Autore Topic: [CnV] (ma in fondo non solo): etica del giocatore, etica del PG, etica del gioco  (Letto 15705 volte)

Oh, cavolo, non son otroppo sicuro che dovrei rispondere ad un mex in blu, in caso chiedo ai FG di spazzar via il mex...
 
 
CMQ
 
Intanto grazie a tutti gli intervenuti finora.
 
 
Devo aver lanciato i l3ad un po' come quando dirigo una partita di gdr: mettendo troppa carne al fuoco e lasciando via libera.
 
Ma in realtà ho raccolto moltissimo, quindi di nuovo grazie.
 
Il 3ad è venuto da una curiosità, ma in realtà da tre temi strettamente collegati:

- La morale di PG e dei giocatori
- la dimensionalità del PG, ovvero quanto il PG esiste
- (questo appena sfiorato, ma è quanto basta, per ora) l'immersione.
 
 
Ok, direte, ma qual era lo scopo del 3ad.
 
anche qui, diverse cose:
- capire meglio qusti aspeti di CnV
- capire cosa non aveva "girato" nella mia prima partita (che pure era stata divertente, beninteso)
- cosa mi attira e non attira in CnV
- darmi degli spunti ulteriori per un'idea di gioco che ho in mente da un po' (FLA)
 
 
In realtà qusto 3ad ha quasi esaurito il suo scopo. Non chiedo ancora di chiuderlo perchè mi pare ci siano ancora alcuni aspetti secondari che forse può valer la pena di far emergere.
 
Chiederei però una piccola cortesia (avrei dovuto farlo aall'inizio, e credo che lo farò di default nei miei prosismi 3ad:
 
Per favore tenete  fuori *D&D (e anche  V:tM, va') dagli esempi di gioco nel 3ad.
 
Non lo scrivo con intento polemico, è che , davvero, per me è fuorviante.
 
 
Ultimo punto: su Hangout, non capisco (davvero, sul serio, non capisco) perchè dovrebeb essere offensivo.
Anzi, no srebbeneanche male. L'unico problema è che temo che la mia connession enon regerebbe hangout (non regge Skype, per dire)
 
 
Per me il 3ad può proseguire.
 
 
 
 
 
 
Alberto M.   - Ventura"il problema è che io ci tengo a che il mio personaggio resti vivo, ma lui non ci tiene tanto" (by Jasca)


 
 
Per il resto... ha detto bene Mauro: quello è proprio il modo in cui si gioca a Cani. Anche perché poi Fratello Malachia può tirare fuori un passo che dice l'esatto contrario: CONFLITTO!
Vedi come il motore del gioco si sia messo in moto, avviato dalle scelte che i giocatori fanno, condizionati dai limiti (sempre auto-imposti) dei personaggi, ma comunque indipendentemente? Vedi come il gioco abbia messo in conflitto delle PERSONE più che dei Personaggi e come un Conflitto del genere sia intenso ed emotivo: non sto lottando per un qualche codice morale fantasy, sto lottando per qualcosa in cui io, Ezio, credo.

 
diciamo che lo intravedo. La domanda che mi pongo a questo punto ( ma a cui non ti chiedo di rispondere, nel senso che la risposta posso avela solo dopo parecchie partite a CnV) è se non sia possibile mantenere abbastanza distacco per tenere il conflitto a livello di PG . Peraltro a naso mi verrebeb da pensare che sia possibile, ma controproducente per il divertimento.
 
 
Citazione

Per contro la scena che descrivi del Paladino che deve uccidere il fratello è molto bella... però io sono il master e, se lo volessi, ho il potere di decidere che o uccidi tuo fratello oppure perdi i tuoi poteri da Paladino e qualche PX di interpretazione.
Ho, anzi, il DOVERE di essere io a giudicare la tua morale, e a indicare una "strada giusta".
 

Piccolo ,no ndeterminante appunto il "dovere" forse ce l'ho solo con D&D. I PX per l'interpretazione a rigore non li dovresti togliere.
E + che di "strada giusta" io parlerei di "prezzo da pagare"
 
CMQ si, si tratta di finezze: è  chiara la differenza.

 
Alberto M.   - Ventura"il problema è che io ci tengo a che il mio personaggio resti vivo, ma lui non ci tiene tanto" (by Jasca)


A differenza di giochi dove il GM mediante premi e punizioni ti dice cosa è giusto e cosa è sbagliato, in CnV personaggi se lo decidono da soli. Non si può dire  "il mio personaggio quella cosa non la farebbe mai", un personaggio è capace di fare qualunque cosa, deve solo trovarsi nelle circostanza adatte.

 
OK, in pratica tentare di far saltare i paletti. ed è molto interessante.
 
E permette di esplorare (accezione a piacere) ulterioriormente di volta in volta il PG, facendogli prendere via via spessore. E Questo va ancora bene.
 
E... si ,capisco anche il meccanismo piscologico che fa punta a risalire dallo stomaco del PG a quello del giocatore. Resta la domanda di cui dicevo pocanzi a Ezio, ma per quella devo giocarci  un po 'a lungo.
Grazie
 
Alberto M.   - Ventura"il problema è che io ci tengo a che il mio personaggio resti vivo, ma lui non ci tiene tanto" (by Jasca)

Simone Micucci

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(a quel messaggio in blu potevi rispondere. Certo. Contestarlo in pubblico no, perché avrebbe deviato il thread, ma potevi tranquillamente rispondergli, perché la risposta sarebbe stata perfettamente IT. Comunque hai fatto bene, sia a rispondere che a porti il dubbio).


Alberto, tieni presente anche questo di CnV:

CnV è un gioco che parla di "quasi adulti". I personaggi sono in quella delicata fase della vita in cui non sono ancora adulti, ma non sono neanche più dei ragazzini. E con il loro bagaglio culturale (deciso dalla scelta del Background all'inizio del gioco...che fondamentalmente fa un riassunto di come quel particolare ragazzo ha vissuto la fede fino a quel momento...in un Ramo Equilibrato? In un Ramo Distrutto? In una Comunità Solida?) si troveranno investiti di un'autorità immensa...girare di città in città, di comunità in comunità, per guardare la società degli adulti, il mondo che stanno per affrontare, e con i loro cuori di ragazzi (ragazzi che fino a quel momento hanno vissuto nella comunità e che ne hanno un'esperienza molto precisa...forse buona, forse no) cercare di raddrizzarla, cambiarla, migliorarla.

Durante il gioco, di ramo in ramo, di situazione in situazione, il ragazzo cresce. Il sistema stesso impone che cresca. Che veda situazioni diverse e che si ponga domande su di loro.
E ad un certo punto il gioco finisce. Quando? Quando il ragazzo non è più un ragazzo. Quando ha superato quella fase e ha deciso che sa qual è il suo posto in quella società (magari tornerà al suo ramo per sposarsi. Magari resterà in un Ramo disastrato come sovrintendente. Magari andrà ad addestrare futuri Cani al Tempio...magari si sparerà in testa. Magari scapperà all'est, convinto che la Fede sia solo marciume.).

E allora sarà un adulto e non sarà più un Cane.

Il gioco presenta un personaggio ragazzo e conduce il giocatore a far diventare quel personaggio un adulto. E questo non può essere fatto in una sola città. In una sola città vedi come funzionano i conflitti e come si cambiano i tratti. Ma non vedi il disegno completo e non provi quella sensazione di completezza e appagamento che hai quando, dopo un arco di città, dici "si...Fratello Cornelius ha dato, e ora farà questo...". E a quel punto lasci il tuo personaggio, dicendo cosa farà (o cosa vorrà fare) e se vuoi ne crei uno nuovo (con delle aggiunte e non delle penalità...per il disturbo).

Quello è il vero gioco di CnV. Un arco di città collegate che portano un Cane dall'essere un ragazzo al diventare un adulto. Solo una città è un passatempo di una serata, ma non è davvero CnV. È il suo scheletro, ma l'anima sta da tutt'altra parte.
Simone Micucci - GcG Global Fac - Fan Mail: 70 - Pacche sulla Spalla: 1. "Difficile avere nemici con Caldo+3"

Mauro

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Aggiungo un'altra cosa: è tendenzialmente impossibile che la morale del giocatore stia fuori dal gioco. È impossibile perché il giocatore sceglie i Tratti, non il personaggio.
Diciamo che Fratello Thomas ha ucciso in un conflitto Sorella Edith, perché ha considerato che le sue azioni fossero sbagliate; questo ha causato un Fallout a lungo termine, e il giocatore sceglie di prendere un nuovo Tratto. Cosa prende? Il peccato va punito con la morte? Ho ucciso una ragazza? Non ho esitato di fronte al male? La violenza risolve i problemi? Ho negato a un fedele la possibilità di redimersi? La redenzione non è possibile?
Sono tutti Tratti possibili, e magari sono pure tutti veri, contemporaneamente; ma il giocatore ne sceglierà uno. Scegliendolo, sta dicendo che gli interessa, tra tutti, portare in gioco quel Tratto, dare peso meccanico e narrativo - e quindi forza risolutrice nella storia - a quella caratteristica del suo personaggio.
Mettere come Tratto "Sono un assassino" è enormemente diverso da mettere "Ho punito il peccato", dice cose diverse del personaggio e del giocatore.

Moreno Roncucci

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Per TE! Per Malachia, il Cane di Moreno, invece, hanno fatto benissimo, perché Moreno ha deciso che questo non era ancora il limite di Fratello Malachia.

Uff...  essere usato come esempio in questo modo, io che giocavo un Cane che diceva "non sono in grado di giudicare nessuno"...   ::)

A parte gli scherzi, Alberto, c'è anche un rischio di rimanere fuorviati da una eccessiva informazione prima di giocare. Molti di questi discorsi su CnV se fatti con persone che hanno già giocato diverse volte, hanno un senso, ma parlando con altri ne assumono altri.  Già il fatto che CnV tratta di "scelte difficili" ha provocato stranissimi corti circuiti mentali in persone che hanno iniziato a giocarlo come una specie di quiz. Altri hanno capito fischi per fiaschi leggendo che "i Cani hanno sempre ragione" (teologicamente) e si sono messi a giocare dicendo loro chi aveva fatto cosa fregandosene della preparazione del GM. In altri casi l'hanno giocato come una specie di brainstorming per scrivere insieme un racconto, decidendo tutto prima, e non come un gioco.

Francamente, il mondo dei gdr (com'era prima, e in gran parte è ancora) non è preparato, culturalmente, socialmente e emotivamente a giochi come questi.   il "passaggio" può essere fatto tranquillamente giocando, e scoprendo semplicemente le peculiarità di questi giochi, e POI riflettendoci.  Ma a parlarne prima, quando si va al di là della semplice spiegazione delle regole e di come funzionano certe cose a livello pratico...  si rischia di fare più danno che altro, provocando fraintendimenti.

Per me ora quello che ti conviene fare è fidarti del sistema e giocare.
"Big Model Watch" del Forum (Leggi il  Regolamento) - Vendo un sacco di gdr, fumetti, libri, e altro. L'elenco lo trovi qui

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