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Parpuzio e il metagioco ovvero Come giocare senza una fiction

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Niccolò:
è sempre illusionismo se i giocatori fanno finta di cascarci :)

Matteo Suppo:
La differenza tra illusionismo e partecipazionismo è stata ribadita fino alla nausea: http://www.gentechegioca.it/smf/index.php?action=search2


Non è questo thread il luogo dove parlarne. Grazie :)

Moreno Roncucci:
In realtà, è proprio l'idea che i giocatori non dovrebbero neppure tener conto dell'esistenza del GM che è parpuziesca!!  8)

Il gdr è comunicazione. Il GM ti parla. E tu pretendi che non ti comunichi nulla al di là della fiction?

E' ovvio che fai capire, anche semplicemente dal tempo che ci dedichi, chi sono i PNG importanti, e (nel caso dei giochi dove la trama è prefissata) dove dovrebbero andare i personaggi. Anzi, se ci pensi, mentre in D&D ti dicono di farlo dietro le quinte, di spingere i giocatori di nascosto (illusionismo), in Cani nella Vigna il manuale ti dice tranquillamente  di essere plateale ed esplicito.

Quindi no, non ci trovo nulla di strano che guardi la faccia del GM per capire "cosa devi fare". La cosa un po' ridicola invece è che cercasse di non farsi scoprire...  in un gioco dove se non fai quello che vuole il GM, on vai da nessuna parte!!  ::)

Cioè, il problema è giocare ad un gioco dove la trama è prefissata, cercare di non far capire questa trama, e poi fare i salti mortali e i contorcimenti per spingere lo stesso i personaggi a seguire la trama!

Vedo anche altre cose abbastanza ridicole nella situazione. In primo luogo il voler giocare a D&D delle quest eroiche prefissate.  Lo so che è la maniera prougnata da ogni edizione di D&D da AD&D2 in poi, ma è davvero una cosa per cui il gioco è inadatto. Poi il fatto che il GM non avesse pensato che non c'era davvero motivo, in fiction, per far spostare i personaggi dall'altra parte del mondo a seguire la sua brillante storia...

Insomma, la descrizione mi ricorda mille partite che ho fatti negli anni passati, sbagliando tutto lo sbagliabile, ma fra i tanti errori e le cose assurde NON ci metto il fatto che hai cercato di capire cosa voleva quello sventurato GM. Anzi, probabilmente hai "salvato" la partita (per quanto fosse salvabile...). Pensa se non lo capivi e il GM doveva inventarsi qualche altra maniera "brillante" pe costringervi ad andare dove voleva lui...

Mirko Pellicioni:
Personalmente gioco ancora a D&D e di gusto proprio grazie al fatto di aver "aperto gli occhi" con "questi strani nuovi giochi", in D&D della fiction non mi grega nulla o quasi, quello lo si verdà a posteriri come cronaca di avvenimenti.
Quello che mi preme è risolvere le difficoltà e le prove che mi mette il DM davanti, e preferisco che me lo dica in faccia se devo andare a destra o a sinistra senza finte libertà che in giochi del genere sono inutili.
Questo è per me l'unico modo in cui riesco a giocare sano a D&D e a divertirmi e alla fine mi son reso conto che giocavo così anche prima solo che non lo ammettevo con me stesso e mi autoilludevo di poter creare fiction con D&D cosa che è per me impossibile. ;D

Danilo Moretti:
Secondo me, è inevitabile che un giocatore/master "di lunga durata" cada anche involontariamente in considerazioni di metagioco quando ricopre il ruolo di "semplice" giocatore, già solo sapere il dietro le quinte di come "funzionano" i mostri del MM cambia irrimediabilmente l'ottica di un Master convertito a giocatore.

Dagli esempi che hai scritto (specialmente quello del biglietto) mi sembra emerga non tanto un problema di Fiction "si o no" ma di (involontaria) incapacità da parte del master di in individuare e proporre un "pretesto" di avventura che non sembri troppo inverosimile. questo può essere per pigrizia (e meta gioco tra master giocatori: loro sanno che l'avventura li aspetta e io sono qui "per dargliela") o per inesperienza.

Desiderabile? probabilmente No. Risolvibile? Probabilmente sì (ma è difficile).

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