Questo topic nasce per condividere un mio pensiero ed avvertimento, più che come spunto di discussione (o meglio, non saprei come porlo in maniera da stimolare una discussione...anzi, sì, m'è venuto in mente!:P)
La riflessione nasce sempre dal
Kagaymatsu men di INC: molte persone stanno discutendo e sono tutte eccitate pensando a quando, anche loro, potranno giocare a Kagaymatsu. Credo che Manuela e Mattia abbiano scatenato un mezzo tifone (e questo è bene!) ^^
Ora, spero vivamente che gli interessati ed entusiasti possano effettivamente avere un'esperienza soddisfacente, ma vorrei dar loro un avvertimento: attenzione quando cercate di "ricreare", di imitare una giocata (vostra o altrui che sia): sicuramente è una ottima motivazione per (ri-)giocare ad un gioco, ma tenete sempre a mente due cose:
1) che una giocata non è fatta solo del gioco, ma anche delle persone, del luogo, del momento, degli umori...insomma, di tante altre cose. Se una giocata viene particolarmente bene non è soltanto merito del gioco, o meglio, non è che giocando ancora allo stesso gioco (e magari anche con le stesse persone) avrete automaticamente una giocata egualmente soddisfacente.
1bis) che il bello di una giocata emerge naturalmente da essa (e dalle regole), non lo si può creare artificialmente
2) Collegandomi al punto 1bis, non cercate di forzare una partita ad essere "bella come quell'altra", non cercate di inserire a forza elementi che c'erano nell'altra partita con la speranza di ricreare le emozioni e l'atmosfera della giocata che volete ricreare. O meglio, fatelo se volete, ma siate moooolto attenti.
Il pericolo è quello di creare una giocata forzata, tirata, e mandare in vacca tutto.
Come ogni buon topic di Gioco Concreto che si rispetti, porto un esempio di mia esperienza (sulla quale mi sono "scottato", motivo per cui l'argomento per me è importante).
ArCONate 2010, la mia prima CON. Allo slot serale del sabato (unico giorno in cui Jessica ed io eravamo presenti), Tronk ed un suo amico ci presentano Un Penny per i Miei Pensieri. Ed è amore. Il gioco mi colpisce come un mattone, meccaniche brillanti e semplicissime, gioco intenso, diverso, interessante. Tant'è che mi compro subito la versione inglese, e mi faccio passare la traduzione da Tronk. Una delle cose che più mi è rimasta impressa di quella giocata è stata questa: Mio secondo ricordo. Nel primo da bambino avevo perso un rosario regalatomi da mia nonna, ora nel secondo mi stavo dirigendo ad una baita in montagna dove c'erano le persone che l'avevano rubato. Siamo nella fase delle domande guida, e (mi pare) l'amico di Tronk se ne esce con una domanda geniale: "Ti eri pentito di aver portato con te la pistola?" Bam. C'erano talmente tante implicazioni in quella domanda che non so da dove iniziare: avevo portato una pistola (perchè?), e me ne pentivo. Ero pronto ad usarla? L'avrei fatto? Insomma, giochiamo il ricordo e finisco per uccidere due delle tre persone nella baita. Quella domanda aveva preso l'andazzo del ricordo (e per estensione del mio personaggio) e gli aveva tirato una ginocchiata nei reni. Ed è stato meraviglioso, ne è uscita una storia bellissima.
Ora, dove sta il problema? Sta nel fatto che tornato a casa ho raccontato questa cosa ai miei compagni, e abbiamo cercato di inserire elementi simili nelle nostre giocate. Mandandole puntualmente in gonzo e rovinandole completamente. Dopo 2-3 partite simili mi sono fermato a riflettere con jessica, e abbiamo concluso che il nostro comportamento era sbagliato, che stavamo facendo un errore cercando di ricreare artificialmente quello che c'era stato nella giocata ad ArCONate. Ho capito che penny è un gioco che bisogna giocare as is, lasciandosi trasportare da esso piuttosto che cercando di guidarlo in una certa direzione. Penny paga se lo si usa per giocare storie di gente comune, con problemi comuni. Mi è tornato in mente (ed ho poi capito) quello che lo stesso Tronk disse in un suo AP sul gioco:
A caldo i due ricordi finali mi sono sembrati un po’ fiacchi rispetto all’importanza che dovrebbero avere, ma mettendoli nero su bianco mi accorgo invece che sono validi e decisamente intensi.
Non vi preoccupate di forzare Penny per creare "belle storie". Giocate spontaneamente, e alla fine guardatevi alle spalle: vedrete che quello che avete creato è molto più intenso di quanto vi sarebbe potuto sembrare giocandolo.
Per estensione (e per concludere riallacciandomi al discorso generale del topic), mi autocito da Google+:
Cercare a forza di riprodurre qualcosa vissuto da altri in una propria giocata è solo deleterio. Prendete il gioco, giocatelo, e vedete cosa ne esce giocando a modo vostro. Non otterrete mai la stessa cosa che hanno ottenuto altri e anzi, se anche otteneste qualcosa di molto simile, magari per voi non sarebbe bello...
Uomo avvisato...
******************
Bene, qual'è dunque lo scopo del topic? Raccogliere esperienze! Anche voi avete casi simili da condividere, in cui avete cercato di ricreare una determinata giocata, una certa atmosfera, e avete fallito miseramente? Oppure magari ci siete riusciti davvero, e io sono un pirla (effettivamente non lo escludo
)?
Share and discuss ^^