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Mr. Mario (MC) vs Marco Costantini (Giocatore)

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Mr. Mario:
Ho pescato una carta e l'ho messa coperta di fronte a me. Puoi iniziare.

Marco Costantini:
Mi chiamo Sam Clayton.
Sono un tipo coraggioso, atletico e intelligente. Mi è sempre piaciuto intrufolarmi nelle parti più vecchie e abbandonate della città, meglio se in profondità; oggi qualcuno potrebbe definirmi uno speleologo urbano.
Stavo passando per le fogne. Sono riemerso e credo di ritrovarmi nella vecchia fabbrica abbandonata di Platt Street, lì vicino al fiume.

Mi sono messo ad esplorarne i livelli sotterranei, forse sono nelle fondamenta  e sono ormai lontano sia dalla botola da cui sono arrivato che da qualsiasi altra uscita che dia verso l'alto o l'esterno. Ad ogni modo, non sono uno sciocco e so più o meno dove andare; difficilmente mi perderò.

Vai a 1.

Mr. Mario:
La stanza in cui sei entrato è piena di grossi tubi metallici, coperti di macchie di ruggine, che corrono lungo una parete. Senti un rumore di liquido che scorre all'interno, venendo da chissà dove e andando a perdersi lontano. Al centro della stanza accanto ai tubi si sono quadranti di quelli che un tempo dovevano essere strumenti di misurazione, ormai illeggibili dietro i vetri scheggiati e opachi. Ci dovevano essere state una volta delle manopole per delle valvole, ma non ci sono più, e le valvole sono bloccate in posizione aperta.

Ti guardi attorno alla fredda luce azzurra della tua torcia frontale a led, e noti qualcosa nell'angolo lontano della stanza, dove i tubi attraversano la parete per proseguire la loro corsa verso l'oscurità. Sotto ai grandi tubi, c'è un vecchio materasso, ormai ammuffito. Una piccola creatura, forse un centopiedi, si ritrae nell'ombra quando i tuoi passi si avvicinano. Lungo la parete, è come se qualcuno avesse voluto creare un angolo di casa. Il materasso è coperto da quello che un tempo doveva essere un lenzuolo dall'orlo ricamato. Al muro sono attaccati brandelli strappati di quelle che sembrano essere locandine di vecchi film. Su un piccolo tavolino a tre piedi, c'è un vaso di vetro verde, con dentro i cadaveri rinsecchiti di alcuni fiori, che morendo hanno pianto i loro petali raggrinziti su un centrino fatto all'uncinetto. Accanto al vaso, una scatola rovesciata di vecchi trucchi polverosi.

Sul pavimento, di fianco al giaciglio si mescolano i frammenti di vetro di uno specchio e delle lenti di un paio di piccoli occhiali dalla montatura di corno. E un altro frammento, della stessa consistenza, meno trasparente, biancastro. Un dente. Un dente? Ti irrigidisci per un istante, ed è in quel momento che le noti. Catene, che passano attorno ai tubi. E terminano con delle manette. Le manette e gli ultimi anelli delle catene sono pieni di graffi. E l'orlo interno delle manette è macchiato di una sostanza nera.

Vai al 2.

Marco Costantini:
Follia
"Che diavolo?!?" esclamo facendo un passo indietro e dando per la prima volta una sguardo di insieme a tutto.
Con gli occhi sgranati ripercorro la scena: l'accozzaglia di oggettini familiari accostati a quelle catene è come un pugno dritto alla bocca dello stomaco.
Che razza di mostro potrebbe incatenare qui qualcuno e poi...coccolarlo...con questa paccottiglia?!?

Vado a 22
Mi viene in mente il volto di mio nonno Carl, l'uomo più buono che abbia mai conosciuto.
Quando gli dissi di questa mia passione di esplorare il fondo della città credevo che avrebbe sorriso e che mi avrebbe preso in giro, come faceva sempre quando gli raccontavo una delle follie che mi era venuta in mente di fare.
Invece si alzò, di scatto per quanto le sue povere gambe glielo permettevano, e con voce tremendamente dura mi disse: "Non ti ficcare in questa roba, Sam! Non ci provare nemmeno!".
Non ne parlammo mai più.

Pesco un 5 di quadri
Ma vale comunque un 13-20, quindi

Vai a 3

Mr. Mario:
L'oscurità preme alle tue spalle, oltre il raggio della tua luce. Oltre al gorgoglìo dei tubi, l'unico altro rumore è il tuo respiro. Cosa fai?

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