Comunque davvero lo so che la verità fa male
Anche l'insulto errato e gratuito, non dimentichiamolo. Nessuno dira' mai: "Mi ha accusato di questo e non e' vero... mi piace gia' di piu'!" Se mai si ottiene il risultato opposto.
ma quelle non sono tecniche per coinvolgere davvero la comunità dei giocatori nella realizzazione di un gioco sono tecniche di marketing per fidelizzare il clienti e non sono nemmeno tanto raffinate visto che ci sono molti blog che le commentano come tali.
Alcuni fanno risalire il fatto che la "edition war" tra 3E e 4E (ma, di fatto, tra 4E e tutte le precedenti) sia stata tra le piu' violente ever proprio al marketing originariamente usato da Wizards per presentarla: "Questo non e' il D&D a cui giocava tuo padre!" ecc... A quel punto molti si sono inchinati come i giapponesi, hanno educatamente augurato buona fortuna al "D&D del futuro per voi intelligenti", e si sono dedicati all'OSRIC o a Pathfinder "che prevedono ancora programmi di integrazione sociale per noi scemi".
Ci sono almeno due indizi del fatto che Wizards si e' accorta molto in fretta di aver fatto una stupidaggine. Il primo e' stato il marketing degli Essentials, che ando' a molestare non solo la vecchia scatola rossa, ma addirittura i disegni dei personaggi classici di "Quest for the Heartstone".
E il secondo e' l'attuale clima di "riconciliazione, vogliamoci tutti bene, in fondo siamo persone che amano lo stesso gioco, non lasciamo che piccole differenze ci dividano, ecco il primo modulo di playtest: The Quest for Mother Theresa!" che permea le iniziative di pre-lancio della 5E.
Poi, intendiamoci, quando mi dicono che la 4E sia stata la versione piu' bellissima per la "creme" dei giocatori intelligentissimi "che capiscono" ci credo anche. Sono solo felice che ci sia stato (in assenza di Wizard) chi ha pensato anche a iniziative socialmente utili per giocatori "diversamente abili" con "bisogni speciali". E che oggi anche Wizards, come Bill Gates, torni a dedicare parte dei suoi sforzi a opere pensate per i "meno fortunati".