Alla fin fine, secondo me, questo tipo di suddivisioni lasciano un po' il tempo che trovano. O meglio, non sono d'accordo sul fatto che siano così nette, al punto che potrebbero benissimo non esistere. Piuttosto, io mi limiterei a parlare di subset di topoi che interagiscono e danno origine allo pseudo-genere in questione; pseudo-genere perché li vedo più come parti di un continuum che non cose separate.
Per dire, il cyberpunk nasce come subcultura del genere fantascientifico, con un fortissimo accento verso tutto ciò che parla di tecnologie che uniscano corpi e macchine, in un corpus che fa della rottura con tutto ciò che è mainstream una bandiera; lo steampunk è una derivazione del cyberpunk in cui la tecnologia si evolve partendo (nell'accezione più stretta del termine per non includere clockpunk e dieselpunk, ad esempio) dall'epoca Vittoriana e dallo studio sull'energia del vapore e simili. Fin qui rimaniamo nell'ambito di ciò che è percepito come fantascienza, e ci sta; ma lo steamfantasy? E' fantasy, dopotutto, ma la discendenza dalla fantascienza si sente, dopotutto, quindi siamo in un ambito ibrido.
C'è anche chi dice che "Any sufficiently advanced technology is indistinguishable from magic" (Clarke); quindi, da questo punto di vista, nessuno mi vieta di parlare di mondi con caratteristiche a prima vista fantasy che, con l'avanzare della narrazione, si scoprono invece essere figli di mondi molto high-tech. E' fantasy o fantascienza?
Sto dicendo un sacco di cazzate?
-MikeT