Maura
No, dai, va bene Mario, ma...
stiamo parlando di disperazione o umiliazione per la donna?
Stavo per risponderti "Umiliazione", però...
Di certo io stavo parlando di umiliarsi, e ripensando a quella partita (delle altre ricordo troppo poco, come minimo dovrei recuperare le schede, per vedere se qualcosa mi tornerebbe in mente) direi che non ho mai fatto nulla per disperazione, proprio perché non stavo cercando attivamente di sedurre Kagematsu.
L'ho impostata fin dall'inizio in un certo modo, a Lavinia è piaciuto, e quindi la seduzione era nello stesso modo naturale di porsi del PG (di nuovo: se sbaglio, Lavinia mi correggerà), non c'è stato bisogno di un dipiú. Niente dipiú, niente gesti fatti per disperazione, niente umiliazione. Con "niente gesti fatti per disperazione" intendo che, guarda agli esempi, sono riuscito a inserirli in modo naturale, persino senza usarli per avere il segno d'affetto. Non ho fatto un gesto disperato, ho semplicemente seguito la natura del personaggio (ovviamente, declinando il gesto in modo che fosse adatto a tale natura; avrei anche potuto fare altrimenti).
Per esempio, lo schiaffo e la minaccia di farlo sbattere fuori non erano volti a ottenere il segno, ma a
intimargli di non comportarsi piú cosí, perché ledeva il mio onore e quello di mio marito. Da quello è uscito il gesto, perché ci stava (ora non ricordo quale fosse... credo un complimento o un'impressione duratura, e penso sia chiaro come mai entrambi possano uscire da una situazione simile). L'ho fatto perché ero disperato? No. È stato umiliante? No. Metti la stessa situazione, togli la minaccia, lo avrei fatto comunque.
È stata una partita particolare, fuori norma? Può essere, non so; ho aperto questa discussione proprio per capirlo.
Però, in generale... mi viene da legare molto la disperazione e l'umiliazione. Ricordo una cosa: parlo di umiliazione percepita dal giocatore/PG, non di umiliazione che traspare: se tutti pensano che la donna non si sia umiliata, ma il giocatore invece reputa il contrario, rientra nel mio discorso.
Se tutti pensano che si sia umiliata, ma il giocatore invece reputa il contrario, non rientra nel mio discorso.
Per questo dico che mi sembrano molto legati: se faccio un gesto - il piú leggero dei quali è la corruzione - per disperazione, con il preciso intento di ottenere un segno d'affetto che non ho avuto (o - peggio - che mi è stato rifiutato), a prescindere dalla percezione degli altri mi sto umiliando? Mi verrebbe da dire di sí, ma dovrei rigiocarlo, per rispondere.
C'è mai stata una volta in cui hai usato il gesto per disperazione, senza sentire che la donna si stava umiliando? O, dall'altro lato, che hai percepito l'umiliazione, ma non c'era disperazione, nell'usare il gesto?