Lascia che il codazzo di oche si allontani starnazzando fissandole con un sorriso ebete in faccia. Che gli altri la vedano sostenere con fierezza la sua condizione: la nobiltà è un vantaggio non da poco per i privilegi che comporta ma non è l'unico modo per arricchirsi... e nonostante vada ormai per la trentina, Kari'el sa fare adagiare tra le sue braccia facoltosi signori con estrema fa...
Ah, dannazione, la parrucca. Può sorridere quanto vuole, non la noterà nessun altro. Ma mantiene, con mestiere, la parte che si è imposta, rimanendo al braccio di Agnar ed inoltrandosi in quel vicoletto che dicevano. E qui, come se la maschera che indossa si fosse slacciata e fosse caduta rovinosamente al suolo spaccandosi in mille fragili frammenti, esplode con acidità increspando le sopracciglia e rabbuiandosi in viso.
Il mago la può conoscere per quella che è veramente, dato da chi le è stato presentato.
"Quella piccola t%$&a bardata a festa, giuro che se scopro con chi sta le faccio passare qualche brutta settimana prima di tagliarle la lingua e gettarla in mezzo alla strada"
Difficile dire se esageri o meno. Nella sua mente, in effetti, l'idea di sfruttarla per qualche affare ingannandola per dritto e per rovescio (come si dice dalle sue parti) e quella di chiuderla in una cantina e ricamarle addosso parole di paura con la punta di un coltello rovente si combattono aspramente. Il mondo di Kari'el è del tutto occupato da desiderio di potere, al momento. Peccato che il potere passi per l'apparenza. Coerenza e legalità, insomma, per la maggior parte del mondo.
Pagherà qualche tanghero per tenerla d'occhio, intanto.
"Facciamo un giretto anche dietro, ma non intratteniamoci a lungo... e poi andiamo verso casa mia. Sei mio ospite, per stasera..."
Chiacchierare con un mago, magari in mezzo a delle lenzuola, è un buon modo per mettere le mani su elementi importanti di questo mondo, giacché anche qui la conoscenza è potere.
Ma, nonostante a parole decida lei cos'è meglio per entrambi, lascia che a chi li guarda da lontano sia lui a comandare. E lasciamo questo bel punto all'orgoglio di lui, se si accontenta di quello che percepiscono gli altri.
Ok d'accordo con Carlo chiudiamo la scena in quest'ordine.