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Tra Dio e Pelor
Leonardo:
Per chi capisce l'inglese, una interessante discussione sulla rappresentazione delle religioni nei gdr venne condotta sul forum "ufficioso" di The Riddle of Steel quasi due anni e mezzo fa:
Deities in TROS
In particolare meritano di essere letti gli interventi dell'utente Grettir (che nella vita è uno storico e sembra sapere di cosa sta parlando). A mio avviso sono di particolare interesse le considerazioni su come le religioni politeiste siano storicamente state religioni fondate su principi "pratici e utilitaristici" a differenza dei monoteismi, che hanno introdotto l'idea della religione fondata su principi di carattere morale. Da qui anche l'intrinseca tolleranza delle religioni politeiste e la disconnessione che avviene quando si introducono fondamenti morali nei pantheon politeistici alla maniera delle varie ambientazioni di D&D, generando conflitti a carattere religioso all'interno di uno stesso pantheon o anche tra pantheon diversi, in spregio ad ogni evidenza storica.
Dairon:
Estremamente interessante, grazie della segnalazione.
Chris:
Ho giocato per molto tempo in Dragonlance e per molto tempo ho anche fatto il master nella stessa ambientazione e personalmente nel corso del tempo ho sofferto parecchio questa pluralità di divinità tutte concentrare per lo più sui loro obbiettivi personali e talmente umanizzati da essere affettivamente png molto forti.
Quando ho deciso di riprendere in mano D&D come master (mi era passata la voglia sinceramente) ho tagliato la testa al toro ed ho levato tutte quelle divinità. Mi sono creata la mia ambientazione, una cosina semplice eh!, e ho solo messo la grande differenza tra il bene ed il male e lasciando nel mezzo coloro che si aggrappano alla ragione.
Poi è venuto da se che alcuni giocatori abbiano interpretato i seguaci convinti e caritatevoli oppure spietati ed intransigenti, ma a quel punto la valutazione è stata fatta sulla base del loro giocato e non limitandosi a seguire un codice scritto.
Certo, per me alle volte è risultato molto più difficile rendermi conto che se le loro erano azioni coerenti con quello che avevano fatto fino a quel momento, ma diciamocelo nemmeno noi nella vita di tutti i giorni riusciamo ad essere sempre coerenti, perchè un personaggio dovrebbe essere così perfetto?
Per quanto riguarda Forgottem ho preso in mano il manuale solo una volta e mi è venuto mal di testa quindi ho lasciato perdere.
Non ho una divinità preferita in realtà e non trovo nessun culto in particolare più ridicolo di altri, ma sono in accordo con chi ha detto che il bello dell'inserire la religione all'interno del gdr dovrebbe essere il dubbio, la crescita morale ed intellettuale dei pg ed il fatto che non dovrebbe essere scontata la realtà della fede stessa.
Felix:
Generalmente i gdr, secondo me, hanno un approccio paganeggiante ai temi religiosi e questo forse risolve facilmente certe necessità di gioco e permette, cosa non da poco, di schivare un approccio approfondito che è fuori dalla portata delle conoscenze del giocatore medio.
Per paganeggiante intendo il rapporto che le religioni precristiane avevano col sacro, ovvero un area semantica nel quale racchiudere tutto ciò che è incomprensibile, insolito, e poco dominabile dall'uomo con i suoi mezzi usuali. A quest'area misteriosa accedevano solo coloro che erano deputati al sacro (druidi, sciamani, sacerdoti) e che offrivano qualcosa in cambio alla divinità affinchè quelle forze terribili fossero propiziate o evitate (vita, morte, nascita, fertilità etc.). In questo senso la religione rimane ad un livello di mores più che di ethos ("si è sempre fatto così, facciamo ancora così") e di "do ut des" (" ti dono questo tu fammi/non farmi quest'altro"): coinvolge le scelte personali nella misura in cui queste "forze" vengono tenute a bada (religione civile tipo quella romana) e spingeva ovviamente gli amministratori del sacro a essere temuti per le conoscenze che avevano.
Ecco non trovo molti altri approcci nei gdr e in questo credo che facciano difetto carenze culturali generalizzate su questi argomenti, e non poche conoscenze approssimative e date per scontate.
Per alcuni giochi come D&D non è necessariamente un male..."la divinità dell'aspetto della guerra mi dona incantesimi di attacco e io gli offro 100 mo". Ovviamente ci si ferma lì; è una specie di dimensione etico/religiosa da fumettino ma può andare bene per farsi due tiri di dado.
In altri casi come Cdv si percepisce che l'autore ha attinto ad alcuni leit motiv di un certo tipo di rigorismo cristian-luteran-nord americano per creare un ethos di gioco molto invadente. Questa coloritura (religione = fanatismo) è ripresa in maniera piuttosto acritica e pedissequa in molti giochi, specialmente di ambientazione moderna o contemporanea.
E qui rientro in topic: non c'è un solo gdr che mi soddisfi pienamente in questo versante. Quelli "alla Witchcraft" propongono in salsa mista vecchi cavalli di battaglia gnostici e misterici che non mi piacciono; un pò meglio il fantasy alla D&D, ma solo perchè non è impegnativo (e lì allora preferisco Sigmar).
Mi piaceva abbastanza l'approccio di Fading Suns.
Dairon:
Come faceva a piacerti quella roba?*
Seriamente. La catto-ortodossia IN SPAAAACE...
... senza praticamente cambiamenti apportati dalle diverse condizioni di vita e da, uhm, tre millenni di storia umana e non?
*=piaceva anche me ma mi sono pentito ;)
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