Autore Topic: Off the target: un articolo di concezione molto limitata...  (Letto 17253 volte)

Off the target: un articolo di concezione molto limitata...
« Risposta #30 il: 2009-02-11 23:31:02 »
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[cite] Eishiro:[/cite]

ecco, le solite generalizzazioni....poi la gente si chiede come mai certe cose per alcuni sembrano delle assurdità...


Il discorso è generale... quindi si fanno generalizzazioni... se vuoi scendere nel particolare, ne conosco un sacco anche io di giocatori che giocano a D&D con altre intenzioni, ma sono la minoranza. Netta minoranza.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da khana »
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Eishiro

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Off the target: un articolo di concezione molto limitata...
« Risposta #31 il: 2009-02-12 00:05:17 »
@ khana: evidentemente conosco gran parte giocatori diversi :)

innanzitutto mi scuso con michele e claudia, ma ricordavo un vecchio intervento accaduto in situazione molto simile, da parte tua michele, se non ricordo malamente.


poi rispondo a michele per punti:

1) nessun problema, evitavo di nominare perchè nessuno lo aveva fatto, tutto qui.

2) idem come sopra, con qualche precisazione, faccio io il nome: Nadir sul forum di gdritalia, e quello è l'editoriale dell'ultimo GMM, riguardo ai problemi con gdrit non en ho nessuno, e spero di non averne qui, e nel caso io causi problemi sono più che sicuro che la moderazione me lo farà presente

3) chiedo scusa, non era mia intenzione.

4) io credo però che le persone che possono farlo (perchè conoscono l'inglese) facciano presente agli autori del BM le proprie opinioni, io credo che sarebbe più "utile" far conoscere all'autore del documento le proprie, visto che è in un luogo pubblico dove si può tranquillamente rispondere.Mia opinione ovviamente.

5) concordo


perdonate l'OT ma erano delle precisazioni, IMHO dovute

ora ritorno IT

Sugli appassionati di gdr: in effetti molti appassionati di gdr sono appassionati di metal e di fumetti (non generalizzerei sui manga, che sono una cosa abb recente)

perchè?

sul metal: semplice è una musica che parla in una parte delle sue tematiche di Draghi, eroi, ecc ecc, quindi non è cosi difficile avvicinarsi ad essa per il giocatore medio.

sui fumetti e simili: sono comunque universi fantastici, quindi assimilabili, idem i videogiochi.

Notare che queste accezioni (metal, gdr, fumetti,videogames) rappresentano la tipica configurazione dello stereotipo del nerd (anche se conosco persone decisamente differenti tra giocatori di ruolo, come MOLTISSIMI metallari che non giocano e molte altre combinazioni)


sulle famiglie: non metto in dubbio che ci siano le famigliole alle con che giocano ad AIPS o quant'altro, ma credo che non costituiscono la maggioranza e che i giocatori di NW siano giocatori di lunga data o comunque provenienti dal "tradizionale"


Citazione
Ti basti sapere che negli anni 80, quando ho fatto il master per i regionali del torneo di D&D, sono stato SPESATO. E sono stato ospite in albergo (monostella daccordo, ma ospite) a spese dell'organizzazione.


questo era di michele (son impedito coi quote)

questo succede ancora oggi, nelel realtà dei tornei di warhammer (quelli grossi), idem per quel che riguarda gli eventi nazionali di Camarilla Italia, dove i soci hanno notevoli sconti negli alberghi eccetera


sul commitment: credo una cosa, ripeto mia opinione, non credo che l'opinione di una persona "qualunque" sia molto diversa se gli dici "io gioco ad un gioco dove ammazzo draghi e mi leggo 1000 pagine di manuale" oppure "io gioco ad un gioco di cowboy mormoni in lotta con i propri conflitti interiori ecc ecc ecc" io credo che l'opinione della "persona comune" sia sempre uguale....

al massimo penserà che son meno cretino con CNV che leggo solo 100 pagine, ma il giudizio rimarrà sempre quello

ovviamente mie opinioni.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Eishiro »

Marco Costantini

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« Risposta #32 il: 2009-02-12 00:48:21 »
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[cite] Eishiro:[/cite]


sul commitment: credo una cosa, ripeto mia opinione, non credo che l'opinione di una persona "qualunque" sia molto diversa se gli dici "io gioco ad un gioco dove ammazzo draghi e mi leggo 1000 pagine di manuale" oppure "io gioco ad un gioco di cowboy mormoni in lotta con i propri conflitti interiori ecc ecc ecc" io credo che l'opinione della "persona comune" sia sempre uguale....

al massimo penserà che son meno cretino con CNV che leggo solo 100 pagine, ma il giudizio rimarrà sempre quello


Credo che tu non abbia afferrato il punto. Non si parla di ricevere opinioni diverse a seconda del numero di pagine di un manuale. Si tratta di possibilità di giocare dovuta a quel numero di pagine (o più generalmente all'impegno profuso per poter giocare). E qui non si può essere ciechi: un gioco con un regolamento snello, un manuale snello e un design fatto bene (che non occorre rattoppare) permette a molte più persone di  giocarlo. L'esempio lampante è uno dei miei gruppi in cui su cinque giocatori siamo in quattro a lavorare. Quando abbiamo dovuto scegliere a cosa giocare tre dei lavoratori hanno giustamente detto di non avere tempo per fare da GM; io, che sono il quarto, ho proposto giochi indie a basso commitment. E' andata a finire che l'unico modo per giocare è stato affidare il ruolo di GM a chi ancora non lavorava. Ma tremo al pensiero di ciò che succederà quando anche questo mio amico troverà lavoro. Probabilmente continueremo a giocare, ma quanto dovrà sbattersi quel pover'uomo?
AiPS (per prendere un esempio di ottimo gioco a basso commtiment) può essere giocato da persone che lavorano otto ore al giorno e tornano stanche a casa. Un qualsiasi gioco WW (per prendere un esempio di "tradizionale puro") no.

E questo è un immenso punto per controbattere alle tesi di quell'articolo. Chi gioca di ruolo vuole a prescindere un'esperienza diversa da un videogioco (altrimenti giocherebbe a quello). Giochi di ruolo che permettono di avere ottima soddisfazione con minore sforzo non possono che fare breccia nel mercato e negli appassionati (qualora i suddetti appassionati abbiamo un minimo di onestà intellettuale).
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Marco Costantini »
Escalo a Fisico: ti abbraccio.

Off the target: un articolo di concezione molto limitata...
« Risposta #33 il: 2009-02-12 01:31:19 »
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[cite] Eishiro:[/cite]
sul metal: semplice è una musica che parla in una parte delle sue tematiche di Draghi, eroi, ecc ecc, quindi non è cosi difficile avvicinarsi ad essa per il giocatore medio.


vedi... critichi me, ma anche tu ti lasci andare tranquillamente a generalizzazioni sul "giocatore medio". Io ho sempre giocato di ruolo da quando avevo 14 anni, ho sempre ascoltato metal da quando ne avevo 15, ma non -quel- metal, non l'epic. Ho giocato per 7 anni a Dark Sun, Mage the Ascension e Ars Magica con una persona che ascoltava solo house e techno e attualmente frequento gruppi di gioco di persone che non hanno mai tollerato i manga.
Ma non ho capito questo cosa c'entra con l'editoriale di Nadir.
Senza contare che se è l'editoriale di GMM è chiaro che sia tendenzioso nei confronti dei titoli Main-stream... GMM, de facto, è un catalogo. E vuole essere un catalogo.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da khana »
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Eishiro

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« Risposta #34 il: 2009-02-12 02:05:24 »
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[cite] marco.costantini:[/cite]
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[cite] Eishiro:[/cite]


sul commitment: credo una cosa, ripeto mia opinione, non credo che l'opinione di una persona "qualunque" sia molto diversa se gli dici "io gioco ad un gioco dove ammazzo draghi e mi leggo 1000 pagine di manuale" oppure "io gioco ad un gioco di cowboy mormoni in lotta con i propri conflitti interiori ecc ecc ecc" io credo che l'opinione della "persona comune" sia sempre uguale....

al massimo penserà che son meno cretino con CNV che leggo solo 100 pagine, ma il giudizio rimarrà sempre quello


Credo che tu non abbia afferrato il punto. Non si parla di ricevere opinioni diverse a seconda del numero di pagine di un manuale. Si tratta di possibilità di giocare dovuta a quel numero di pagine (o più generalmente all'impegno profuso per poter giocare). E qui non si può essere ciechi: un gioco con un regolamento snello, un manuale snello e un design fatto bene (che non occorre rattoppare) permette a molte più persone di  giocarlo. L'esempio lampante è uno dei miei gruppi in cui su cinque giocatori siamo in quattro a lavorare. Quando abbiamo dovuto scegliere a cosa giocare tre dei lavoratori hanno giustamente detto di non avere tempo per fare da GM; io, che sono il quarto, ho proposto giochi indie a basso commitment. E' andata a finire che l'unico modo per giocare è stato affidare il ruolo di GM a chi ancora non lavorava. Ma tremo al pensiero di ciò che succederà quando anche questo mio amico troverà lavoro. Probabilmente continueremo a giocare, ma quanto dovrà sbattersi quel pover'uomo?
AiPS (per prendere un esempio di ottimo gioco a basso commtiment) può essere giocato da persone che lavorano otto ore al giorno e tornano stanche a casa. Un qualsiasi gioco WW (per prendere un esempio di "tradizionale puro") no.

E questo è un immenso punto per controbattere alle tesi di quell'articolo. Chi gioca di ruolo vuole a prescindere un'esperienza diversa da un videogioco (altrimenti giocherebbe a quello). Giochi di ruolo che permettono di avere ottima soddisfazione con minore sforzo non possono che fare breccia nel mercato e negli appassionati (qualora i suddetti appassionati abbiamo un minimo di onestà intellettuale).


mi sa che non ci siamo capiti

la frase che io ho ripescato diceva che il gioco tradizionale porta dietro di se un etichetta da nerd

che se giochi con giochi da 1000 pagine sei etichettato come un nerd, mentre coi giochi NW no...questa IMHO è pia illusione...tutto qui....

sul fatto del tempo, io non nego che sia più "comodo" impiegare meno tempo per giocare ma:

1)la frase di michele che contestavo era questa

Citazione
Finché il GdR richiederà un "commitment" da persona ferocemente motivata (1000 pagine da studiare necessitano una feroce motivazione, per non parlare di una sera alla settimana a tempo indeterminato) rimarrà bollato come "sub cultura per nerd sfigati" e difficilmente riuscirà ad imbarcare nuove leve.

Per un indie (NW, narrattivo, chiamatelo come volete) invece, la mancanza di un "commitment" di questa entità apre nuove porte.


il fatto che giocare con un manuale di 1000 pagine equivale ad essere bollati come nerd, giocando con uno di 100 facendo i mormoni invece no? ho dei seri dubbi (partendo dal presupposto che io sono completamente diverso dall'archetipo del nerd, ritengo le persone che bollano gli altri con simili epiteti alquanto vuote, ho incontarto nerd molto migliori della stragrande maggioranza delle persone "normali")


2)io gioco molto, davvero molto, ho diversi gruppi di gioco, sono presidente di un associazione ludica, quindi incontro diverse persone nell'ambito ludico.

Ti assicuro che queste persone lavorano quasi tutte eppure giochiamo con giochi "tradizionali" quali D&D, Ars Magica, L5R, Mage, Vampiri ecc ecc ecc (e per dirla tutta giochiamo pure ai NW)


Citazione
[cite] khana:[/cite]
Citazione
[cite] Eishiro:[/cite]
sul metal: semplice è una musica che parla in una parte delle sue tematiche di Draghi, eroi, ecc ecc, quindi non è cosi difficile avvicinarsi ad essa per il giocatore medio.


vedi... critichi me, ma anche tu ti lasci andare tranquillamente a generalizzazioni sul "giocatore medio". Io ho sempre giocato di ruolo da quando avevo 14 anni, ho sempre ascoltato metal da quando ne avevo 15, ma non -quel- metal, non l'epic. Ho giocato per 7 anni a Dark Sun, Mage the Ascension e Ars Magica con una persona che ascoltava solo house e techno e attualmente frequento gruppi di gioco di persone che non hanno mai tollerato i manga.
Ma non ho capito questo cosa c'entra con l'editoriale di Nadir.
Senza contare che se è l'editoriale di GMM è chiaro che sia tendenzioso nei confronti dei titoli Main-stream... GMM, de facto, è un catalogo. E vuole essere un catalogo.


anche qui ho riportato le idee di michele e Keeper, dando delle constatazioni, in effetti, la maggior parte dei giocatori che conosco hanno gusti simili a quelli descritti, ma se tu leggessi per bene il mio topic precedente dicevo che conosco persone che sono metallare, ma non giocan di ruolo, persone che giocan di ruolo senza essere metallari, il mio era un discorso che voleva dire il contrario di questa teoria che i roleplayers son tutti nerd metallari, cosa che tu hai confermato.

Sul fatto che GMM sia un catalogo, che ti devo dire, son le stesse accuse che si beccava al tempo Excalibur e buon anima Ingellis veniva accusato di essere "fazioso" salvo poi, ora, che non ci sta più, dire che è stato una delle figure fondamentali per la diffusione del roleplay in italia ecc ecc ecc ....

Sinceramente che GMM sia fazioso non mi può fregar di meno, se io mi trovo daccordo con quel che scrive una persona lo dico, altrimenti dico che non sono daccordo, non è il suo "background" ad influenzarmi solitamente....
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Eishiro »

Niccolò

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« Risposta #35 il: 2009-02-12 04:02:19 »
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che se giochi con giochi da 1000 pagine sei etichettato come un nerd, mentre coi giochi NW no...questa IMHO è pia illusione...tutto qui....


infatti. è il contrario. se sei nerd, allora giochi ai tradizionali, se non sei nerd, allora potrebbero piacerti i new wave. le etichette? una preoccupazione per i nerd, la gente normale non se ne preoccupa mica!

Citazione

Sul fatto che GMM sia un catalogo, che ti devo dire, son le stesse accuse che si beccava al tempo Excalibur e buon anima Ingellis veniva accusato di essere "fazioso" salvo poi, ora, che non ci sta più, dire che è stato una delle figure fondamentali per la diffusione del roleplay in italia ecc ecc ecc ....


non certo io.
e GMM è un catalogo per "ammissione" (ammissione? non è una colpa!) stessa dell'editore. è uno dei motivo per cui gli articoli presentati non sono recensioni e non hanno voti: perchè è una vetrina, non una pubblicazione critica.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Domon »

Ezio

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« Risposta #36 il: 2009-02-12 06:16:28 »
Posso chiedere una cosa?

Esistono (pia speranza) dati demografici sui giocatori AMERICANI?

Non so... mi pare che il fenomeno in Italia sia troppo recente perché abbia superato gli anni di prevenzione da parte della famigerata Casalinga Vogherese.
Anche se la concenzione di famiglia statunitense è estrememente differente rispetto a quella italiana, mi viene da pensare che, forse, potremmo vedere cosa sta succedendo oltreoceano, in cui il fenomeno New Wave (ma anche gdr in generale) ha avuto semplicemente più tempo per svilupparsi.


Per inciso mi sembra solo ovvio che uno degli ambienti in cui il gdr si diffonde possa essere la famiglia, dato uno dei genitori giocatore o ex-giocatore. Mi sembra una cosa normale, che succede con tutte le passioni, dalla musica di De André alla pesca. La cosa difficile è convincere le nuove generazioni (di nuovo... in USA cosa succede? Nel mio piccolo io inizio a vedere solo ora, negli ultimi anni, la "seconda generazione") che quello che hannno davanti non è "La cosa scema che faceva mio papà quando era giovane, cannato e coglione", ma un'attività interessante e gratificante dal punto di vista sociale e familiare, come può esserlo appunto l'andare a pesca col padre.
Fare ciò, trasmettere la passione secondo i rami parentali, non mi sembra chiudersi in una nicchia, e il pensarlo mi pare indizio di una forma mentis ormai adattata all'essere considerati "nerd", o meglio, Geek, separati (e quindi superiori) alla massa, evitando così il confronto col resto del mondo e delle attività di svago.
Neanche i pescatori (quelli malati) sono in tanti, no? Qui a Reggio ci sono più fumetterie con la loro brava sezione GdR che negozi di pesca, in fondo, ma vi assicuro che non per questo si sentono minacciati o chiusi in una nicchia. Trasmettono la loro passione, vuoi per vincoli di parentela, vuoi per amicizia, e tirano avanti, non cercano di chiudersi volontariamente in una nicchia protetta.
In questo senso i rapporti di Madama Claudia su famiglie in con mi sembrano molto positivi. Poco importa che uno dei membri fosse SEMPRE un giocatore, come ho detto sopra mi pare solo normale. Inoltre... perché un non-giocatore dovrebbe andare ad una convention, scusate? Per i fumetti? Allora frequenta un ambiente già quantomeno contiguo al gdr, le cui utenze sono decisamente sovrapposte, e avrà sicuramente almeno un amico che glie ne ha parlato (probabilmente ab nauseam).

Il prossimo passo non credo sia il discutere se il gdr sia un gioco o un hobby (ma c'è differenza? Da quando un gioco non può essere un hobby? io ho sempre detto di avere l'hobby del rugby, e il rugby è un gioco no?), che, ripeto, mi sembra una sorta di autodifesa, ma portare davvero questa attività alle masse, uscendo dai circuiti specializzati delle fumetterie e delle fiere, in cui la demografica è giocoforza sempre la stessa, esattamente come hanno fatto tutte le attività ludiche/sportive nel corso degli anni. La mia utopia sarebbe il sabato pomeriggio in cui la parrocchia (o l'arci, o il Circolo "Amici della Tigella" o quel che vi pare) invece di proporre un torneo di calcetto possa proporre un pomeriggio di gioco di ruolo.  :roll:



Al solito, per scrivere un post qui ho dovuto raccogliere notevole coraggio (e un brutto attacco d'insonnia), quindi chiedo scusa in anticipo per le eventuali cazzate  :oops:
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Aetius »
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Hoghemaru

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« Risposta #37 il: 2009-02-12 10:14:46 »
secondo me un GRANDISSIMO ostacolo alla diffusione del gdr (come di tante altre cose, tipo il metal) in italia sono i mass-media stessi, e l'ignoranza/faziosità che li contraddistingue

fateci caso, ogni volta che in qualche trasmissione (parlo di quelle rivolte a tutti) si parla di GDR lo si fa sempre con una certa connotazione negativa, come se fosse una cosa per deviati, esaltati o per sfigati disadattati

un esempio lampante fu una puntata di lucignolo (non esprimo giudizi sul programma, sarebbe come sparare sulla croce rossa) in cui fecero un servizio sul gioco di ruolo dal vivo fantasy (tra l'altro con un gruppo di miei amici) e un live di Vampiri e lo inserirono nella puntata dal tema GIOCHI PROIBITI insieme a servizi che parlavano di ragazzi veramente deficenti che facevano cose assurde... tra l'altro dipingendo i giocatori come dei filo-satanisti!

e di cose del genere ne ho viste altre...

che diffusione potrà avere in italia il gioco di ruolo fino a quando verrà pubblicizzato in questo modo?


un esempio contrario è la scandinavia (se non facesse un freddo cane per me sarebbe il paradiso) in cui, ad esempio, il metal* viene trattato come un qualsiasi genere musicale (i video vanno tranquillamente in onda su mtv) e ha una diffusione pari al pop e altri generi (basta vedere le classifiche finlandesi, ad esempio), questo semplicemente perchè non viene ghettizzato dai mass-media locali.
addirittura per incentivare la cultura musicale le sale prove per i ragazzi sono sovvenzionate dallo stato!
e sapete quali sono le conseguenze?
che i migliori gruppi metal provengono quasi tutti dalla scandinavia (nightwish, in flames, evergrey, sonata arctica, etc...)




*parlo del metal perchè non conosco la situazione GDR da quelle parti
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Hoghemaru »
sono un Suino Mannaro - "ci sono solo due persone di cui mi fido: una sono io, l'altra non sei tu!"

Michele Gelli

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« Risposta #38 il: 2009-02-12 10:47:10 »
Citazione
[cite] Eishiro:[/cite]la frase che io ho ripescato diceva che il gioco tradizionale porta dietro di se un etichetta da nerd

che se giochi con giochi da 1000 pagine sei etichettato come un nerd, mentre coi giochi NW no...questa IMHO è pia illusione...tutto qui....

sul fatto del tempo, io non nego che sia più "comodo" impiegare meno tempo per giocare ma:

1)la frase di michele che contestavo era questa

Citazione
[cite] MicheleGelli:[/cite]Finché il GdR richiederà un "commitment" da persona ferocemente motivata (1000 pagine da studiare necessitano una feroce motivazione, per non parlare di una sera alla settimana a tempo indeterminato) rimarrà bollato come "sub cultura per nerd sfigati" e difficilmente riuscirà ad imbarcare nuove leve.

Per un indie (NW, narrattivo, chiamatelo come volete) invece, la mancanza di un "commitment" di questa entità apre nuove porte.


il fatto che giocare con un manuale di 1000 pagine equivale ad essere bollati come nerd, giocando con uno di 100 facendo i mormoni invece no? ho dei seri dubbi (partendo dal presupposto che io sono completamente diverso dall'archetipo del nerd, ritengo le persone che bollano gli altri con simili epiteti alquanto vuote, ho incontarto nerd molto migliori della stragrande maggioranza delle persone "normali")


Premettiamo che ORA COME ORA il GdR si porta dietro - e in blocco (classico e NW) - l'immagine consolidata dell'attività per nerd sfigati. Possiamo disquisire per ore su colpe e responsabilità "storiche" (e, come immaginerai, ho una mia chiara idea in proposito), ma non penso che sia poco utile.

La mia era una cosniderazione di immagine e per il futuro.

Il punto è questo: come faccio a "vendere" quasta attività al Sig. Rossi se il leader del mercato gli prospetta 1000 pagine di studio ed un impegno almeno settimanale e costante? Queste sono cose che hai quando non lavori / hai una famiglia e/o quando sei terribilmente motivato.

E' la stessa differenza che passa fra
  • Idro, Axes & Allies, [insert here la tua simulazione storica Avalon Hill preferita], ecc. che hanno partite che durano ore su ore e manuali spessi tre dita
  • i giochi di impostazione tedesca come Carcassone, Niagara, Alambra che hanno due facciate scarse di istruzioni e finisci più partite in una serata.


Il mio A&A ha ancora il chellophane, Carcassone, Niagara, Alambra sono stati tutti giocati - con grande divertimento - con amici occasionali. Aperti, letti e giocati. Ed alcuni se li sono comporati a loro volta.

Come noterai non ho ancora fatto commenti sulle qualità dei giochi (ho citato tutti signori giochi: Idro è uno dei miei preferiti, Carcassone, Niagara, Alambra sono "Spiel das Jahres", mica pizza e fichi) ma solo sulla logistica e l'impegno che richiedono. Che era riassunto nel "commitment" di cui sopra.

Se vendo - per ragioni fondamentalmente di marketing - un gioco che per funzionare a livello logistico ha bisogno di giovani molto motivati e "collezionisti", avrò fra i clienti una forte percentuale di giovani molto motivati che tenderanno ad investire molto tempo ed una considerevole cifra in questa attività. Queste sono persone per cui la casalinga di Voghera ha definizioni che oscillano da "nerd" a "sfigato irrecuperabile" (a seconda di quanto bene sa l'inglese).

Un gioco NW mi offre, anche solo a livello di logistica (e non siamo ancora entrati nel terreno delle qualità dei giochi), la  possibilità di - usiamo una parola che detesto - marketing differenti, perché non è una amante tanto esigente. Mi rende possibile pensare di "sdoganare" questa attvità e darle una immagine simile al LARP nordico. Riuscirci è un altro paio di maniche, ma quanto meno non ho un gioco che a monte fa attiva opera di sabotaggio.

Am passant possiamo notare che in Germania il gioco da tavolo è un'industria SERIA ed in espansione, in America è un mercato (se possibile) ancora più rachitico di quello dei GdR.
« Ultima modifica: 2009-02-12 11:11:35 da MicheleGelli »
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Michele Gelli - Narrattiva
<< I'm the next Avatar. Deal with it. >> Korra (Legend of Korra)

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« Risposta #39 il: 2009-02-12 10:52:10 »
Citazione
[cite] Eishiro:[/cite]

Sul fatto che GMM sia un catalogo, che ti devo dire, son le stesse accuse che si beccava al tempo Excalibur e buon anima Ingellis veniva accusato di essere "fazioso" salvo poi, ora, che non ci sta più, dire che è stato una delle figure fondamentali per la diffusione del roleplay in italia ecc ecc ecc ....


Ma guarda che non è un'accusa... è una constatazione.
Trovo del tutto normale che Stratelibri pubblichi un house-organ dove parla bene dei suoi giochi e della sua filosofia editoriale. Se paga Silvio, si parla bene di Silvio, non sto accusando nessuno :D
Anzi, semmai era una appunto per Domon... l'articolo non è limitato, è... hm... non trovo l'aggettivo, ma non è fuori luogo per dove è stato messo; lo trovo anche condivisibile all'80%, tranne nella parte in cui ho espresso le mie perplessità.

Per quanto riguarda Ingellis, sinceramente, nessuno ha mai messo in dubbio la sua importanza in fatto di divulgazione nemmeno quando era vivo; e nessuno mette in dubbio la sua "faziosità" nemmeno ora che non c'è più. Ma anche in questo caso, trovo -normale- che su Excalibur si pubblicassero articoli e moduli di gioco dei giochi che Ingellis vendeva. Il giornale è suo, parla dei suoi giochi. Dov'è il problema?

Proprio per questo motivo penso che definire editoriali e articoli di quel tipo come "limitati" sia... hm... ingenuo.
Nadir collabora con Stratelibri, non vedo perché stupirsi se parla bene della filosofia editoriale di tale marchio: se collaborano vuole dire che si trovano bene insieme.
Oltretutto l'analisi che fa la trovo corretta, semplicemente non trovo corretto che il sorgere di una coscienza critica del design sia un "bene" limitato a pochi eletti. In ambito ruolistico siamo in un periodo che sa di rivoluzione, come lo è stato l'avvento del Mac, come lo è stato poi l'avvento di Windows o come lo è stato l'avvento della Smart. Non mi pare che siano cose rimaste ad esclusivo discapito degli esperti di settore... la gente usa Windows anche se non ha la più pallida idea di cosa sia un kernel dinamico; quindi la gente può tranquillamente giocare a CnV o NCaS anche se non ha idea di cosa sia una creative agenda.
Esattamente come puoi ascoltare Metal senza avere la più pallida idea di cosa sia un scala lidia dominante o una pentatonica e rimanere convinto che le note siano 7.
La conoscenza ti serve per "creare" e non per "usare" (con l'eccezione del Jazz e di un certo tipo di musica classica post-romantica tipo Wagner o Liszt dove devi saperne un tot di armonia per apprezzare davvero le opere).
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da khana »
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

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« Risposta #40 il: 2009-02-12 10:55:31 »
Citazione
[cite] Domon:[/cite]Vi invito alla visione di questo articolo, secondo me fa trasparire una visione davvero molto limitata del fenomeno gdr. la vostra?

http://www.gdrzine.com/index.php?option=com_content&view=article&id=481:gdr-gioco-o-hobby&catid=34:editoriali&Itemid=55


Incomincio a perdermi nel discorso.
Cmq tornando al primo post di Domon io vorrei dire che IMHO l'articolo non è di concezione limitata, anzi è piuttosto ben strutturato a livello oratorio e retorico, anche se arriva alle conclusioni in maniera un po' dilettantistica e un po' troppo di fretta, perdendosi qualche passaggio logico, che magari avrebbe indotto un convincimento maggiore nei lettori.
Perciò non direi che è di concezione limitata, certamente è tendenzioso.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Gabriele Pellegrini »

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« Risposta #41 il: 2009-02-12 10:57:15 »
Citazione
[cite] MicheleGelli:[/cite](e, come immaginerai, ho una mia chiara idea in proposito)


Mi piacerebeb conoscerla. Per quel poco che ricordo di storia del GdR, D&D Originale era stringato quanto un indie... Con trenta pagine giocavi, in effetti. Cosa è successo dopo?
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Jonni »

Michele Gelli

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« Risposta #42 il: 2009-02-12 11:05:11 »
Citazione
[cite] Hoghemaru:[/cite]secondo me un GRANDISSIMO ostacolo alla diffusione del gdr (come di tante altre cose, tipo il metal) in italia sono i mass-media stessi, e l'ignoranza/faziosità che li contraddistingue

L'ignoranza e la siuperficialità della TV sono generalizzate e non accanite sul GdR in particolare. Siccome la TV deve fondamentalemnete venedere paura e consenso, si limita a raccogliere e confermate i timori della casalinga di Voghera.

Piccola digressione "metallica"

Citazione
[cite] Hoghemaru:[/cite]un esempio contrario è la scandinavia (se non facesse un freddo cane per me sarebbe il paradiso) in cui, ad esempio, il metal* viene trattato come un qualsiasi genere musicale (i video vanno tranquillamente in onda su mtv) e ha una diffusione pari al pop e altri generi (basta vedere le classifiche finlandesi, ad esempio), questo semplicemente perchè non viene ghettizzato dai mass-media locali.
addirittura per incentivare la cultura musicale le sale prove per i ragazzi sono sovvenzionate dallo stato!
e sapete quali sono le conseguenze?
che i migliori gruppi metal provengono quasi tutti dalla scandinavia (nightwish, in flames, evergrey, sonata arctica, etc...)

E' stato bellissimo entrare in questo bar (fighettissimo nel cetro della via proncipale di Helsinki), vederci gente vestita da banchiere e sentirci una selezione che andava dagli ACDC ai KISS. Per non parlare della poesia dei bagni del Bar Inferno. E che sono nel nord si può provare una striscia bella come Nemi
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da MicheleGelli »
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Michele Gelli - Narrattiva
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Luca Veluttini

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Off the target: un articolo di concezione molto limitata...
« Risposta #43 il: 2009-02-12 11:20:28 »
Citazione
E' stato bellissimo entrare in questo bar (fighettissimo nel cetro della via proncipale di Helsinki), vederci gente vestita da banchiere e sentirci una selezione che andava dagli ACDC ai KISS.


INIZIO BREVE OT

Beh, sono stato anche io in Finlandia e devo dire che ti quoto in toto. Nelle Esplanadi poi vedi di tutto.
Senza contare il ristorante dei Lordi a Rovaniemi!!!!

FINE BREVE OT

A parte il tendenzioso, mi pare che l'articolo parta male presupponendo che GdR sia o Gioco o Hobby, non prevedendo altre possibilità e non prendendo minimamente in considerazione la possibilità che possa essere altro.
Non commenterei per decenza il confronto MMORPG - GdR...  :twisted:
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Luca Veluttini »

Off the target: un articolo di concezione molto limitata...
« Risposta #44 il: 2009-02-12 14:40:28 »
Vorrei dire poi che secondo me se prendessimo Aips lo mettessimo in una bella scatola, ci inserissimo dei segnalini fan mail fatti bene, un mazzo di carte studiato appositamente, un blocchetto di schede strappabili e qualche gadget come la visiera per il produttore :), secondo potrebbe effettivamente stare nella giocoteca di ogni famiglia.

Quello che manca ad Aips è un buon marketing.
Credo sia un errore (di concezione classica) non fornire i token di gioco.
E' una cosa che non fanno nemmeno i cloni del gioco dell'oca.
Non esiste che un gioco da tavolo che compri ti dica, "Per giocare ti basta procurarti due dadi e dei segnalini". Anche nel gioco dell'oca il materiale di gioco viene fornito.

Secondo me lo stile del gdr che ti dice: "per giocare ti servono questi oggetti, procurateli" .. è, a livello di marketing, estremamente sbagliato.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Gabriele Pellegrini »

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