Gente Che Gioca > Sotto il cofano

Come le sigarette (il marketing di Parpuzio)

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Renato Ramonda:
Diversi aspetti su cui meditare:
[ulist]
[*] Il colore costa poco: ci sono centinaia di aspiranti scrittori/disegnatori un tanto al chilo. Molti di loro lavoreranno pure gratis pur di essere "published author" per il loro gioco preferito.
[*] Il colore non deve essere scritto (disegnato/concepito/colorato) da un designer! I designer sono pochi! (e sacrificabili: la WotC finito lo sviluppo sulla parte piu' grossa di DnD4E ne ha licenziati diversi, e pure di importanti)
[*] Il colore vende, soprattutto ai collezionisti (che non noteranno se il gioco c'e' o non c'e', non e' quello il motivo per cui comprano il libro).
[*] Mancanza di consapevolezza: questo e' un macigno enorme, ma affligge piu' che altro gli autori degli heartbreakers. Gli autori di Alpha Omega o di Eoris Essence non sono dei ricchi baroni del mercato che vogliono pigliarsi i tuoi soldi rifilandoti tanto colore e poco gioco. Sono solo inconsapevoli (un modo carino per dire ignoranti, nel senso piu' neutro del termine).
[/ulist]

...non e' tutto qua, ma e' gia' qualcosa.

Da tutto cio' spero non arrivi il concetto "il colore non serve a niente", perche' non e' cosi'. Ma ci vuole un buon colore *integrato* e *supportato ed a supporto* di un buon gioco. Se no e' narrativa (di qualita' discutibile) e/o illustrazione (altrettanto, spesso), piu' un sacco di carta sprecata con regole inutili.

Niccolò:

--- Citazione ---ma quindi la vendita del "colore" fine a se stesso del mainstream è da imputare alla mancanza di consapevolezza di games design o dai semplici meccanismi di mercato che affliggono molte forme di intrattenimento (musica, arte figurativa, libri eccetera)?
--- Termina citazione ---


entrambi. uno rafforza l'altro, soprattutto la mancanza di consapevolezza nel game design ha rafforzato la necessità di rivolgersi agli acquirenti-collezionisti. gli acquirenti-collezionisti erano quelli che continuavano a comprare, rendendo sempr epiù inutile la consapevolezza dle game design. e così via fino a inizio millennio :D

Eishiro:
discorso interessante bene bene

altra domanda

secondo voi quanto di questa vendita del "colore" è imputabile al fatto che come dice Renato




--- Citazione ---[cite]Autore: renatoram[/cite][li]Il colore costa poco: ci sono centinaia di aspiranti scrittori/disegnatori un tanto al chilo. Molti di loro lavoreranno pure gratis pur di essere "published author" per il loro gioco preferito.[/li][li]Il colore non deve essere scritto (disegnato/concepito/colorato) da un designer! I designer sono pochi! (e sacrificabili: la WotC finito lo sviluppo sulla parte piu' grossa di DnD4E ne ha licenziati diversi, e pure di importanti)[/li][li]Il colore vende, soprattutto ai collezionisti (che non noteranno se il gioco c'e' o non c'e', non e' quello il motivo per cui comprano il libro).[/li]
--- Termina citazione ---


e quanto è imputabile al fatto che la gente cerca quello (ipotesi)

ovvero:

il problema è a monte (le case editrici vendono "colore" perchè è facile) o a valle (la gente vuole "colore")

nel marketing degli intrattenimenti solitamente una strategia di successo è dare alla clientela quello che vuole....

quindi la mancanza di design consapevole sacrificato a favore del "colore" è da imputarsi al fatto che gli acquirenti vogliono "colore" piuttosto che design?

adam:
uhm °L° magari la gente vuole colore perché gli è sempre stato dato solo quello?

Eishiro:

--- Citazione ---[cite]Autore: adam[/cite]uhm °L° magari la gente vuole colore perché gli è sempre stato dato solo quello?
--- Termina citazione ---


possibile, ma la vedo un po' troppo semplicistica come soluzione

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