Vorrei citare un caso concreto, abbastanza borderline, che spero interessante.
Siamo nel 2000 e la con si chiama Equpiacenza. Chiamano il sottoscritto, Marzia Possenti e un po' di amici di quello che poi sarebbe diventato il nucleo storico del Flying Circus. L'idea è di fare una versione di
On Stage! Il gioco dell'attore dal vivo, su un palco e con pubblico votante. Marzia e io scriviamo ad hoc lo scenario
La storia fantastica, tratto dall'omonimo film, recuperiamo qualche costume qua e là, e... si va in scena.
Ricordo quella giocata con una intensità particolare. L'effetto "artistico" finale fu discreto, ma fu soprattutto illuminante, per me e per il mio modo di giocare, la scoperta che a volte le regole possono essere d'intralcio.
Intanto a chi non conosce bene
On Stage! suggerisco di andarsi a rileggere l'articolo di Andrea Angiolino sull'INCBook2012:
http://www.internoscon.it/2011/index.cfm?action=book2010Mettemmo in scena il gioco così com'era: quindi i giocatori a ogni scena facevano un'asta per aggiudicarsi il diritto di essere il regista di quella scena. Semplicemente, i giocatori invece di stare attorno a un tavolo indossavano dei costumi, e parlavano e agivano di fronte a un pubblico (invero stiamo parlando di meno di dieci persone, ma tant'è).
Quindi una regola del gioco che stavamo facendo era proprio questa: alla fine di ogni scena, i giocatori puntano un valore pescandolo da una riserva di punteggi finiti, ognuno dichiara la propria puntata e chi ha puntato più alto vince. I valori più alti si elidono a vicenda.
Tutto molto chiaro e già sperimentato con successo tante volte al tavolo (a cavallo del millennio,
On Stage! era il gioco di ruolo che soddisfaceva tutte le mie esigenze!). Se non fosse che... in quel contesto era disastroso.
Intanto avevamo un pubblico, molto collaborativo e disponibile, però che diamine: stare ad aspettare un'asta era noioso.
Inoltre, più o meno dalla terza scena, Marzia e io ci accorgemmo di una cosa sbalorditiva: i giocatori iniziavano a
fingere di fare l'asta. Si comunicavano prima i punteggi tra loro, concordavano sul fatto che "ora avrei bisogno di una scena io, puoi mettere un punteggio basso?", dicevano i numeri cantilenandomeli come per dire "sì, stiamo facendo l'asta, ma non è vera per davvero". Quasi un ammutinamento... ma col quale ci trovammo immediatamente d'accordo. I gioc-attori, che erano molto molto bravi, avevano intuito che quel sistema non stava facendo il lavoro che volevamo fare noi, che era costruire una bella storia, e anzi si stava mettendo in mezzo. Una regola che non ci piaceva.
Risultato? L'abbiamo abolita in corso d'opera. Onestamente non ricordo se abbiamo svelato il trucco agli spettatori o se abbiamo continuato a fingere che ci fosse un'asta (credo che ci limitassimo a comunicare "ora la scena è del Pirata Roberts"), comunque da quel momento i gioc-attori hanno iniziato a concordare al volo chi di loro aveva il controllo di scena. Mi sembra che sia andato tutto liscio, forse giusto una volta avremo dovuto dire "ok, avete entrambi bisogno di una scena, facciamo prima la tua e poi la sua", ma in generale tutto è filato molto liscio.
Il punto che vorrei sottolineare è che, per come la vedo io, non abbiamo
tolto una regola. Abbiamo
sostituito una regola con un'altra regola che ritenevamo migliore.
Credo che la nuova regola possa essere descritta così: "i giocatori si mettono d'accordo su chi imposta la prossima scena; se non riescono a mettersi d'accordo, sceglie il regista".
Per me è comunque una regola, anche se ha una formulazione meno meccanica e più di senso (cosa vuol dire che "non riescono a mettersi d'accordo?" magari ci riuscirebbero anche avendo a disposizione un paio d'ore in cui chiarirsi, ma il pubblico non aspetta così tanto...).
Un aspetto interessante è che non solo abbiamo cambiato una regola rispetto al manuale, ma che l'abbiamo cambiata in corso d'opera. Quindi non so, forse all'inizio stavamo giocando a
On Stage! e alla fine no... ma alla fine chissene.
Penso anche che ci fossero tante altre regole che facevano funzionare il gioco. Alcune talmente ovvie da risultare banali:
- ogni giocatore interpreta un personaggio
- quando è in scena, il giocatore parla e si muove come se fosse quel personaggio
Altre apparentemente altrettanto ovvie, ma in realtà non così scontate (ve ne accorgete quando provate a spiegare cosa sono i giochi di ruolo a un "babbano"):
- in questo gioco non c'è un vincitore
- in questo gioco c'è un master/regista che ha la parola finale su tutto
Poi ci sono quelle più specifiche, tipo che i personaggi pescano 3 carte, che ci sono quelle da giocare in scena e fuori scena, ecc.
Tutto questo solo per portarvi la mia esperienza con il fatto che anche l'assenza di regole va regolamentata.