Gente Che Gioca > Sotto il cofano
Design, On Stage Donne & Giochi
Andrea Angiolino:
khana:
>System.05 è un sistema che da On Stage ha attinto a piene mani.
Interessante tutto il post, anche perché appunto conferma che On Stage! non è passato invano.
Benché, se lo fosse, forse il problema non starebbe tutto in lui quanto magari anche in chi avrebbe potuto raccoglierne il testimone.
Chiedo scusa se non ti ho citato nel mio post successivo, ma ho iniziato a scriverlo poco dopo quello di Matteo, ci ho messo tanto e... Una volta postato, ho visto che il dibattito era andato assai avanti.
Mattia Bulgarelli:
--- Citazione ---[cite]Postato da: Angiolillo[/cite]Eccomi qua, portatore di un pensiero lievemente diverso!;)
--- Termina citazione ---
Benvenuto!
Mi stavo giusto chiedendo se e quando ti saresti aggregato. ^_^
Sono convinto che la tua presenza sarà fonte di dibattiti interessanti.
Non ho molto da aggiungere, se non che, quando dici
--- Citazione ---[cite]Postato da: Angiolillo[/cite]Però, appena apri il manuale, mica c'è scritto "simpatica curiosità": la prima frase in assoluto che leggi è "Il primo gioco di ruolo italiano senza dadi". Non poco, come rivendicazione, se parliamo di atteggiamento a muso duro. Intanto, a chi non si ferma all'involucro, On Stage! si rivendica come gioco di ruolo.
--- Termina citazione ---
Qui è successo "qualcosa".
Presentato come GdR "speciale", è stato percepito (e qui sono d'accordissimo con te quando dici che la percezione è importante) dal pubblico "di settore" come "un GdR sì, mah, forse", ma un'eccezione, non un "gioco di ruolo VERO". Moreno parla del Flying Circus, ma anche su IHGG ci sono state discussioni infinite (e noiosissime) su "OS! è un GdR o no?"
Tutto questo per dire soltanto che anche quando ho presentato in un paio di occasioni CnV dei giocatori sono stati entusiasti, altri invece (ricordo uno in particolare) m'è saltato su perchè "un GdR non è mica così!" (quando ho lasciato che un Cane seguisse una donna senza farsi vedere e senza Conflitto - per Rivelare La Città). Traetene voi le conclusioni che volete.
Andrea Angiolino:
Korin Duval:
>Benvenuto!
Grazie!
>Mi stavo giusto chiedendo se e quando ti saresti aggregato. ^_^
Ammetto una forte pigrizia, frequento sempre gli stessi siti e forum - anche in funzione delle mie attuali attività, e purtroppo il gdr non rientra più fra queste. Ma appena sono stato invitato sono venuto molto volentieri.
>Presentato come GdR "speciale", è stato percepito (e qui sono d'accordissimo con te quando dici che la percezione è importante) >dal pubblico "di settore" come "un GdR sì, mah, forse", ma un'eccezione, non un "gioco di ruolo VERO". Moreno parla del Flying >Circus, ma anche su IHGG ci sono state discussioni infinite (e noiosissime) su "OS! è un GdR o no?"
L'accettazione non è certo stata universale. Ancora oggi Ciro Sacco non lo annovera nella sua guida ai GdR dove pure mette VII Legio e Magicon (sia pure come "precursori"). Che, giochi pur belli, non definirei di ruolo anche se loro stessio dicono di esserlo. Ma se è per quello ci sono perfino dei giochi per computer che si autodefiniscono "giochi di ruolo"...
Però i discorsi di etichette lasciano spesso il tempo che trovano. Funzionalmente, merceologicamente, culturalmente On Stage! è stato per lo più preso come un gioco di ruolo, vedi gli esempi del mio post precedente.
>Tutto questo per dire soltanto che anche quando ho presentato in un paio di occasioni CnV dei giocatori sono stati entusiasti, >altri invece (ricordo uno in particolare) m'è saltato su perchè "un GdR non è mica così!"
Beh, le novità non sono sempre facili da accettare. A volte si rifiutano, a volte le si vedono attraverso le lenti colorate che si hanno sul naso e non se ne percepiscono i giusti colori, figuriamoci le sfumature. In questo mi sembra di capire che OS! abbia avuto varie storie simili a vari nv, per cui non vi racconto nulla di nuovo. Quando qualcuno mi dice che ha visto partite in cui il Regista di On Stage! evidentemente cambiava i risultati dei confronti perché li effettuava in segreto, tendo a dubitare di quella sua impressione (non c'è alcun motivo per cui il Regista non debba essere "neutrale" in OS! benché nella meccanica del gioco vi sia invece motivo perché non sveli i punteggi in corsoi di partita). E comunque se fosse avvenuto davvero, si trattava certo di un Regista che non stava giocando a OS! come esplicitamente il regolamento prevede, bensì a modo suo (o a modo dei gdr classici). Non mi dilungo oltre a ripetere cose che ho già detto altrove, ma basta una lettura attenta del manuale delle regole per comprenderlo.
Io stesso, poi, ho scritto sempre e solo gdr classici - a parte qualche supplementino per On Stage!. Eppure di giochi innovativi ne vedevo girare diversi, a metà degli anni '90. Uno l'ho anche inserito nei Giochi del Deuemila, La Regola del Gioco di Maraziti e Perez. Mentre facevo notte con il grafico a impaginarla in preparazione di Lucca Games sentivo anche io una vocina dentro che diceva "un GdR non è mica così!" E però poi l'ho tacitata e il gioco è uscito... ;) Che dire, credo che certe reazioni siano naturali. Poi a ciascuno decidere se assecondarle o vincerle.
Michele Gelli:
Vorrei chiudere un attimo la parentesi OS!
Chiariamo che non è che volgio distribuire colpe o meriti a persone o organizzazioni. Non è mio interesse e neppure aromento di questo messaggio o di quello iniziale. Le colpe possono anche essere del destino cinico e baro ed i meriti quelli di un'imprevedibile congiuzione astrale favorevole (che è un modo elegante di dire fondoschiena).
Faccio una constatazione di fatto: OS ha creato una community di appassionati attiva e longeva (con ampia probabilità, soprattutto all'inizio, più ricca di presenza femminile dell'ambiente circostante), che ha creato una ragguardevole quantità di materiale aggiuntivo / di supporto per il gioco. Ma non ha inciso in meniera significativa sul numero di donne nell'ambiente del gioco *in generale* (cosa che invece ha fatto Vampiri, per esempio, dove si è sentito forte il prima ed il dopo) e non ha creato Designer (quelli che scrivono materiale aggiuntivo o fanno eventi sono organizzatori o contributor nella migliore delle ipotesi, non Designer) e neppure ha saputo generare un'"onda", un movimento "artistico-imprenditoriale" come The Forge. Quale che sia la ragione (l'arrivo di Magic, Giove in trigono con Saturno, in questo contesto è irrilevante), OS NON ha generato una "discendenza" tangibile (e da questo punto di vista è irrilevante se esistono mille mila progetti megatonici che prendono polvere in qualche cassetto).
in Italia è diventato progressivamente più difficile trovare chi sappia anche solo cosa è OS. Intanto The Forge e le sue teorie - da quello che mi dicono - ha lasciato una pesante influenza a D&D4. Senza nulla voler togliere alle intuizioni di Giuliano, dubito che questro sarebbe stato possibile se la gente si fosse limitata a scrivere materiale per Sorcerer...
Andrea Angiolino:
Chiudo anche io volentieri la parentesi OS! con un'ultima precisazione (scusatemene) che non è comunque OT. Non ho mai preteso di dire che OS! e i giochi nati nell'ambito dello stesso movimento (e probabilmente anche in conseguenza di esso) tra cui
http://gilda.it/romacon.96/ie-narr.htm
e
http://www.pathos.it/pathos.htm
siano comparabili come peso o portata a The Forge o ai nw. Né che abbiano a che spartire con essi. Però un'ondina, un movimentuzzo lo erano e qualcosina hanno fatto, al di là di influenze come quelle citate di System.05 o memories of War che conoscete e sapete giudicare voi.
Constatazione di fatto anche la mia (basterebbe OS! a dirlo), nel millennio scorso in Italia non si facevano solo quelli che voi definite "parpuzi" (se ho capito la definizione). Io sì: avrò pubblicato una mezza dozzina di giochi di ruolo, di cui sono tuttora ingenuamente soddisfatto, e tutti a quel modello si rifanno. Ma altri hanno teorizzato, ideato, sperimentato, collaudato e pubblicato anche altro. Chiamatele mosche bianche o pecore nere, definitele "simpatiche curiosità" o anche antipatiche. Però c'erano, volavano in sciame (anche se piccolo), brucavano in gregge (benché magari esiguo). Per oggettività storica al di là di meriti e colpe, che non interessano nemmeno me: e ammesso anche che per qualcuno aver ideato e sperimentato dei non-parpuzi senza arrivare a creare the Forge possa essere una colpa.
Dicevo che non è una precisazione OT, e ci mettevo in mezzo Pathos, proprio per chiudere la parentesi con forse qualche altro Numero per la seconda metà del titolo di questo thread, Donne e Gioco. Qui le foto della Scuola Quadri di Pathos:
http://www.pathos.it/pathos2/informazioni/chisiamo.htm
Sono i giocatori più motivati, presenti e creativi tra le centinaia che hanno partecipato a Pathos, qua ripresi in una situazione meno privata e quindi in cui forse ci si può attendere una partecipazione femminile minore (vedi le considerazioni nei miei post precedenti). Contando anche chi ha scattato la foto e chi è andato via prima, vedo 9 donne su 32, 11 su 30, 13 su 40. Siamo attorno a un terzo circa, ancora in linea con la percentuale delle collaudatrici di OS! E siamo in continuità con il Teatro della Mente, non con Vampiri Dal Vivo. Non so su che Numeri valuti il "numero di donne nell'ambiente del gioco *in generale*", ma nei piccoli numeri del nostro piccolo mondo ludico del millennio scorso quelle di Pathos erano cifrette rilevanti. E a Lucca Games, tanto per dire, una presenza evidente a occhio nudo, che non si interessava solo a Pathos.
Chiusa la parentesi, posso voltare pagina e citare una serie di attività che ha portato a giocare di ruolo un alto numero di ragazze e donne: l'attività di divulgazione in scuole, biblioteche e manifestazioni pubbliche da esse organizzate. Trovate parecchio sul tema nel libro "inventare destini", ed. La Meridiana, che raccoglie numerose esperienze in scuole, biblioteche, carceri e altri enti di tutta Italia. Io posso riportare in breve la mia: ho iniziato nel 1991 in provincia di Reggio Emilia e continuato per lo più a Roma, ma con incursioni in altre regioni. Con il supporto di vari narratori ho fatto giocare sia scolaresche dalla terza elementare in su (a scuola o in biblioteca), sia gruppi di ragazzi e ragazze che si prenotavano volontariamente presso le loro biblioteche: a veri e propri "corsi da narratore" seguiva la spontanea formazione di gruppi di gioco che continuavano a giocare regolarmente in biblioteca, anche grazie a una selezione di giochi di ruolo che l'Assessorato alla Cultura del Comune di Roma mi ha chiesto di fare e che ha acquistato per darla in dotazione a ognuna delle biblioteche circoscrizionali che avevano locali adatti al gioco di ruolo senza che esso disturbasse lettori e studenti. Ho poi pubblicato "Orlando Furioso" con il Comune di Roma (esperienza affine vi sarà più tardi con il "Giocastoria" del comune di Modena) e a quel punto fatto giocare un certo numero di insegnanti perché potessero poi a loro volta far giocare i loro ragazzi. Infine, in manifestazioni come "Giochi in Comune" a Roma ho fatto giocare il pubblico generalista che magari aveva letto sul giornale dell'iniziativa e arrivava ignaro - arrivava di tutto, il ricordo più netto è quello di una partita a Orlando Furioso con un gruppo formato all'istante da una coppia di sessantenni e due ragazzine sui dodici, conosciutisi al momento. Parlo in prima persona perché appunto esperienza personale, ma non ero da solo.
Non ho Numeri assoluti, né proporzioni attendibili per il pubblico generalista che comunque era decisamente misto. Posso dire che per quanto riguarda scolaresche e ragazzini in biblioteca, la proporzione era attorno al 50% - il che è naturale prendendo le scolaresche, ma è interessante il fatto che "reggesse" anche in caso di attività libera su prenotazione. Per quanto riguarda invece il corpo insegnante, la quasi totalità di maestri e professori che ho fatto giocare erano donne: alla presentazione ufficiale - e giocata - di "Orlando Furioso", tanto per citare un evento di cui dopo 15 anni ho ancora viva memoria, il 95%, cioè 19 su 20. Ma è normale e dipende credo dalla struttura del corpo insegnante italiano. In un incontro a metà degli anni '90 con gli insegnanti della provincia di Enna (in quel caso il tema era il libro-gioco), su 85 insegnanti ho visto meno di una decina di uomini, forse mezza dozzina. E ancora meno di due anni fa al Centro di Cultura Ludica di Torino, in un incontro con insegnanti ed educatrici (il tema era il gioco con materiali poveri), su quasi 50 partecipanti ricordo un solo uomo.
Ovviamente nel parlare di questa attività ho scritto che "ha portato a giocare di ruolo un'alta percentuale di ragazze e donne", non che "ha creato un alto numero di giocatrici". Immagino che delle centinaia di ragazzini e adulti fatti giocare, pochissimi abbiano continuato a giocare di ruolo nel medio e lungo periodo, e ignoro la percentuale femminile al loro interno. I riscontri successivi da parte dei bibliotecari sono stati frammentari ed episodici. Io e i miei colleghi abbiamo usato di tutto nelle varie iniziative: giochi classici e non, giochi editi e non, giochi sperimentali e non; però, a prescindere dai sistemi adottati, questo può essere utile per un'altra riflessione forse utile su come le donne possono arrivare al gioco di ruolo: a prescindere dal sistema di gioco, ponendosi il problema dei luoghi e dell'occasione in cui possono arrivarci. Scuole e biblioteche sembrano essere buoni luoghi e offrire buone occasioni.
Salutoni e grazie,
Andrea
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