Gente Che Gioca > Sotto il cofano

Off the target: un articolo di concezione molto limitata...

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Hoghemaru:
credo che se proprio si vuole dare una distinzione di significato tra i termini "gioco" e "hobby" è che il primo ha sia uno scopo educatico che competitivo (si gioca per imparare qualcosa o per vincere), mentre l'hobby per definizione è un passatempo fine a se stesso, senza uno scopo secondario o comunque finalizzato ad una qualche forma di vittoria

ad esempio si dice gioco del calcio, degli scacchi, etc (ovvero attività che possono essere divertenti, ma che hanno come finalità vincere contro un avversario) oppure i giochi enigmistici (ci si diverte tentando di vincere risolvendo degli enigmi), ma anche i giochi da tavolo e i giochi di carte (che finiscono quando c'è un vincitore)

anche nel linguaggio comune l'espressione "mettersi in gioco" è sinonimo di "mettersi alla prova", "cimentarsi con una sfida"


l'hobby, invece, prende il suo nome proprio dalla specie di pony: in pratica un tizio di non so dove (vado a memoria perchè non ho voglia di cercare le fonti) aveva come passatempo quello di scolpire statuette che raffiguravano, appunto, gli hobbies e da li il termine "hobby" ha assunto il significato di passatempo

infatti gli esempi tipici di passatempo sono il modellismo, collezionare oggetti di vario tipo, il giardinaggio, bricolage, varie forme artistiche, etc...

ciò non toglie che anche un gioco possa essere fatto come hobby, ovvero quando lo si pratica per il gusto di farlo più che per la vittoria, come ad esempio la partitella di calcetto tra amici ogni tanto, la pesca praticata in un certo modo, etc...


con questo cosa voglio dire?

che il GdR ha uno spettro talmente ampio che non può essere racchiuso in una sola di queste due categorie: ad esempio, stando a quanto ho scritto sopra, un sistema che incentiva una agenda gamista potrebbe rientrare a pieno titolo nella definizione di gioco per il suo spirito competitivo, mentre uno con obiettittivi di tipo narrativista sarebbe collocabile tra gli hobbies in quanto non vi è competizione ma si collabora... ma al tempo stesso hanno un certo scopo "pedagogico" in quanto permettono di afforntare tematiche morali e filosofiche di un certo tipo di un certo tipo e quindi potrebbero rientrare tra i giochi...

in definitiva dipende da come ci si approccia, sia come designers che come fruitori: il GdR ha pieno diritto di essere sia Gioco (ad esempio con sistemi snelli e setting divertenti e leggeri) che Hobby (con setting e tematiche più profondi da "intenditori")



PS
vista l'ora non garantisco la piena lucidità di questo post (colpa anche della full-immersion in NCAS... la follia si sta impadronendo di me!)

PPS
leggevo un pò di commenti su gdritalia... ma perchè hanno così tanta difficoltà a capire che i gdr indie/new wave non sono solo narrativisti?

Moreno Roncucci:
Parlare di "giochi" e "hobby" è completamente fuorviante. Faceva molto prima a dire che nel corso degli anni, il mondo dei gdr ha perso in gran parte i giocatori occasionali, quelli che magari negli anni 70 (quando era di moda) lo giocavano per passare il tempo al college o nei militari (parlo degli USA, ovviamente), per ridursi ad un attività quasi cultistica, in cui gruppi chiusi e diffidenti si ritrovano tutte le settimane per celebrare uno stesso "rito" con un "officiante" (il GM)

Dare la colpa ai videogames invece che alla stessa natura dei giochi, e a certe dinamiche disfunzionali propugnate come "come si gioca ai gdr", mi pare invece fra l'autoillusione e un pio desiderio, un esercizio ginnico di arrampicata sugli specchi e negazione contemporanea dell'evidenza.

Eishiro:
infatti riccardo, un hobby può essere un gioco ed un gioco può essere un hobby, io non li ho messi in contrapposizione

precisavo la differenza tra hobby e gioco, casomai non fosse chiara (cosa che mi sembra da quel che leggo)


--- Citazione ---PPS
leggevo un pò di commenti su gdritalia... ma perchè hanno così tanta difficoltà a capire che i gdr indie/new wave non sono solo narrativisti?
--- Termina citazione ---


uhm...si chiama...disinformazione....


--- Citazione ---Parlare di "giochi" e "hobby" è completamente fuorviante. Faceva molto prima a dire che nel corso degli anni, il mondo dei gdr ha perso in gran parte i giocatori occasionali, quelli che magari negli anni 70 (quando era di moda) lo giocavano per passare il tempo al college o nei militari (parlo degli USA, ovviamente), per ridursi ad un attività quasi cultistica, in cui gruppi chiusi e diffidenti si ritrovano tutte le settimane per celebrare uno stesso "rito" con un "officiante" (il GM)
--- Termina citazione ---


ecco...vedo che qualcuno con una certa esperienza è pienamente in grado di centrare il punto....

Niccolò:

--- Citazione ---3. GMM non è MAI stato (almeno da che lo dirigo io) un CATALOGO ne l'editore ha mai affermato che lo sia come hanno affermato alcune persone tra cui DOMON e altri (perdonatemi non ricordo i nomi di tutti).
--- Termina citazione ---


non fraintendermi tu, questa volta :)

per rivista-catalogo non intendo un catalogo di stratelibri, ma una rivista stile vogue, che presenta le noviutà del momento ma non esprime giudizi.

concordi che gmm non fa recensioni e per scelta non da giudizi?

scusa per il termine fraintendibile, comunque.

Niccolò:
scusateil doppio post, ma volevo separere le spiegazioni a nadir dalle altre risposte:


--- Citazione ---
che il GdR ha uno spettro talmente ampio che non può essere racchiuso in una sola di queste due categorie: ad esempio, stando a quanto ho scritto sopra, un sistema che incentiva una agenda gamista potrebbe rientrare a pieno titolo nella definizione di gioco per il suo spirito competitivo, mentre uno con obiettittivi di tipo narrativista sarebbe collocabile tra gli hobbies in quanto non vi è competizione ma si collabora... ma al tempo stesso hanno un certo scopo "pedagogico" in quanto permettono di afforntare tematiche morali e filosofiche di un certo tipo di un certo tipo e quindi potrebbero rientrare tra i giochi.

--- Termina citazione ---


attenzione che anche il "piacere sociale" di avere quei momenti che fanno dire a tutti "che figata", (tipo giocare a guitar hero nei videogiochi, per dire. non giochi per avere un'esperienza, ma perchè tutti possano tifare per te sui pezzi difficili)può essere considerato vincere, e questa prospettiva pone i narrativisti nettamente nel settore "giochi". e infatti secondo me il bello dei giochi forgisti è che rentroducono un elemento di "gioco" nel "ruolo", che si era perso coll'hobby del gioco classico

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