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Situazione di Coyote e mercato italiano del gdr [Split da: I giochi che vorrei in Italia]

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Enrico Ambrosi:
Se posso, da compratore compulsivo aggiungo una cosa: ad ogni evento a cui partecipo (Lucca e Modena di solito) compro un sacco di roba. In due anni ho tutto il catalogo janus, mi sto avvicinando alla metà di quello narrativa e ho iniziato con ravendeath dei coyote.
Compro tutti sti manuali perchè mi piace leggerli, disporli sulla mia libreria, vedere come è stato progettato un gioco. Lo considero il mio unico vizio (il comprare giochi in generale) quindi spendere per questo non mi crea problemi, anzi.

Purtroppo di tutti questi giochi ne ho provati poco più della metà e ne ho sfruttati pienamente pochissimi, forse solo Fiasco. Ovviamente mi dispiace (tantissimo) non poter giocare di più ma questo non mi impedisce di informarmi prima di ogni fiera e cercare di portarmi a casa quanta più roba possibile, risparmiando tutto l'anno le misere risorse che può avere uno studente. Dirò di più: credo proprio che aiuterò DED nel suo Kickstarter
(http://www.kickstarter.com/projects/476430982/dog-eat-dog?ref=activity).

Però non tutti sono come me. Credo siano in tanti coloro che non comprano manuali non avendo la possibilità di usarli. Specie per chi ha risorse limitate o altri interessi a cui far fronte. I giochi nel catalogo delle tre "case" ormai sono molti e nonostante io sia felicissimo di ogni nuova uscita, conscio che prima o poi finirà nelle mie mani, a molti potrebbero non interessare, oppure come è già stato detto, limitarsi ai giochi più "famosi" e "pubblicizzati".

Iacopo Frigerio:
Questo thread dimostra quanto il fenomeno sia complesso (come dicevo) e mi dimostra anche una cosa che supponevo, ossia di quanto siano frammentate le immagini e le opinioni che ci sono in merito, tanto che, davvero, alcuni commenti sono contraddicenti tra loro.

Questo è sociologicamente interessante.
La cosa che un po' mi sorprende (e che discutendo ha colpito ancora di più Francesco) è che ci siano opinioni che vedono Coyote come un po' a metà del guado, che propone giochi nuovi sì, ma non così estremi...
Devo proprio trovare il modo di scardinare questa immagine, perché è davvero errata. Solipsist, Elar e RavenDeath sono giochi radicali, rivoluzionari e diversi, con meccaniche che sono "disorientanti" per quanto sono diversi e innovativi. Covenant e Contenders poi, sono molto sottovalutati (tra l'altro insieme li comprereste a meno di 30 euro), presentano meccaniche più in linea con la scena indie americana, ma al contempo hanno una forza nel coinvolgere il giocatore che chi non l'ha giocato, non è in grado di aspettarsi.
E sono tutti giochi che stanno a Unità Astronomiche di distanza dalle placide acque delle meccaniche tradizionali...

E devo sconfessare anche l'immagine di Cold City/Hot War, se vi fidaste un po' a giocarli, scoprireste davvero quanto sono molto diversi dall'essere basati su meccaniche tradizionali o banali (vero Patrick?).

Le mie analisi le avevo dettate all'inizio del thread, non c'è molto altro da aggingere da parte mia, solo la constatazione che mi sembra di notare più frettolosità di giudizio (o pregiudizio, considerando che nemmeno vengono provati e il che torna con il dato sintomatico che pochissimi utenti di gente che gioca si fermano a Play o Lucca da me per chiedermi di giocare i miei giochi, questo sì che è un campanello d'allarme importante) di quanto avessi supposto. Ci dovrò riflettere sù, per capire se è concepibile creare una strategia per affontare anche questo problema.

Giulia Cursi:

--- Citazione da: Iacopo Frigerio - 2012-04-04 02:17:47 ---Le mie analisi le avevo dettate all'inizio del thread, non c'è molto altro da aggingere da parte mia, solo la constatazione che mi sembra di notare più frettolosità di giudizio (o pregiudizio, considerando che nemmeno vengono provati e il che torna con il dato sintomatico che pochissimi utenti di gente che gioca si fermano a Play o Lucca da me per chiedermi di giocare i miei giochi, questo sì che è un campanello d'allarme importante) di quanto avessi supposto. Ci dovrò riflettere sù, per capire se è concepibile creare una strategia per affontare anche questo problema.

--- Termina citazione ---

Voglio dire solo una cosa.

Dato che di tutti i giochi di Coyote ho provato solo Ravendeath parlerò solo di questo. Dunque a Play avrei voluto provare più giochi, ma devo ammettere che determinati gdr erano impossibili da fare in quella fiera casinara, quindi alcuni giochi interessanti vedrò di provarli attraverso altri canali. Ravendeath mi è piaciuto, vorrei giocarlo ancora perché la demo fatta con Mario mi ha solo mostrato un po' le potenzialità del gioco. Durante la partita comunque ho preso il manuale e l'ho sfogliato, cosa che faccio abitualmente. L'impaginazione è bella, la copertina interessante, ma in certi punti faticavo a leggere. Io non ho proprio una "vista d'aquila", per questo non mi va molto di comprare un manuale che mi fa' venire il mal di testa.
Poi non ho comprato Ravendeath, perché mi ero già finita il budget con altri giochi che aspettavo di avere (purtroppo le mie finanze sono limitate).

Ad ogni modo ho notato anch'io il problema del marketing, alcuni giochi per il loro formato non attirano proprio. Poi se Iacopo vuole approfondire posso parlargliene, ma è ovvio che un "profano" sia più attratto dalle copertine di cuoio, o dalle immagini inquietanti su NCAS...

Per chi li conosce è diverso, ma io ad esempio se non lo provo prima il gioco o non so che lo proverò subito non lo compro. Al momento non posso permettermi di spendere soldi per un manuale con il quale non giocherò. Purtroppo...
Però se un progetto mi intriga lo sostengo, per questo ho comprato Il Rosso e il Nero e se sabato tutti i miei amici mi danno buca, prendo Simo e ci colleghiamo su G+ per giocarlo.  >:(

Mirko Pellicioni:
Aimè concordo anche con l'ultima opinione, è la dura legge di mercato e il marketing la fa da padrone anche nei giochi nuovi. Non basta avere un gioco di qualità bisogna anche avere una strategia di mercato che lo renda interessante.
Altrimenti resterà sempre una "seconda scelta" e in balia di quanti soldi uno ha nel portafoglio e con questa crisi c'è poco da stare allegri!

Nattattiva a Janus poi hanno avuto negli anni una politica molto agressiva (in senso editoriale) focalizzando molto il messaggio organizzando iniziative e facendo parlare molto di loro e dei loro prodotti, questo ha fatto si che i loro giochi siano sulla bocca di tutti e più conosciuti.

Questo ci insegna che un successo commerciale non dipende dalla qualità del de gioco ma da altri fattori!!!!

Giulia Cursi:
La qualità del gioco serve per veder tornare i clienti, se il prodotto merita ci sarà una continuità di acquisto.
Difatti a Play un mio amico Daniele ha acquistato Penny e Di Cosa Hai Paura, il primo gli era piaciuto e ci abbiamo giocato diverse volte, il secondo l'ha comprato "al buio" dopo averne solo sentito parlare al bancone. Questo è successo perché lui si fida di Janus, Fiasco gli è piaciuto, Shock ha delle buone potenzialità, quindi perché non fidarsi?


D'altro canto, pensa a chi per anni ha comprato manuali giganti da minimo €30 e ora si sente dire che con circa €20 in tutto può avere un gdr figo. Alcuni reagiscono bene altri sono tremendamente scettici, oltretutto se poi il manuale non ti suscita curiosità e anzi ti sembra pure costoso visto che a €10 in più puoi avere un manuale da 500 pagine rilegato in cartone con illustrazioni a colori... (Ho avuto riscontro di entrambe le opinioni quindi non parlo per teorie.)

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