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Mitologia (greca, romana, norrena... ecc.)

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Dairon:
Ok, ti chiedo scusa e ritiro.
Mi resta il dubbio sulla venerazione di Odisseo, comunque. O di Aiace, per carità. Posto il culto di Asclepio, per dire.

Beh, ma Ermete vagabondava, prendeva per il culo la gente, andava alla ricerca della sapienza (ok, questa è un po' tirata, ma nota come conquista alcune cose), era legato al vento, prediva il futuro, inventava l'alfabeto, era araldo per il dio dei morti, aveva il cappuccio calato a nascondergli il volto; vi sono altri ambiti. Quasi certamente ciò non ti persuade della "uguaglianza" Odino/Ermete, ma capisci che ambiti intendo.


--- Citazione ---Ermete è un nome Latino
--- Termina citazione ---

Vabbè, la latinizzazione/italianizzazione diamola per buona, dai. Non ho nessuna voglia di scrivere in greco... e non penso nessuno di voi :P L'importante è capire se parliamo di roba romana o greca.
Il mio Graves era ancora tradotto con Ermete, si vede che da lì non mi schiodo.

il mietitore:
C'è anche da dire che il comportamento di Ulisse, magari, 2000 anni fa non appariva così meschino.


Alla fine è stato Dante a metterlo all'Inferno (e contrariamente a quanto si crede, NON per avere superato le colonne, ma proprio per il suo utilizzo a fini malvagi della ragione, vale a dire per la questione del carro di Troia. Ma a Dio del fatto che avesse superato le colonne d'Ercole e avesse pure visto il Purgatorio non è che gliene fregasse granchè...).


Per cui è possibile che a occhi più post-medievali, e anche in conseguenza di Dante, a noi oggi quelli che Dairon scrive appaia meschino, come dicevo. Magari all'epoca era comunque preso come esempio da seguire, essendo un uomo che con la forza della ragione si è fatto strada tra gli altri, fregandoli tutti uno dietro l'altro.

Ezio:

--- Citazione da: Davide Losito - ( Khana ) - 2012-01-05 21:04:44 ---Sull'accostamento Wodan / Mercurio mi sto documentando. Ma ad occhio, Wodan può essere accostato a Mercurio, ad Apollo, a Marte e anche a Zeus. Basta "limitarne" la sfera di influenza ad una di quelle che interessa per l'accostamento.


Più probabilmente... non esiste un reale parallelismo, dato che i due panteon sono paralleli.

--- Termina citazione ---


Esatto anche questo. Vedi, in questo momento sto parlando di identificazione latina, ovvero quel processo secondo cui gli autori latini "romanizzavano" le divinità dei popoli incontrati, rendendo oggi difficilissima l'indagine. In questo senso si è abbastanza concordi nell'affermare che quando Tacito scriveva "Mercurio" intendesse "Wotan".
Questo però non significa che Wotan e Mercurio siano divinità "cugine" come possono esserlo Zeus e Giove. Significa solo che (probabilmente) Tacito vedeva in Wotan molte delle caratteristiche del suo Mercurio e che, prendendo per buona questa identificazione, i germani del I secolo dell'era volgare adoravano Wotan sopra tutto il pantheon.


Il problema è Wotan è un dio abbastanza "anomalo", di difficile collocazione nel classico pantheon indoeuropeo.


Molte altre divinità norrene sono di più facile identificazione. Donner/Thor è per esempio palesemente il Dio Celeste indeouropeo: signore del cielo, padrone del fulmine, protettore dell'umanità dalle forze naturali primordiali, fecondatore. Tutti tratti che condivide con Zeus, Giove, Indra e il gallico Taranis. Non è un caso: sono tutte divinità che provengono da un unico ceppo culturale. È possibile ipotizzare una proto-divinità indoeuropea, un sovrano benevolo del cielo e della tempesta che si è evoluto in tutte queste divinità, che sarebbero quindi "cugini".


Wotan è laterale rispetto a questo processo.

Una teoria, portata avanti dal Dumezil, è quella della triade funzionale, ovvero l'ipotesi che la società preistorica indoeuropea fosse tripartita nelle caste di Guerrieri, Sacerdoti e Artigiani, ognuna protetta e rappresentata da una divinità e che le triadi divine così spesso riscontrate nelle religioni che discendono da quella indoeuropea siano un'eco di ciò.
Un esempio potrebbe essere la Triade Capitolina arcaica, quindi siamo nella religione romana pre-repubblicana, composta da Giove, il dio sovrano dei Sacerdoti, Marte, il dio dei guerrieri, e Quirino, il sempre misterioso (e affascinante) dio delle genti romane.


Alcuni autori usano le tesi del Dumézil (e alcuni ritrovamenti archeologici che sembrano effettivamente confermare le loro tesi, mostrando divinità falliche nella triade) come argomento contro la classica interpretazione Wotan/Mercurio di Tacito, tendendo a riconoscere questa triade funzionale nella mitologia germanica pre-norrena in Donner, il dio celeste ordinatore nella sua lotta contro i giganti/titani/forze naturali, Tywaz, identificandolo nel Marte di Tacito, e Frey, dio della fertilità e del popolo, che diventerebbe il Mercurio di Tacito.

Il dubbio è in effetti legittimo.
Questa ipotesi sostiene che Tacito, parlando di Mercurio, pensasse in realtà a qualcosa di più vicino all'Hermes greco che all'italico Turms, quindi ad una divinità eminentemente fallica, esattamente come Frey. Perché lo mette "in cima"? Perché Tacito è sorprendentemente obiettivo nei suoi resoconti e "venerano soprattutto" potrebbe voler dire "la maggior parte della popolazione". Frey era un dio della fertilità e dell'abbondanza (come prevede il suo ruolo nella triade funzionale indoeuropea), il dio del "popolo", della "massa". Da qui l'affermazione di Tacito.
Del resto Donner discende dalla stessa divinità che ha generato Giove e l'esistenza (e la ricerca) della triade funzionale del Dumézil spiegherebbe molte cose: il discorso ha sicuramente senso.


D'altra parte Wodan è strano.
Wodan è un dio della morte, della magia e del vento. Wodan è il signore dell'aldilà e il suo cavallo è la forca degli impiccati. Wodan è quasi un "demone", uno spirito oscuro che cavalca il supplizio dei criminali, di coloro che sono usciti dalla società. Wodan è il vento che agita il corpo degli impiccati.
Non è un dio guerriero; persino secondo l'Edda dopo aver ucciso il Gigante Primordiale non ha compiuto grandi fatti d'arme. La sua lancia è più la verga del mago, con sopra incise le rune, che l'arma del guerriero.
Wodan non ha un carro! Il carro è importante! Il carro è il simbolo della regalità guerriera indoeuropea: Apollo ha un carro così come Indra e, guarda un po', Donner.


Ovviamente quelle del Dumézil sono solo ipotesi, e la ricostruzione di una triade funzionale germanica è un'ipotesi basata su un'ipotesi.
Purtroppo in assenza di prove storiche (quindi di documenti) e affidandoci solo a quel fumosissimo passaggio del Germania tutte queste ipotesi hanno altrettanto valore, cioè poco più di un atto fideistico nello sposare questa o quella tesi.

Dairon:
Wait, non riesco più a mettermi sulle orme di Tacito qui.

Ermete non era un dio della fertilità. Oddio, aveva il bestiame, ma insomma... Mercurio era un dio dei commerci, anche più di Ermete, e non mi ricordo che fosse in epoca classico "fallico".
Riesco a immaginare Tacito che vede adorata a nord la triade suprema "Thor"/"Tyr"/"Freyr" (uso per non ingarbugliarmi troppo sulla tastiera i nomi norreni), ma dopo le prima due identificazioni non riesco molto a immaginare come arrivasse questo Freyr, popolare, "agricolo", ad assomigliare a Mercurio ai suoi occhi.

Cosa mi sfugge nell'ipotesi?

(comunque anche Apollo è un po' strano secondo me. Un bel missiotto pure lui, no?)

P.S.: comunque per noi moderni/postmoderni/nonsocosasiamo Odisseo è un eroe positivo di solito. Mica male come attivitò di PR che ha, eh?  :o

P.P.S.: secondo il mio amico di lettere antiche il tempio a Odisseo è ampiamente probabile (se adoravano Diomede...), ma debbo frustarlo per trovare le citazioni, cosa che non mancherò di fare.

Ezio:
Parliamo di Hermes, il dio greco.


Hermes, secondo l'interpretazione più classica*, è un dio che trascende in potere molti dei suoi corregionali. Hermes è il Trismegisto, il Dio dal Triplice Potere. Ha potere, cioè, nei tre regni del Cosmo: in Cielo come messaggero degli Dei, in Terra come Dio della Parola (e di coloro che la usano, dal "mago" al truffatore) e nell'Ade come psicopompo, come, cioè, colui che accompagna le anime dei defunti.


Hermes è una divinità maledettamente antica, che partecipa di significati sciamanici e, secondo l'analisi degli Inni Omerici del Chapman tutti i suoi ruoli fanno pensare ad una divinità mediatrice tra il mondo fisico e quello spirituale. Un dio, insomma dei confini. Se ci pensate persino la sua interpretazione "volgare" di dio dei ladri partecipa di questa sua funzione: è il dio di coloro che vivono ai margini, al confine della società (e nelle città antiche al confine fisico della città).
Secondo l'Inno Omerico Hermes è un "padrone dei sogni, spia notturna, custode di porte". Di nuovo: confini e comunicazioni. Tra la veglia e il sonno, tra il giorno e la notte, tra il dentro e il fuori (la soglia HA valore sacrale, quasi sempre).


Tra la giovinezza e la maturità.


Hermes era spesso venerato insieme ad Afrodite (come nel tempio di Siracusa) ed era dio degli animali da preda perché era il patrono dei riti virili, ovvero del sesso e dell'uccisione. Era patrono dei giochi e delle lotte, perché queste erano le pratiche dei giovani appena virili.


Le statue di Hermes, le erme, segnavano i confini (di solito tra i campi, ma anche tra strade, agli incroci, e tra città) e, per rispetto al suo ruolo di defloratore e protettore della fertilità della giovinezza erano statue falliche. Col classico minimalismo di molte popolazioni primitive le erme erano, a volte, semplici peni, più o meno dettagliati.


Facciamo un salto al I secolo dell'era volgare.
La fusione tra le religioni romana e greca è ormai completa e molti dei sono indistinguibili. Il ben noto ecumenismo romano ha reso il culto un gran calderone da cui emergono occasionali capisaldi dell'antica religione italica, come i flamen, per dirne una.
In questo calderone il dio italico Mercurio, affine all'etrusco Turm, è in realtà un dio del commercio, messaggero tra gli dei e gli uomini (per capire cosa realmente significa "messaggero degli dei" pensate al ruolo fondamentale degli angeli nella mitologia giudiaco-cristiana: Mercurio ERA la voce degli dei incarnata) e, forse, dell'aria, ma è ormai quasi completamente perso nel suo omologo greco: Hermes.

La mitologia di Mercurio era stata quasi completamente soppiantata da quella di Hermes, tanto che forse solo Ovidio ci tramanda un mito originariamente romano su di lui e che spesso invece di chiamarlo "Mercurio" si usa la latinizzazione del nome Hermes: "Ermete".


È quindi legittimo, leggendo Tacito, sostituire mentalmente "Mercurio" con "Hermes" e pensare ad un culto fallico.
Frey è a sua volta una divinità fallica, legata alla natura e alla giovinezza e, forse (ma è un forse grosso) al mondo oltre la morte. È quindi possibile che Tacito trovasse facile l'identificazione tra i due.


Di fatto esistono due tesi e io personalmente non propendo per nessuna delle due, mi limito ad esporte.
Il mondo accademico tende più verso quella che identifica Mercurio con Wodan, ma, per quanto mi riguarda, in mancanza di prove documentarie siamo totalmente nel campo delle ipotesi o, per usare un termine meno tecnico, delle pippone mentali.


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* Interpretazione classica non significa "i greci credevano così". Significa che, per un certo periodo, alcuni scrittori lo hanno dipinto così, e quelle sono le fonti più comuni che ci sono arrivate

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