di gioco".
Ma poi ce lo fate sapere se Jordan sopravvive, vero? @.@

Lavinia:
Stanotte mi è successa una cosa strana che non mi era mai capitata prima: ho sognato di essere Ambrose. Giusto per dare un'idea di quanto tutta la vicenda mi abbia colpita @_@

@Luca: guarda, io come giocatrice avevo bisogno che Jonatan abboccasse perché si spingesse oltre ad un punto in cui usare poi turn someone on non fosse per lui ignorabile, ma nel proporre questo accordo mi sentita veramente una merda appunto perché ero cosciente di stare tendendo una trappola, ne più ne meno. Ambrose aveva tutte le migliori intenzioni, Lavinia voleva incastrare Jonatan.

@Manuela: guarda, come ho detto Jonatan è uno stronzo, ma è stato proprio il suo reagire negativamente ma in una certa maniera piuttosto che un altra che ha fatto sì che, comunque, me ne freghi di lui e mi senta in colpa per la sua morte. Ha comunque rivelato una certa fragilità e paura, e questo ha reso possibile empatizzare con lui anche se solo per un attimo. E OVVIAMENTE vi terrò aggiornati sul fato del povero Jonatan ^_^

Alberto Muti:
Ezio e Lavinia me l'hanno già sentito dire due volte, su due diversi post di G+. Una giocata come questa mi dice "questo è un gioco che mantiene le promesse".

Ma ci vuole una considerazione in più: oltre il gioco, i giocatori. Ragazzi, volevo esprimervi la mia massima stima per l'intensità con cui giocate, e per l'onestà con cui ne scrivete.
Mi unisco a Mauro nel dire che fare parte di un Tavolo come questo è una cosa da invidiare, ma in senso buono. Voi continuate a essere splendidi, noi leggeremo avidamente i vostri racconti! ;)

Visto che capisco abbastanza le questioni di "cautela" e di, diciamo, "ritmi" del coinvolgimento sollevate da Manuela, volevo fare una domanda a Giulia e Lapo:
Vedo che il Fatato e la Witch sono partiti a razzo con l'intensità emotiva? voi? siete stati "trascinati" a quei livelli da subito, o sentite di aver avuto tempo di entrare più lentamente nello stato mentale?

Rodrigo:
Ho capito che non è carino lasciarvi con la storia in sospeso, quindi, senza che nessuno me l'abbia chiesto, ecco la seconda parte dell'AP.

La lezione è quasi finita quando Virginia passa tra i banchi a dare l'invito alla festa di stasera. A tutti, me compreso.
 
MCEzio insiste che questo non sia normale e che deve avere un motivo specifico per invitarmi guardandomi negli occhi.
Poi mi chiede "Qual'è questo motivo?"
Io lo so di primo acchito, ma prima di dirlo devo riflettere. E' troppo? E' fuoriluogo? Serve?
Rispondo vago "So qualcosa su di lei"
MCEzio non si accontenta e mi chiede "Cosa?"
Ci sono tanti modi di chiedere "Cosa?" MCEzio mi sta chiedendo di buttarmi, di non essere timido, di osare. Non è abituato a giocare con me.
Cominciamo a conoscerci: "L'ho beccata a letto con mio padre"
Pausa di silenzio. Qualcuno chiama la fanmail e io so già che non è una storia di corna. Che mia madre è fuori dai giochi. Loro non lo sanno ancora. Per me è chiarissimo. Qualche volta i pezzi vanno a posto da soli.

Mi guarda attorno, cerco lo sguardo di Marco. Ci conosciamo da una vita e so che posso chiedergli consiglio. Lui evita il mio sguardo, si alza, raggiunge un gruppetto di tizi che non conosco e si allontana facendo finta di non avermi visto.
Tutto succede veloce e io devo adeguarmi. Potrei alzarmi e andargli dietro e chiedergli spiegazioni. Considerato il nostro rapporto e il fatto che è il mio unico amico dovrei farlo. Le gambe si gelano sul posto. Stringo i pugni e penso "Traditore, me la pagherai"
Quando alzo lo sguardo Diana mi sta guardando, in piedi, vicino al mio banco. "Tu ci vai alla festa?" mi chiede "Penso di sì. E tu?" "Mah, se ci vai tu, magari sì, Almeno avrò qualcuno con cui parlare."Fa per andarsene, quando le parole mi escono dalla bocca senza pensarci "Diana?" "Sì?" "Se vieni anche tu mi fa piacere" Una voce nella mia testa urla "CHE CAZZO STAI FACENDO?"

Non sono pronto a questo. Non voglio corteggiare Diana. Non mi interessa in quel senso. Lei sta con Ambrose, credo. Devo andarmene di qui. Devo riguadagnare il controllo.

Ho bisogno di qualcosa SUBITO. Scendo veloce in palestra, entro negli spogliatoi e frugo nella roba di David, il bulletto. Prendo la sua amata divisa da basket e la brucio mentre pronuncio un incantesimo. Illusions: non-existent subtext everywhere. Gliela lascio lì, in bella vista. Me ne vado mentre lui bacia la ragazza sbagliata. Una piccola soddisfazione, qualche volta ti aggiusta la giornata.

Tempo di uscire da scuola e andare a casa? Certo, ma non la mia. E' ora di prepararsi al contrattacco. Guido il mio scassone fino a casa di Marco e incrocio sua madre, Linda.
"Salve Linda, ho bisogno di un libro che ho prestato a Marco. salgo in camera sua a riprendermelo." Sono abbastanza naturale da suscitare domande ma, una volta in camera, oltre al libro, prendo anche una lettera della sua prima fidanzata.

La Witch, per poter usare i suoi poteri senza guardare in faccia il suo bersaglio, deve procurarsi dei Sympathetic tokens, ovvero oggetti di un particolare significato emotivo per il bersaglio. Scegliendo la lettera so di dare all'MC un indicazione du Marco, ma non credo ci siano problemi. MCEzio non si fa sfuggire l'occasione ghiotta e mi spiazza immediatamente. "Diana, sei tu la prima ragazza di Marco?" Lei risponde sì e io perdo di nuovo il controllo della situazione. Calma, respira Darius. Puoi ancora uscirne a testa alta.

Uscendo incrocio Marco coi suoi nuovo amici. La madre di Marco li guarda far finta che io non esista. Ottimo.  Lo saluto fingendo di non essermi accorto di niente mentre lui mi ignora sfacciatamente. Saluto anche Linda che ci guarda perplessi e già mi immagino chiedergli spiegazioni. Chissà cosa saprà inventarsi il traditore. Mentre torno a casa un piano comincia ad abbozzarsi nella mia testa.

Non mi piace casa. Non l'edificio, ci mancherebbe. Queste casette a schiera sono tutte fatte con lo stampino. Non mi piace la casa come concetto. Non mi piace la promessa che implica, non mi piace il suo voler dire "ora stiamo qui". Qui dove? Chi? Per quanto? Ecco, forse "Per quanto?" è un po' la domanda che mi risuona in testa.
Non mi piace starci a casa, così prendo un libro e me ne vado al cantiere. Qui dovevano costruirci un grande centro commerciale. "Le Fontane" doveva chiamarsi. Ora c'è un buco, un buco che sa di promessa infranta. Qui non ci viene nessuno, ci vengo solo io. Mi piace il silenzio. Mi piace la solitudine. Mi piace concedermi questo piccolo momento per sperare di ritrovare quello che qui ho perso: mia madre.

NOTA-MA-PERCHE'-METTO-LE-NOTE-?: Magari ci sarà anche la terza parte. Perché alla festa c'ero pure io. Ed ero ad una finestra, sogghignante.

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