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[CnV] (ma in fondo non solo): etica del giocatore, etica del PG, etica del gioco
Moreno Roncucci:
Prima di tutto, una piccola precisazione che non inficia il discorso di Ezio, anzi lo rafforza.
I Cani non hanno il potere di cambiare la dottrina. Non possono cambiare né il contenuto del libro, né l'interpretazione "ufficiale" che ne da' il Consiglio degli Anziani.
Anzi, in termini di Teologia, è molto facile che il sovrintendente ne sappia molto più di loro, e possa citare punto per punto dove "sbagliano".
Quello che i Cani hanno l'autorità di fare, autorità assoluta, è il dire "in questo caso specifico questo non è peccato" (o dire che lo è) e determinare cosa va fatto per salvare la Città.
Questo gioco continuo fra globale/locale, teoria/pratica, dottrina/applicazione, ideale/reale è una delle tensioni costanti nel gioco: i cani sono persone a cui sono stati dati principi molto generali dicendogli che risolvono tutto, e devono usarli per proteggere le città (non le singole persone), e compito del GM è metterli in difficoltà con (1) applicazioni pratiche, (2) singole persone, (3) singoli casi, (4) singole situazioni.
Notare che invece i giocatori, come gruppo (comunità) HANNO la possibilità di cambiare (stabilire) gran parte della dottrina... perchè controllano il contenuto del Libro della vita. Out of character. Ma anche lì, da individui: non si mettono d'accordo, ma ogni singolo rilancio o parata fatto da un giocatore in quel preciso momento puù dire che una cosa c'è o non c'è nel libro...
Ruote dentro ruote dentro ruote, in un meccanismo in cui per dire quello che vuol dire, il giocatore non parla più solo tramite il suo personaggio, ma deve fare comunque sempre riferimento ad esso (quando il giocatore dice che il personaggio evoca i fulmini dal cielo... ma lo fa spingendo due "4", non sta forse dicendo cosa conta pregare per i fulmini dal cielo in questo mondo? Se dicesse le stesse identiche frasi avanzando due "10" sarebbe la stessa affermazione?
E riguardo all'idea che ci possa essere una qualunque contrapposizione, anche minima, fra il giocare con passione immedesimandosi nel proprio personaggio e gestendo cose out-of-character, Vincent Baker lo ha scritto nel suo blog molto meglio di me: "what nonsense!"
Moreno Roncucci:
Poi, una piccola aggiunta, in risposta ad alcune cose cross-postate mentre scrivevo il mio post precedente.
Alberto, puoi farmi un esempio pratico della differenza che passa, per te, fra il giocare un ragazzo convinto che esista il Dio della Vita e che ci sia una certa Dottrina, con il giocare un Paladino di Tempus convinto che ci sia un tizio (tal Tempus) che gli infila nella testa degli incantesimi quando lo prega?
Mi spiego meglio: la differenza, a livello di regole e di gioco e di effetto è terrificante: Tempus lo gioca il GM, non tu, è il GM a dire cos'è giusto o sbagliato che tu faccia, non tu, e se sbagli, è il GM che ti toglie xp o i poteri, non tu. Ma non sto parlando di questo.
Parlo di una tua eventuale sensazione "ecco, questo tizio che gira in armatura e scaccia i non morti e lancia fulmini e fa sermoni per il Dio tempus sono io, è uguale a me" che non hai con Cani nella Vigna.
Claudia Cangini:
--- Citazione --- I propose that Immersion happens when three things coincide.[....]
The three things are the affirmed rightness of your vision, permission to act with passion, and faith in the robustness of the game's fiction. ("Time" is not one of the three, although they all take non-zero time to develop.)
The affirmed rightness of your vision
This is social. Your fellow players share ownership of your character, remember; you want and need for them to affirm that your vision of your character is right. They trust you with your character. They won't step in and contradict, override, undercut.
Permission to act with passion
Furthermore, whatever you have your character do, they won't react defensively. If your character threatens something they value, they'll deal with the threat passionately in response, but without ever carrying the struggle up into the social level.
Permission to act with passionFurthermore, whatever you have your character do, they won't react defensively. If your character threatens something they value, they'll deal with the threat passionately in response, but without ever carrying the struggle up into the social level.
You aren't constrained by the fear that having your character act might step on someone else's toes.
Faith in the robustness of the game's fiction
And you have to trust that the game has room for your character in it. You can't be worrying whether this decision that your character's making might break the game. You have to know, securely enough that it's unconscious, that even if your character transforms the game entirely, the game'll survive.
--- Termina citazione ---
Oro puro.
Salkaner il Nero:
(confl.)
--- Citazione da: Mattia Bulgarelli - 2012-05-10 15:27:06 ---Dunque, dando per scontato e acquisito (nel caso, ne parliamo in un thread a parte) che sì, il PG non esiste se non come concetto che fa da tramite alla nostra volontà,
--- Termina citazione ---
In realtà invece varrebbe proprio la pena parlarne, ma lasciamo da parte per un momento.
--- Citazione da: Mattia Bulgarelli - 2012-05-10 15:27:06 ---
Alla fine dei conti, all'atto pratico, di "gioco giocato" (che è quello che conta), Alberto, è che è un problema fino ad un certo punto: gioca pure un PG di CnV con convinzioni diverse dalle tue. Verrà messo alla prova. Vedrai che cosa succede: succederà che QUEL personaggio, in QUELLA situazione, ha cambiato idea (perché a te giocatore umano è sembrato sensato che lo facesse) o non l'ha fatto (per lo stesso motivo).
Ovvero: il tuo giudizio di giocatore influenza il PG, anche se le decisioni finali del PG non coincidessero con quelle che credi prenderesti tu stesso.
Ancora più breve: Alberto gioca Fratello Thomas. Alberto pensa che per far sembrare Thomas più sensato e credibile, data la situazione, sia il caso di far fare a Thomas così-e-cosà. Bene. Il resto è "di troppo". ^_^
--- Termina citazione ---
OK: mi si conferma i lconcetto, che credo sia chiaro, a questo punto.
Ezio:
Che concetto, Alberto? Vorrei capire se siamo allo stesso punto della discussione.
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