Gente Che Gioca > Sotto il cofano

Ancora parallelismi

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Moreno Roncucci:
La domanda di Antonio mi pare pienamente legittima, e avrei dovuto farla io da un bel po'  prima di arrivare al post numero 75.  Ha chiesto lo SCOPO di questa discussione, e Roberto ha risposto per due volte con un altra domanda.

E' un sondaggio? Per vedere cosa pensano gli utenti di questo forum? O vuoi dimostrare qualcosa? Che cosa?

Perché è importante saperlo? Perché se si vuole fare una discussione seria, non si può imporre in partenza di non seguire altre vie, altri esempi ed altri ragionamenti se non quelli che vuoi imporre tu. Se dici subito la tua tesi, la si può affrontare da più angoli e discuterne sul serio. Se invece fai una serie di domande di cui non si capisce il senso, più che una discussione pare un interrogatorio. "qualunque cosa dirai potrà essere usata contro di te". Soprattutto in un ambito dove le parole spesso possono essere equivocate e potrei rispondere a qualcosa nel post n.80 e scoprire nel post 200 che da 120 post stai completamente equivocando quello che avevo risposto.

Ed è assurdo che dopo 75 post di questa manfrina, ancora continui sulla stessa strada.

Non ho voglia di perdere altro tempo in giochini. Se vuoi discutere di una tesi, postala, altrimenti per me il thread finisce qui.

rgrassi:
Lo scopo di questa discussione era, riprendendo dal post iniziale, capire se si possa identificare, nei gdr, UN UNICO task o UN UNICO conflitto tale per cui, dichiarandolo e risolvendolo il gioco finisce in un turno. In altre parole, ci si trova attorno al tavolo e la sessione dura un secondo. Ma poiche', mi rendo conto ora, questo non è il forum adatto per parlarne, vado a rispondere alla domanda di Moreno, "Perchè è importante saperlo?"

Moreno, se ancora non si fosse capito, la mia "tesi" è questa.
http://nuke.robertograssi.net/Portals/0/RpgFiles/IFondamentiDelRole-Playing.pdf
+ questa:
http://nuke.robertograssi.net/Portals/0/RpgFiles/IFRP-ConcettoDiRuolo.pdf
Sono due articoli, per ora, ma aumenteranno, appena il tempo tiranno lo consentirà.
Ora ti chiedo, questi articoli li hai letti? Io penso di no.

Ma ti ricopio l'introduzione del primo, a tuo beneficio.

******************************************
Questo è il primo articolo, di una serie, che si pongono l’obiettivo di definire un modello
unificato ed un glossario comune per molte forme e giochi che vanno sotto il nome di narrazione
interattiva e gioco di ruolo.
In base alla mia esperienza, ho riscontrato che molte forme di gioco diverse usano un lessico
differente, nonostante il concetto da esprimere sia identico. Questo impedisce di poter analizzare
con una certa facilità i problemi e le teorie sottostanti (design, miglioramento della giocabilità) di
questi tipi di gioco e di forme di narrazione.
Un elenco, certamente non esaustivo, comprende:
· Avventure testuali
· Interactive Fiction
· Avventure Grafiche
· CRPG
· MUD
· MMORPG
· MUSH
· Tabletop RPG
· RPG Live
· Free Form
· Chamber games
· Giochi di narrazione
· Librogame
L’obiettivo, ambizioso, sarà quello di iniziare a delineare elementi comuni ad ognuna di
queste forme di role-playing e di gioco in modo da poter costruire una teoria ed un modello
unificati.
Dopodichè, mappare le teorie esistenti su questo modello ed infine produrre teorie ed idee
innovative per poter migliorare il design e consentire ai creatori di questi giochi di ampliare la
conoscenza teorica, utilizzando concetti di un campo di applicazione in altri.
******************************************

Dunque la mia tesi è che SI, ci sono molte cose in comune tra questi generi di gioco (e che non ci si limita al fatto che uno li usa per divertirsi.) E queste cose in comune sono rappresentabili tramite un modello, sufficientemente generico, che possa dare un'unica descrizione del framework comune.
Ogni genere di gioco istanzia quel modello secondo tecniche e pratiche specifiche.
Ecco, come vogliamo procedere ora?
Dimmelo tu.
Devo/posso fare una domanda?
Rob

Mattia Bulgarelli:

--- Citazione ---[cite]Postato da: rgrassi[/cite]Lo scopo di questa discussione era,riprendendo dal post iniziale, capire se si possa identificare, nei gdr, UN UNICO task o UN UNICO conflitto tale per cui, dichiarandolo e risolvendolo il gioco finisce in un turno.
--- Termina citazione ---

Ora che è formulato in un'unica frase ^_- ti dò il mio parere:
"SI', è teoricamente possibile, ma estremamente insoddisfacente in pratica. La differenza è un po'tra guardare Romeo E Giulietta e leggere un riassunto che dice

Moreno Roncucci:
Risposta: no. Non esiste.

O meglio, potrebbe esistere in casi particolari (un gdr in cui ci sia una missione esplicita: "sconfiggere il mago xztk!", il primo giocatore fa un conflitto per sconfiggere il mago) ma non è applicabile in generale.

E per saperlo, ti bastava giocare, per esempio, ad Avventure in Prima Serata, o La Mia Vita Col Padrone, o Spione, che hanno condizioni di fine gioco non raggiungibili immediatamente.

In ogni caso, non si tratterebbe di un caso pratico: a quale tavolo di gioco la cosa sarebbe accettata?

Auguri per il modello. Non mi sembra un compito facile. In ogni caso, cerca di usare una terminologia separata per non generare equivoci quando parli del tuo modello e non del Big Model.

Iacopo Frigerio:

--- Citazione ---[cite]Postato da: rgrassi[/cite][p]Purtroppo non sono riuscito ad andare a Torino... Peccato.
Allora, provo a ripartire da zero.[/p][p]Domanda 1 (cui la mia risposta è SI, ma vediamo cosa ne pensate voi)
"Secondo voi hanno qualcosa in comune i gdr tabletop, i librogame (cartacei ed elettronici), le avventure testuali, i MUD, i CRPG, i MMORPG, etc...?"[/p][p]Domanda 2
"Se la risposta alla domanda 1 è SI, allora vi chiedo COSA HANNO IN COMUNE?"[/p]
Rob[/p]
--- Termina citazione ---


trovo difficile dare risposta a una domanda del genere perchè troppo ambigua
Tendenzialmente potrei rispondere un sì che in realtà è molto fuoriviante.
Ad esempio è come chiedere se sono accomunabili il calcio e il nuoto, chiesto così senza specificazioni dare come risposta tutto e il contrario di tutto, tipo "sì, sono sport", "Sì non mi piaciono", "no uno è di squadra, l'altro singolo", "no, uno è uno sport, l'altro un business", "sì, sono professioni", "no, uno si pratica nell'acqua, l'altro sull'erba".
A seconda del Frame di riferimento le concezioni che citi possono essere accomunabili tutti o separabili tutti, oppure si potrebbero raggruppare per cluster. Però non espliciti nessun frame, questo comporta che ognuno ragiona rispetto al suo implicito e da adito a quel che si è visto, incomprensioni, frustrazioni e financo flame.

La mia non vuole essere una critica alla intenzione bensì al metodo, però trovo l'ipotesi portata dal tuo articolo sperimentalmente e accademicamente invalida. Mi spiego.
Sembrerebbe di intuire tu voglia fare un'analisi comparata o una sintesi teorico-formativa tra gli stumenti che hai elencato, ma per farlo quale approccio teorico stai utilizzando? A quali costrutti (sociali, psicologici, antropologici, ingegneristici etc.) fai riferimento? All'interno di quale disciplina scientifica vuoi stare?
Senza elementi simili il rischio è quello di navigare a braccio, senza strumentazione, in un mare in tempesta, ci si deve barcamenare tra cose come comportamenti, riti, atteggiamenti, inconscio, personalità, influenza sociale, storia personale, desideri e chissà quanto altro. Purtroppo fare riferimento a un approccio limita le possibilità di comprensione di un fenomeno, ma limitare il campo (pressocchè infinito) di possibilità è l'unica maniera che l'uomo ha appreso per rendere comprensibile ogni oggetto che studia.
In soldoni... Se non espliciti approcci teorici e costrutti di riferimento finirà che farai una analisi basata su modelli inconsci e non esplicitati, quindi il modello che ne trarrai non potrà avere pretesa di universalità (ma questo vale per tutti i modelli) ne pretesa di scientificità, e si rivelerà presto sterile, fallato e inconcludente.

Infine do la mia risposta (articolata) alla domanda...
la risposta è NO, mai! A qualcuno potrebbe venire spontaneo dire sì, ma soltanto finchè non si esplicita una cornice di riferimento. Ma ogni volta che viene data una cornice (che banalmente significa concretizzare, o legare le parole a fatti reali) sicuramente ci sarà sempre qualcosa che non c'entra con gli altri.
Ciò che elenchi ha scopi, funzioni e pretese diverse. Addirittura tentando una generalizzazione secondo un approccio psico-sociologico (un po' vanilla) potremmo al massimo generare tre cluster analitici:
1- oggetti che riguardano un rapporto sociale diretto tra attori (es. Freeform)
2- oggetti che riguardano un rapporto sociale mediato (da uno strumento) tra attori (es. MMORPG o giochi di narrazione)
3- oggetti che riguardano un rapporto tra un attore e uno strumento (es. Librogame, avventura grafica)

Queste le mie ipotesi, queste le mie critiche, queste le mie idee.
Sicuramente criticabili.

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