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Articolo di Lehman sulla MWP
Ernesto Pavan:
--- Citazione da: LucaRicci - 2012-02-29 10:26:22 ---Il gioco è già uscito: non si può ancora acquistarlo fuori dall'US, tranne per il prodotto in PDF.
--- Termina citazione ---
Io il PDF non lo trovo nello store O_o
Moreno Roncucci:
Mirko, settori diversi hanno situazioni diverse. Ci sono settori dove anche per essere indie ci vogliono un sacco di soldi e comunque gran parte della gente coinvolta è stipendiata (il cinema per esempio).
I campo dei gdr ha caratteristiche particolari tali per cui il lavorare per un editore ti porta a guadagnare meno e avere un prodotto peggiore. Perchè l'editoria mainstream dei gdr si basa su un modello economico ormai insostenibile che si può reggere solo su due tattiche: pagare poco (o per niente) gli autori e spremere gli acquirenti facendogli comprare più roba possibile per giocare al prezzo più alto.
Come mai allora molti hanno il sogno di lavorare per un "vero editore"? Molti magari si fanno illusioni su lauti guadagni (e alcuni - pochissimi - ci guadagnano davvero) ma per molti neofiti credo che fattori molto importanti siano l'idea di non essere un "vero" designer se non ti pubblica qualcun altro o la passione per certe proprietà intellettuali (certi giochi o certi setting). In una situazione così, dove i benefici percepiti non sono calcolabili semplicemente facendo dei conti, è facilissimo avere casi di sfruttamento o, se va bene, disillusione.
Una volta la "vecchia bugia" era che, per diventare un designer di gdr, dovevi trovare lavoro presso un editore e fare supplementi per il suo gioco a 1 centesimo a parola. La "nuova bugia" è cambiata, è arrivata negli ultimi anni, ed è diventata "indie o no, che differenza fa? Siamo tutti dalla stessa parte, chi vuole fare differenze è solo un retrogrado"
Ma chi paga, e chi viene pagato, non sono mai davvero dalla stessa parte.
Mirko Pellicioni:
Moreno, permettimi che si facciano libri o fumetti o giochi o bulloni, aimè le regole di mercato sono le stesse.
Se tu hai un potere contrattuale lo puoi far valere altrimenti no.
Nei GDR oramai il discorso del business è irrisorio se non ridicolo, non c'è vero guadagno a livello industriale/commerciale e le storie di case editrici come WW lo dimostrano.
Forse è colpa di politiche sbagliate o forse di cambio generazionale, ma resta il fatto che un GDR qualunque GDR non ha le spalle larghe per essere industria.
Al massimo possiamo parlare di artiginato del gioco!
Una azienda come la mongoose ad esempio che pubblica parecchio e tenuta insieme da 2-3 persone, persino mio padre che facela l'artigiano metalmeccanico aveva più dipendenti!
Sono anche io daccordo che in un mercato del genere l'indie paghi di più all'autore sia in termini di successo personale e di gratificazione professionale sia economica.
Ma questo non perchè gli altri siano brutti e cattivi ma perchè il mercato è quello che è.
Infine esiste poi sempre la capacità, soprattutto in america, di un'azienda di trattare come zerbini gli autori, e facendo un paragone è roba vecchia nei fumetti (vedasi marvel e soci)
Quindi diventa davvero un discorso complicato che si collega anche alla rilevanza economica sul mercato del lavoro di unautore di giochi rispetto ad esmepio a un altro tipo di professionista.
Di certo un tecnico informatico bravo prende molto di più di un autore di giochi e anche questo è evidente visto la importanza nella nostra società e nel mondo economico di simili figure.
Alla fine non bisogna vedere troppo questo nostro mondo come un paradiso di creatività e bellezza intellettuale, è lavoro e come tutti i lavori se l'editore Pippo ti può sfruttare entro i limiti di legge e tu l'accetti non te ne puoi lamentare.
Chiediamoci casomai come mai gli autori di GDR non hanno lo stesso potere contrattuale di altri autori in campi simili.
Matteo Suppo:
Scusate, ma Lehman parla chiaramente della MWP, non fa un "discorso generale"
Leonardo:
Per me il problema principale dell'articolo è che Ben, trovandosi nella posizione di dover parlare senza poter essere troppo esplicito, non riesce a rendere chiare le proporzioni del problema. Anche le motivazioni rimangono oscure (ad esempio, ritardi dovuti a difficoltà finanziarie temporanee dell'editore non possono essere valutati nello stesso modo in cui si valutano ritardi dovuti al consapevole tentativo di lucrare sul lavoro altrui). Insomma, quello che viene a mancare a causa della natura sibillina di questo "sono venuto a sapere ma non posso citare le fonti" è il contesto della situazione. Quindi diventa anche difficile esprimere un'opinione.
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