Gente Che Gioca > Sotto il cofano
Come le sigarette (il marketing di Parpuzio)
Andrea Angiolino:
--- Citazione ---[cite]Postato da: Mauro[/cite]Quello che, sempre nella mia esperienza, si è avuto in piú rispetto al gioco di ruolo è un minimo di eventi proposti dall'editore (sempre necessitanti dell'interessamento di un organizzatore locale, ma per esempio se si organizzava un tipo di torneo ti venivano mandate gratuitamente quattro carte particolari da dare come premio); quello che è mancato rispetto al gioco di ruolo è la presenza di iniziative locali volte a far conoscere il gioco (giornate del gioco di ruolo, ecc.).
--- Termina citazione ---
Condivido, e molto rilevante parlando di marketing. Io ho fatto decine di presentazioni dei miei giochi di ruolo in negozi, scuole, biblioteche, manifestazioni. Vedi anche
http://www.gentechegioca.it/vanilla/comments.php?DiscussionID=671&page=1#Comment_9665
ultima parte. Tutte fatte a partire dalla volontà dell'autore e dei negozianti, insegnanti, bibliotecari, organizzatori di eventi, enti locali. Praticamente mai a partire dall'interessamento dell'editore (se non quando esso era un ente locale e una biblioteca esso stesso).
Siamo arrivati al paradosso che se I Cavalieri del Tempio ha avuto all'uscita un comunicato ANSA che ha portato recensioni a più colonne nelle terze pagine di La Stampa, Corriere della Sera, Il Mattino, eccetera, è stato perché una delle sette copie omaggio per gli autori l'abbiamo devoluta al giornalista dell'ANSA, attivandoci noi per contattarlo. E se abbiamo avuto un invito al Maurizio Costanzo Show, che ci ha fruttato una bella visibilità sotto Natale (conosco gente che un decennio dopo ha detto: se ho scoperto i gidierre è grazie a quella puntata del MCS) è stata perché un'altra delle sette l'abbiamo data a Maurizio Costanzo su nostra iniziativa. Il paginone su Repubblica cronaca di Roma, e il conseguente invito a Uno Mattina, sono arrivati grazie a una presentazione che abbiamo spontaneamente organizzato alla Biblioteca Centrale per Ragazzi di Roma. Eccetera, eccetera, eccetera. Non solo le presentazioni, ma anche la parte più efficace del lavoro dell'ufficio stampa (eppure l'editore ne aveva uno) ce la siamo fatta da soli.
--- Citazione ---penso comunque che tu abbia risposto pubblicamente a unwhisper, ossia a un messaggio leggibile solo da te e dagli amministratori
--- Termina citazione ---
Scusate, verissimo. Pensavo di aver risposto in privato, invece no. Banalmente non mi ero reso conto che Wisper e Quote sono cliccabili anche se, al contrario del numerello accanto a loro, il cursore non diventa un ditino, e che quindi il numerello fa un altro lavoro.
Si conferma che sono un dinosauro. Spero che per voi zoologi e palentologi questo non sia troppo un fastidio.
Michele Gelli:
--- Citazione ---[cite]Postato da: Mauro[/cite]Oggi sono 129 A4 in Times New Roman 10:P
--- Termina citazione ---
Davvero? :surprise: Io mi sono disintossicato a 48 pagine... ma dove si pesca quello completo?
Mauro:
Con (mi pare, all'epoca non seguivo il gioco) la sesta edizione si è deciso di dare una sistemata al regolamento, per togliere tutti i casini che si erano accumulati; pura ipotesi, ma immagino che il proliferare di regole sia nato principalmente da lí. Qui c'è la pagina con tutti i regolamenti (non solo del gioco in sé, anche per i tornei, ecc.); l'introduzione del regolamento base (primo collegamento) è relativamente nuova (un anno e mezzo fa non c'era, ma non so quando sia stato inserito perché ho smesso di seguire).
Vero è che comprendono casi veramente particolari, non a caso salvo giocatori veramente esperti non è che siano conosciute, nei tornei ci si rifà agli arbitri; ma la mancanza del manualetto che i primi tempi era inserito nei mazzi ha sicuramente influito non poco: compro un gioco, e dentro non ci trovo nemmeno le regole per usarlo? Non si può pretendere che si vada oltre alla diffusione per passaparola, con simili presupposti...
Andrea Angiolino:
Comunque, in prospettiva storica, inviterei a considerare Magic non un gioco semplice e immediato ma un gioco complesso. Veniva dopo la moda dei party game (Trivial, Taboo, Pictionary...) in cui si leggevano poche righe di regole e via a giocare, sapevi tutto il necessario: tanto da far sembrare complessi, al grosso pubblico, giochi precedentemente anche da bambini come Monopoli e Risiko!. Veniva anche dopo oltre un decennio di videogiochi: non leggere nulla, metti una monetina e prova (o fai partire il programma sul tuo computer e prova), se fallisci riprova e vedrai che hai capito qualcosa di più, il manuale (che al bar non hai ma spesso nemmeno a casa, se giochi con un dischetto copiato) serve solo per i dubbi specifici più rognosi. Nella mia piccola analisi, Magic ed epigoni più che assecondare la semplicità totale hanno se mai riabituato un pubblico piuttosto ampio (non si sono certo rivolti ai soli giocodiruolisti) a praticare un gioco strutturato e con un numero non esiguo di regole non banali, rispetto ai giochi da tavolo di ultima generazione e all'approccio con il videogioco. IMHO.
Davide Losito - ( Khana ):
Io (come spesso accade ascoltando discussioni) mi trovo d'accordo sia con Andrea sia con Michele.
Andrea sta riportando riferimenti "storici" del mercato, mentre Michele si pone domande sul presente (riferendole alle radici storiche).
E' innegabile che ciò che Andrea dice è successo e come sostiene Rafman magari "non cambiava un cazzo" se Dogs fosse stato tradotto prima. Dogs è del 2004... la "crisi" del mercato GdR nel Bel Paese era già in fase conclamata e "fare GdR" era già sinonimo esclusivo di "torneo di D&D" e "live di Vampiri".
Quello che si può imputare agli editori è il fatto di non aver creduto nella creatività extra D20 e extra Storytelling e avere preferito titoli di successo riconosciuto per poter tenere "attivo" un settore che ha dovuto accontentarsi di queste due realtà; sintomatico è l'esempio del GdR di Heimerich che la 25-edition voleva uscisse con il D20 system, ma fortunatamente gli autori, dopo un anno di beta test, si sono rifiutati e hanno prodotto qualcosa di "specifico" (di cui però non ho più saputo molto).
Di fatto anche a me tra il 2004 e il 2005 da più parti era stato detto di Elar "bella l'ambientazione, ma forse dovresti pensare al D20, altrimenti non te lo pubblica nessuno perché non vende". E qui finiamo nella profezia autoimposta che segnalava Andrea, dato che questo tipo di commento è stato rifilato ad altri autori che avevano progetti anche interessanti ma che sono stati tutti tagliati alla radice.
Ma il problema è molto semplice... se l'unica cosa che ci si aspetta da un GdR è che sbanchi il botteghino, che diventi un Blockbuster, che a fronte dell'invetimento di 3k euro di traduzione renda 30k... beh, signori, fatevi assumere dalla WoTC che fate MOLTO prima. Se tutto ciò che si riesce a vedere in un GdR sono -i soldi- che può produrre, lasciamo perdere, perché non ne produrrà mai abbastanza, è un settore elitario di un settore elitario (Giochi -> GdR), di cui i NW costituiscono una nicchia ristretta... di cosa stiamo parlando? 300k euro di fatturato all'anno? 500k?
Questo non è un mercato, è un hobby retribuito (parlando da imprenditore [generico, non del settore]).
Personalmente non sono nemmeno così convinto che le dimensioni ridotte di un manuale di GdR possano aiutarne la divulgazione; possono sicuramente aiutarne la pubblicazione perché meno pagine = meno costi di stampa, ma stiamo ancora spostando il discorso sui "costi/ricavi" che è lo stesso identico paletto attorno a cui si sono fatte scelte in quel famigerato periodo "parpuziano". Scelte diverse da quelle che si potrebbero prendere ora, come sostiene Domon, ma è chiaro che il senno di poi ti fa vedere le cose sotto una luce diversa... questo però non rende automaticamente "errore" il passato.
La pietra migliare, sono convinto anche io, rimane Magic e -le scelte deliberate- fatte da negozianti ed editori di lasciare perdere il settore dei GdR per dedicarsi anima e corpo a qualcosa che "finalmente vende", sempre nell'ottica italiota dell'insegiure le uova d'oro degli altri, piuttosto che provare ad allevare la propria gallina d'oro.
A questa si aggiunge la diffusione dei computer e delle console, che non ti obbligano più ad uscire di casa per fruire "entertainment".
Non confondiamo i commenti teorici fatti su The Forge con le motivazioni "d'ambiente" che hanno portato in Italia alla situazione in cui siamo. NESSUNO nel 1994 in Italia si poneva problemi di design. Per la cronaca, nemmeno nel 2004... o meglio, chi lo faceva rappresentava una quantità talmente bassa di persone da essere antropologicamente trascurabile.
Tra parentesi, qualcuno invece sostiene che il mercato dei GdR in Italia sia morto, perché era morto il suo difensore, Ingellis. Le date, se controllate, coincidono... e vi garantisco che nel magazzino di Counter/Stratelibri ci sono bancali interi di Stormbringer e Teenage Manga Mutanti ancora incelofanati e mai venduti, né mai distribuiti, perché "non vendono"... (e come fanno a vendere se rimangono in magazzino?)
Sì, ok scusate, sono andato un po' OT... ma penso che ogni tanto si parta a criticare post di chiunque citi titoli o abitudini per-Forgite, anche quando non si sta parlando di teorie ma si stanno riportando fatti.
Forse è il caso di ignorare il passato e concentrare gli sforzi su una reinassance del GdR, senza sprecare energie a "trovare colpevoli". Magari semplicemente alla console-generation il GdR non interessa(va).
Navigazione
[0] Indice dei post
Vai alla versione completa