Autore Topic: [SLOW DOWN] [nudista] Un clima pesante per il design italiano  (Letto 4318 volte)

Questo annunciato thread fa seguito a quello che è stato scritto nei suoi antenati:
 
Come sono uscito dal tunnel del game design
Basta con gli snobbismi anti game-design
 
In particolare, nel secondo è stato richiesto da più persone tra utenti e moderatori, di portare esempi concreti di ciò che secondo me ha contribuito a creare il clima di cui parlo.
 
Il soggetto, cioè "il clima di cui parlo", è ciò che ho scritto nel primo thread che ho indicato sopra, cioè qui:
 
Citazione
Però io, qui nella scena indie italiana, per tanto tempo ho avuto un'altra impressione, di qualcosa che considero ancora più dannoso:
 
sfiducia, e vergogna.
 
Sfiducia generale verso gli italiani che cercano di fare design in questa community, da parte di altri italiani di questa community. Prima era solo una mia impressione, ora questo tuo topic ne è la prova.
 
E conseguente vergogna e timidezza di chi cerca di mettere in piedi un suo progetto.
 
Che è anche il tema centrale di questo topic.
 
Questo era per dare un minimo di inquadramento, anche ad uso "storico" per chi verrà a leggere in futuro.
 
Devo ammettere che ho alcuni dubbi sulla reale utilità "qui e ora" di questo mio thread, poiché temo che sia già troppo in ritardo. Sarebbe sicuramente stato più utile una o due settimane fa, quando l'argomento era ancora parecchio caldo e c'era bisogno di strumenti adeguati per affrontarlo. Purtroppo ho avuto dei tempi tecnici piuttosto lunghi, causa ferie, che mi hanno ritardato di almeno una decina di giorni.
Ad ogni modo lo posto lo stesso, poiché ci tengo ad essere di parola con quello che avevo già dichiarato: avevo detto che l'avrei scritto e postato, e quindi eccolo qua.
 
 
Come usare questo thread
 
Il topic qui presente è in SLOW DOWN (che vi prego di rispettare) poiché si richiede di intervenire senza che gli animi si scaldino e senza riempire rapidamente pagine e pagine di post. Tutti devono avere il tempo di preparare post articolati in maniera relativamente tranquilla, se vogliono.
 
Ha anche il tag "nudista", che ho deciso di inventare per l'occasione*: significa che questo è un luogo sicuro e protetto in cui "mettersi a nudo", in cui esprimere le proprie emozioni, sensazioni, disagi, paure e impressioni di pancia e aspettarsi che, prima di essere discusse e approfondite, vengano accettate come tali**. Io credo che solo dopo l'ascolto, l'empatia e l'accettazione di ciò che l'altro percepisce, si possa procedere ad un reale dialogo, fatto di rispetto, di scambi di idee e di conseguente crescita reciproca.
 
Per rendere possibile questo, voglio attingere parzialmente ad uno strumento che aveva presentato Spiegel un po' di tempo fa, nel thread Sei cappelli per postare.
Leggete, o rileggete, il post di apertura di quel topic prima di intervenire qui. Se non l'avete fatto, non potete scrivere qui, e vi consiglierei di non andare nemmeno avanti a leggere il mio post.
 
Letto? Bene.
 
La modalità "di base" per scrivere in un thread "nudista" (come questo), è il cappello rosso, come descritto in quel topic:
 
Citazione
Rosso: Questo è il cappello della passione e delle emozioni. Le emozioni giocano un ruolo importantissimo, e questo cappello consente di dar loro la dignità  che meritano. È importante sottolineare che non devono essere spiegate o giustificate. Qual'è la tua sensazione? Ti piace o non ti piace? Cosa ne pensi a pelle?
 
Significa che il primo post di ciascun utente in questo thread (il primo in assoluto) deve inderogabilmente essere fatto tutto col cappello rosso. Deve inderogabilmente parlare esclusivamente di ciò che uno prova, delle proprie emozioni, in riferimento all'argomento generale del topic (vedi sotto) o a quello che hanno postato altri utenti.
 
Nessuno può scrivere in questo thread prima di avere postato almeno una volta (la prima) esclusivamente con il cappello rosso, cioè esclusivamente mettendo a nudo le proprie emozioni e sensazioni di pancia. Questo è un topic nudista: come in un'isola di nudisti, siamo tutti nudi, siamo tutti "a nudo" e ci sentiamo al sicuro nel farlo dato che lo fanno tutti, solo che lo siamo in senso emotivo, non in senso fisico.
Il mio post d'apertura non farà eccezione (ho già pronti gli "esempi" che mi sono stati chiesti per parlare di cose che secondo me hanno contribuito alla mia percezione di questo clima, le "prove" diciamo – in senso molto lato, vedrete perché -, ma per le regole di questo thread non potrò postarli fino a domani; vedi qui sotto).
 
Dopo questo primo post, si può scrivere più liberamente. Si possono chiedere o presentare argomentazioni logiche, ed esaminare razionalmente esempi concreti di cose che avrebbero causato paure, disagi e altre emozioni o sensazioni. In una parola si può passare dalla soggettività (delle sensazioni) all'oggettività (delle argomentazioni), cioè il "cappello bianco" (se avete letto il link come vi ho chiesto, sapete di cosa parlo); in questi post, preferirei vedere principalmente cappelli bianchi, ma non è obbligatorio (potrei cambiare idea a riguardo: nel caso le regole di questo thread cambieranno).
 
Tutti però devono sentirsi incoraggiati a tornare a postare, in qualsiasi momento (entro i limiti dello SLOW DOWN) nuovamente con il cappello rosso. L'importante è che, se lo si fa, in quel post si scriva solo con il cappello rosso. Non mescoliamo soggettività e oggettività. Servono entrambe in una discussione costruttiva, ma dobbiamo imparare a distinguerle come tali e a non farci confondere troppo dal modo in cui l'una può influenzare l'altra, quando leggiamo e quando scriviamo.
Per questo a ciascuna verrà dato il suo spazio esclusivo: in un post, o si parla solo di emozioni, disagi e sensazioni di pancia, o si fa solo "dialogo aristotelico" (o qualsiasi altra cosa IT, se è per questo). Mai di una mescolanza dei due.***
 
Sarò molto rigido sull'applicazione di queste regole d'intervento, e chiedo fin da subito ai moderatori di aiutarmi a metterle in pratica quando richiesto. Per farlo, inevitabilmente avrò bisogno, di tanto in tanto, di intervenire come coordinatore della discussione, con uno sguardo d'insieme e il più distaccato possibile (indossando il "cappello blu") richiedendo pattumieramento di post, cambi o chiarimenti di "cappello" a utenti singoli o alla discussione intera, che mi riservo di fare in qualsiasi momento se dovessi vedere pericoli di deragliamento. In pratica, per cercare di esercitare al meglio il mio ruolo di Thread Opener come conduttore della discussione****.
 
Per tornare terra terra, per il resto qui sono In Topic tutte le sensazioni, le riflessioni e le argomentazioni sul clima di questa community (intesa nel senso più largo possibile, cioè su forum e/o di persona) verso il game design italiano indie (dove "indie" va inteso in senso abbastanza elastico ed ampio).
Chiederei anche di non concentrarci troppo sui singoli esempi concreti e sui singoli "casi": se avrò l'impressione che la discussione si stia restringendo troppo su un caso specifico, richiederò lo split.
 
Per riassumere le regole:
 
-     leggete il post di apertura di Sei cappelli per postare prima di intervenire qui; se non l'avete fatto, non potete postare;
-     il thread è in SLOW DOWN: un solo post a testa tra le zero e le ventiquattro;
-     il thread è "nudista": il primo post di ciascun utente deve essere fatto esclusivamente col cappello rosso; rendetelo evidente quando lo fate;
-   AGGIUNTA 1: nel primo post (quello in cappello rosso) NON si risponde alle argomentazioni presentate in interventi di altri utenti in questo thread; si potrà farlo liberamente dal secondo post in poi;
-     si deve sentirsi incoraggiati in qualsiasi momento a tornare a scrivere col cappello rosso; rendetelo evidente quando lo fate;
-     quando si scrive col cappello rosso, si scrive SOLO col cappello rosso; non si mescola soggettività e oggettività; quindi, anche per questo, rendete evidente quando lo fate;
-     fanno eccezione i miei interventi da TO volti a garantire il rispetto delle regole e un tranquillo e produttivo svolgimento della discussione;
-     le regole di intervento potranno cambiare in corso d'opera, se questo servirà a garantire un tranquillo e produttivo svolgimento della discussione;
-     sono IT tutti gli interventi riguardanti il clima di questa community (online e non solo) rispetto al game design indie italiano, purché non ci si concentri troppo su singoli casi.
 
Se non vi è chiaro qualcosa, o se volete ulteriori indicazioni, contattatemi privatamente, per esempio via MP.
 
Non pensate troppo ai cappelli comunque, qui ci interessa quasi esclusivamente quello rosso. Ci sono i post in cappello rosso, e quelli che non lo sono. Per gli altri, non c'è bisogno che segnaliate alcun tipo di cappello.
 
Chiederò che tutti gli interventi che non rispettano in maniera netta e precisa queste regole, vengano pattumierati. Lo farò con un mio post in "cappello blu" che spiega come e perché c'è stata la violazione.
Dopodiché, potrete recuperare il post dalla pattumiera in copincolla, correggerlo nelle violazioni, e ripostarlo anche immediatamente, nonostante lo SLOW DOWN (avrete illimitate possibilità di correggervi, senza perdere il diritto giornaliero di postare)***** (la moderazione mi ha già confermato che solo i post effettivamente dentro ad un thread contano nei limiti dello SD, quindi questa cosa è possibile)
 
Ok, questo è tutto.


----------
 
   
Comincio io, con il mio post d'apertura in pieno cappello rosso.
 
Quello che percepivo quando ho scritto il mio intervento che ho citato all'inizio, in risposta a triex, e in parte quello che sento ancora adesso, è una generale sensazione di disagio in me quando devo parlare di miei progetti di design con altre persone di questa community, che sia online o di persona. Sentivo, e in parte sento ancora, una certa sfiducia, o forse paura, verso chi vuole venire "qui" (in questa community) a fare game design.
 
Questa sensazione ha una sua "storia" e un suo inquadramento ben preciso, tant'è che era un po' che non ce l'avevo: nell'ultimo periodo (un tempo variabile tra i sei e i dodici mesi) questa mia sensazione andava scemando, e iniziavo proprio a sentire che in gcg c'era fermento e fiducia attorno al design italiano: vedevo cose come Ravendeath, la "ricostruzione" del manuale di Elar, i feedback attorno ai giochi del defunto contest 5x2, più tutta l'iniezione di fiducia (più o meno volontaria) che ci è arrivata dall'estero tramite persone come Ron e Paul... E sempre più italiani che partecipano a contest stranieri, che portano alle Con propri progetti e riescono a playtestarli... E a suggellare il tutto c'è stata l'apertura della sezione "Questo l'ho fatto io", a stabilire definitivamente che in gcg "c'è un posto" anche per chi fa design... Insomma, tutti segnali positivi che mi facevano sentire che il design italiano qui, in questo luogo e con queste persone, era bene accetto.
 
Tant'è che, poco fa, c'è stato il thread A che giochi state lavorando2 del 09-08-2011, un (nuovo) topic dedicato a fare il punto della situazione su tutti i progetti di design della community. Ci sono stati alcuni interventi particolarmente entusiasti, che mi hanno reso evidente che non ero l'unico ad essere... Entusiasta ;-) e infatti ho scritto anch'io. Ero davvero contento.
 
Subito dopo però (il giorno dopo), è successo qualcosa che mi è arrivato come un pugno nella pancia: il thread di triex sul "tunnel del game design" (il primo che ho linkato qui all'inizio, del 10-08-2011). Proprio quando sentivo che finalmente c'era fermento, che c'era posto in gcg per discutere e far crescere il design italiano... Leggo un thread che dice "sento troppa fretta in chi fa design" "i miei progetti hanno tutti fatto schifo e li ho abortiti" "bisogna fare design solo per creare cose nuove". Era come se qualcuno avesse detto "Ehi, chi fa design sta manifestando entusiasmo! Abbattiamoli, non devono avere entusiasmo!". Credo che non fosse questo l'intento di triex quando ha aperto quel thread, però queste sono le emozioni che quel topic mi ha suscitato.
 
Tant'è che, se non ci fosse stato quel thread, io sarei rimasto tranquillo e fiducioso, e forse non avrei mai scritto quel post.
 
Però triex aveva anche scritto, in una maniera che mi è molto piaciuta, che le sue erano sensazioni di pancia e che cercava rassicurazioni, che anche il suo thread era "nudista" per così dire, e allora ho risposto altrettanto di pancia (seppur nella maniera più pacata che sono riuscito) e la discussione, dopo alcuni interventi molto interessanti tra cui uno chiarificatore di Ron, si è chiusa in una maniera che mi ha lasciato sereno, che mi faceva sentire che la questione era stata messa a nudo e risolta, finalmente. Io ero rassicurato, triex era rassicurato... Tutto bene insomma :-)
 
Poi c'è stata però la discussione successiva, e li si sono suonate tutte altre note: mi ha dato l'impressione che, in gcg, ci sia molta paura. Soprattutto da parte di Moreno, ma non solo credo.
 
Paura nera che qui si rifacciano gli errori che sono stati fatti (su The Forge) o che vengono fatti (su Story-games) altrove. In questo caso, paura che la "caccia allo status" di game designer (come status fine a se stesso) avveleni l'ambiente e trasformi gcg in un luogo completamente incapace di discussioni e produzioni costruttive. E un po' la condivido anch'io, questa paura.
 
Però ho l'impressione che si stia esagerando, che per evitare un problema da un lato, si stia avendo un eccesso di zelo e si stiano creando problemi dall'altro. Sento tante grida "Allarme status!" e tanta paura, anche quando non ne vedo il reale motivo... Poiché non vedo una "crisi da status" qui in gcg, qui e ora, e anzi sono abbastanza convinto che, forti delle esperienze che abbiamo visto o che vediamo in community estere, sapremo affrontare il problema se e quando si presenterà.
 
Solo che così come siamo oggi, io (per parlare di me) non mi sento sereno a postare sul forum mio materiale, o spesso nemmeno a parlarne con i miei amici che orbitano attorno a questa community. Sento come se ci fosse una sorta di caccia alle streghe, come se per "bruciare" i designer cacciatori di status, li si vogliano bruciare tutti nel dubbio, anche quelli che gli frega solo di fare buoni giochi.
 
Per tornare all'intervento di Ron (questo), ho l'impressione che, per assicurarsi che l'eccesso del punto #1 non dia problemi, si stia uccidendo completamente il punto #2.
 
 
...fffuiu! Ok, direi che per adesso è tutto.
 
Prossimamente mi metterò il cappello bianco per parlare di casi ed esempi e analizzarli al microscopio, ma per ora, questo era il mio cappello rosso.
 
Coraggio! :-)


----------

 
*e che per quanto mi riguarda potrebbe anche non venire usato mai più, o diventare una moda dilagante, o qualsiasi via di mezzo tra le due cose; in questo frangente francamente non mi interessa. Semplicemente mi serviva uno strumento che non avevo, e quindi l'ho creato (come da regolamento: thread mio, regole mie ;-)
 
** "prima", non "al posto di". Che nessuno dica che io vado in giro proclamando che le sensazioni non vanno analizzate o discusse affatto. Semplicemente, c'è prima un tempo per ascoltare, e poi un tempo per analizzare.
 
***nella discussione "Basta con gli snobbismi anti game design" credo che si sia fatta molta confusione tra le due cose, e che questo abbia contribuito in maniera molto forte a trasformarla in un ring. Questo è il motivo principale per cui ho aperto "così" quest'altro thread.
 
****la moderazione mi ha confermato che gli interventi esclusivamente di “conduzione” da Thread Opener non contano nel limite dello SLOW DOWN.
 
*****ovviamente questo non vale per i post in violazione della regola di SLOW DOWN ;-)




----------


EDIT: aggiornato regolamento del thread, vedi "AGGIUNTA 1" in corsivo.
« Ultima modifica: 2011-08-31 10:50:28 da Paolo "Ermy" Davolio »
Rinominato "Ermenegildo" vox populi, in seguito al censimento dei Paoli.

Ezio

  • Membro
  • Ezio Melega
    • Mostra profilo
Re:[SLOW DOWN] [nudista] Un clima pesante per il design italiano
« Risposta #1 il: 2011-08-30 10:39:34 »
Bel thread, Paolo.
Mi piace l’impostazione.

Ho riflettuto un po’ se rispondere o se mantenermi neutrale su questa faccenda, ma poi ho pensato: “Al
Diavolo!” sono prima di tutto un giocatore, perché non dovrei farlo? E mi piacerebbe poter dire la mia in un
clima sereno, come sono certo che porterà questo thread.
 
Come chiedi risponderò “di pancia”, almeno per questo primo post. Ma la “pancia” di Ezio, ti avverto, è
duale pure lei (si, va bene, ora state ridendo, si, sono un ciccione, va bene :-P). In pratica: ho sempre due
opinioni e sentimenti, su praticamente qualunque cosa. Non prendere quindi il mio dualismo, il mio, se
vogliamo essere positivi, vedere due lati di una questione, come un ragionamento avanzato. È solo il mio
modo, istintivo, di vedere le cose.
Oh, e un’altra cosa. Quando lascio andare le emozioni tendo al lirico, vi avverto.
 
La prima emozione che mi colpisce quando penso alla questione della creazione dei giochi è paura. Ho una
maledetta paura che al Bravo MasterTM venga sostituito il Bravo SviluppatoreTM, lo ammetto. Sarà perché
io per primo ho un grande rispetto personale per chi è in grado di scrivere giochi, ovvero possiede un’abilità
che a me manca totalmente, ma ho il terrore della nascita di una “medaglia”, una caccia alla gloria e alla
fama fini a sé stesse.
Capiamoci, non sto parlando del giusto orgoglio di aver creato un gioco, ma del creare un gioco per avere
questa gloria farlocca. L’unica ragione valida per creare un gioco, a mio parere, è la stessa che potrebbe
indurre a giocarli: divertirsi nella creatività.
Scrivi un gioco e questo non viene cagato da nessuno, tranne che dai tuoi cinque amici che chiedono di
giocarlo e ci si divertono? Bene! Obbiettivo raggiunto.
Il resto è un bonus.
Essere conosciuto, essere ascoltato, innovare il campo? Tutte belle cose, ma sono extra. E’ la solita vecchia
storia: è il gruppo, sono le persone con cui giochi l’unica, vera fonte del gdr e più ci si allontana da questa
fonte peggio è.
 
Io ho una paura fottuta, maledetta, viscerale che, invece, questo extra, questo scrivere giochi per poter dire
in giro che si scrivono giochi, diventi la sola ragione per scrivere giochi, e se questo avvenisse penso che
sarebbe un grosso passo indietro per il nostro hobby.

La graduale emergenza di design “ibridi” o affrettati, come se si cercasse la via più semplice di
scrivere “qualcosa di narrativista”, conversazioni ascoltate alle convention (Suna, non hai idea di quanti
schiaffi ti avrei dato a Carpi: “Diventare un game designer mi ha fatto sviluppare gusto critico”. Non
prendertela amico, capisco in realtà cosa intendevi, ma l’hai detto con un tono, con una spocchia, caricando
quel “game designer” di tanto senso di superiorità che... argh! Ti leccherò in faccia, per punirti di quella
frase, sappilo :-P) e la corsa al tavolo da design per i concorsi mentre il resto del tempo la matita rimane
ferma mi fanno correre un brivido lungo la schiena.

Tutti questi atteggiamenti non sono, di per sé, gravi e irrimediabili. Sono embrioni, semi. Però sono semi che
possono germogliare e, conoscendo il carattere nazionale, temo che possano trovare terreno fertile.
Per contrastare questa tendenza io difendo le armi dell’ironia e della satira. Una presa in giro non servirà
certo a fermare chi ha un’idea, una spinta creativa seria, ma sarà come un muro di mattoni per chi invece
vuole solo mettersi in mostra, togliendogli di fatto quello che cercava.
 
L’efficacia della satira, l’importanza che gli si da è la cosa che in effetto, mi allarma più di tutte, ora come
ora.
 
Queste armi, poi, non le uso solo contro i designer o presunti tali: le uso contro tutti e tutto, da sempre.
Racconto barzellette sui Grandi GiocatoriTM e sui Bravi MasterTM e sulla SorpresaTM e sulla Grande
CampagnaTM. Non vedo perché i designer non dovrebbero beccarsi la loro brava dose di salutare ironia ;-)
 
D’altro canto io sento anche come il design sia la linfa vitale del nostro hobby. Scrivere nuovi giochi,
provarli, cambiarli, trovare soluzioni innovative è fondamentale per il gioco di ruolo. Senza la creazione e lo
sviluppo di nuovi giochi staremmo ancora sguazzando nella palude parpuzia, anzi, ancora prima.
Il design, quando ha le giuste motivazioni, va incoraggiato, stimolato e fatto crescere. Non protetto. Gli spazi
protetti non servono. È nella fossa dei leoni che si cresce. Se scrivi un gioco che fa schifo meglio saperlo
subito piuttosto che avere una schiera di yes-men, no?

Non mi sentirete mai criticare l’atto del game design in sé, ma solo le motivazioni che lo accompagnano. Il
problema è distinguere tra le motivazioni percepite e quelle reali.
 
Vedete, io di Paolo (sorry, di Ermy) mi fido. Paolo è un vecchio amico che stimo molto, a cui voglio un
mondo di bene e verso cui nutro un debito incolmabile. E se lui mi dice che si è sentito imbarazzato o
indicato come motivo di vergogna allora mi viene da pensare che da qualche parte si sia esagerato. Se da
un lato è importante ostracizzare le germinali tendenze di cui parlo prima, dall’altro non bisogna buttare il
bambino con l’acqua sporca.

Abbiamo diverse persone, anzi... abbiamo la maggior parte della gente che crea giochi su GcG che ha valide
idee e, sono convinto, ad ora pensa prima a fare un bel gioco e a esercitare la propria creatività, e poi il resto.
Come ho detto gli atteggiamenti che giudico negativi sono ancora embrionali.
Quello che però non credo è che questa problematica e le esigenze di queste persone si risolvano chiedendo
una qualche forma di intervento speciale. Credo che basti applicare la filosofia con cui è nato GcG e
rispettare la vocazione “di servizio” di Questo l’ho fatto io.
E se questa filosofia e vocazione è un po’ venuta meno... si fa in tempo a recuperarla.
 
Mi rendo conto che continui ad esserci una barriera, ma questa barriera è, credo, fisiologica. Sarò brutale: se
non riuscite a trovare playtester per il vostro gioco potrebbe darsi che il vostro gioco non interessi abbastanza
e che “sul mercato” (e uso questo termine nel senso più ampio) non avrebbe proprio speranza.
Quello che posso impegnarmi a fare (e chiederei una mano nel farlo) è non rendere questa barriera più
impervia di quanto già sia in maniera artificiale.
 
Una cosa che mi piacerebbe iniziare a vedere sono giochi finiti e pubblicati, invece che una serie infinita di
progetti lasciati a metà.
 
Adesso mi rivolgo direttamente a chi sta scrivendo giochi. Siete in tanti. Perché ne vedo pubblicati così
pochi? Ragazzi, siamo la comunità INDIE! Se avete un gioco, se ha superato lo scoglio del playtest, mettete
su un sito, un blog, una fanzine e PUBBLICATELO. Io sono GcG al centro di un sistema solare di altri siti,
in dialogo tra di loro, in cui la gente possa, tra le altre cose, presentare i propri giochi, come fanno i vari
Baker o Edwards. Per questo obbiettivo posso impegnarmi e aiutarvi.
Altrimenti, onestamente, l’impressione che ne ricavo è solo che ci si voglia riempire la bocca con progetti
mai finiti e mai destinati a finire, ma iniziati solo per vantarsi.
 
Io voglio vedere altri Elar e Ravendeath, porcaputt..., voglio poter giocare a Beyond the Mirror o a quel
gioco coi rettili di Paolo e ai Reietti di Eden e a chissà cos’altro.
Non playtestarli, giocarli!
Non lavorarci (anche se sono disposto a farlo, in spirito di collaborazione), divertirmici! Egoisticamente è
l’unica cosa che mi interessa.
Io voglio che questo fermento e la passione che leggo in molti dia frutti, e il frutto non è la nomea di game
designer, è un gioco diffuso e giocato.
 
A parte i singoli titoli che ho citato, e che mi rendo conto siano ancora in produzione per difficoltà oggettive
e tempi di produzione fisiologici, credo che i tempi siano ormai abbastanza maturi per iniziare a vedere
qualcosa di concreto, no? Intendo da quando la “comunità indie italiana” ha iniziato a muovere i passi nel
mondo del design...
Lo so, lo so che per un gioco che funziona se ne buttano cento, ma credo che la noce del mio problema sia
proprio qui: noto una percentuale troppo bassa di giochi realmente pubblicati rispetto ai giochi di cui si
discute... e rinasce quella fottuta paura che si inizi a riempirsi tanto la bocca senza avere realmente nulla in
mano.
Oppure sono io che inizio a diventare uno dei “vecchi” e i tempi che percepisco sono più lunghi di quelli
reali?
 
In definitiva temo che crederò davvero in una comunità italiana di game designer quando questa
effettivamente ci sarà, quando avremo giochi diffusi e proposti. Quando ci saremo dati una benedetta
scantata e avremo tirato fuori le palle, difendendo i nostri giochi con la prova dei fatti e del “mercato” (di
nuovo in senso estremamente ampio), in contrasto con una tendenza (anche questa percepita e embrionale) a
voler essere protetti e favoriti “per il bene della comunità di designer italiani”.

Anche perché non credo che i “game designer” siano una comunità: siamo giocatori. Alcuni di noi amano
scrivere giochi, ma sono comunque solo e soltanto giocatori.
Nel frattempo sono più che disposto ad impegnarmi, nel caso qualcuno avesse bisogno del mio aiuto, per
ottenere questo obbiettivo per cui uso addirittura l’aggettivo “fulgido”... sempre che le paure che ho espresso
nella prima parte del post vengano calmate, sempre che possa vedere di stare lavorando per il mio obbiettivo
e non per la sua controparte.

Mi ricordo che nel playtestare Beyond the Mirror ad ArCONate mi sono sentito BENE. È stata una delle
esperienze più mentalmente stressanti della mia vita, ma sapere di aver fatto parte di una squadra di creativi
e critici per qualcosa di concreto e che sapevo si sarebbe realizzato (c’era una luce strana negli occhi di
Tazio...) è stato bello!
Se BtM rimarrà nel cassetto o salterà fuori che Tazio si sta solo riempendo la bocca per fare il Bravo
DesignerTM la delusione sarà enorme. Non voglio correre questi rischi.
 
Annullate quindi le mie paure e sono qui a promettervi che sfrutterò il mio poco tempo libero per provare,
parlare e criticare il vostro gioco, e supportarvi con tutti gli strumenti che ho a disposizione e tutta la voglia
che siete riusciti a farmi venire esattamente come farei con chiunque altro, di qualunque nazionalità sia.
Non mi sentirò comunque mai in dovere di provare e valutare un vostro gioco. La prima prova che dovrete
passare sarà farmi venire l’acquolina in bocca ;-)
 
Ecco, questo è il mio cuore, anzi, il mio stomaco. E non esagero. È un argomento a cui tengo molto e in cui
riverso molta passione.

Non vi chiedo di non giudicarlo, perché sarebbe impossibile, ma vi chiedo di tener presente che è, appunto,
emozione quasi pura, paure e speranze, idealismo, pignoleria e meschinità, tutte assieme.
Ora sono pronto ad ascoltare le vostre emozioni e poi ad usare la testa per valutare le azioni migliori e
collaborare con gli altri per il bene della comunità.
 
In generale mi sento molto ottimista. Non sono particolarmente dentro queste questioni sul game design,
ho letto molto superficialmente i thread che la riguardano, ma parlandone di persona credo che si stia solo
gonfiando una bolla di sapone, ci sia un rimbalzo di “sensazioni”, che è facile modificare, con l’impegno di
tutti...
 
Oh, un’ultima nota ;-)
Personalmente non mi sento di attribuire alla “comunità italiana” alcuno status speciale. Io non mi sento
italiano, sul serio. Io mi sforzo di chiamare “patria” il mondo intero. I confini per me contano poco e la
lingua appena di più (grazie, inglese) e non mi sento in dovere di prestare più attenzione ad un gioco solo
perché è scritto nella mia lingua: giochi italiani, francesi, americani, danesi, per me sono uguali, finché posso
leggerli.
Non chiedete una considerazione speciale perché bisogna favorire il design locare, quindi. I giochi non sono
salumi. Chiedete una considerazione speciale perché i vostri giochi sono maledettamente buoni! ;-)
 
EDIT: Come da richiesta di Paolo ho editato, usando il rosso, una parte del mio post per meglio evidenziare che continuo a parlare di emozioni superficiali, senza addentrarmi in ragionamenti troppo approfonditi. Paolo, so che non è tanto ma non saprei che altro fare: quelle sono veramente le mie "sensazioni", non confermate da alcun ragionamento logico, almeno per ora.
« Ultima modifica: 2011-08-30 15:58:38 da Aetius »
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Luca Veluttini

  • Archivista
  • Membro
  • *
    • Mostra profilo
Re:[SLOW DOWN] [nudista] Un clima pesante per il design italiano
« Risposta #2 il: 2011-08-30 12:42:45 »
Andiamo col primo post tinto di cappello rosso (non sto a disquisire sul fatto che stomaco e cuore dipendano da come è costruito un ingegnere ^^).

Come in molte altre cose io vedo nel game design una serie di opportunità che vengono fatte confluire in un unico "sforzo" creativo.
Cercare di sviluppare un'idea, lavorarci sopra, confrontarsi con altri, vedere l'idea materializzarsi o, perché no, rendersi conto che non si riesce a fare nulla.

Sono cose stupende per un appassionato, per un giocatore, per qualcuno che può vedere qualcosa di suo realizzato.

È quello che ho sempre pensato e che sempre penserò a riguardo.

La prima emozione è speranza.

Non c'è nulla di meglio di un ambiente dove ci si possa confrontare su un progetto con altri giocatori/appassionati che magari stiano anche loro cercando di realizzare un'idea.
Dialogue through game design. Emily Care Boss ci ha ragione (ma questo esula dall'argomento del primo post).

Le cose che veramente credo siano deleterie e dannose per il clima e per la coltivazione di un certo ambiente sono:
1.   lo status a cui ambire
2.   la critica distruttiva come unico modo di portare critiche
E di entrambe ho il disgusto che possano prendere piede.

La seconda emozione è disgusto.

Punto #1
Lo status crea un'elite. Non c'è nulla di buono in un ambiente dove ci si deve parlare da pari e che invece è popolato da esseri superiori.
Parpuzio penso che ci abbia insegnato qualcosina a riguardo... e non aggiungerei altro.
Molte paure le ha già espresse Ezio, non mi piace ripetere a pappagallo.

Punto #2
La critica costruttiva e il confronto fanno bene non solo al clima, ma anche allo sviluppo dei progetti. Di TUTTI i progetti. E per sviluppo intendo anche il rendersi conto che il proprio progetto va messo da parte.
La critica distruttiva presume, male secondo me, che se ti demolisco un gioco ti sprono poi a migliorarlo e anche a ringraziarti per avermelo distrutto.
Beh, innanzitutto ci terrei a dire che non tutte le persone reagiscono così, secondariamente che se ogni mio progetto deve essere disintegrato con la dinamite magari non lo pubblico neanche per parlarne.
Ecco fatto: clima di paura.

Per me, chi vuole realizzare un progetto DEVE anche saper accettare le critiche costruttive altrui, le argomentazioni che porta. Non deve alzare gli scudi difendendo al 2000% la propria idea perché è migliore o portando assurdità a suffragio delle proprie idee.
Non è volemosebbene parlare criticamente e costruttivamente, ma portare avanti le proprie argomentazioni. È dialogo.

Dialogue through game design...

Le poche esperienze che ho avuto in materia hanno portato sempre a un miglioramento di ogni cosa. Più punti di vista mi sono serviti, specialmente se vengono da realtà differenti dalla propria (ne ho avuto prova sviluppando con Mr. Mario Bolzoni il gioco del 5x2 e parlando del suo sviluppo con Iacopo Frigerio).

Io spero vivamente che ci sia un clima che permetta il confronto critico. Non può che servire a chiunque un ambiente del genere.

Apro una parentesi: lavorare insieme non vuol dire volemosebbene.

La terza emozione è paura.

Paura che l'eccesso di zelo di cui parla Paolo sia una missione per impedire che GcG diventi come storygames o altro. Che non si ripetano errori.
L'Inquisizione penso che ci insegni molto a riguardo di quello che può generare la paura...

EDIT: In rosso le modifiche richieste da Paolo.
« Ultima modifica: 2011-08-31 11:01:06 da Luca Veluttini »

Suna

  • Visitatore
Re:[SLOW DOWN] [nudista] Un clima pesante per il design italiano
« Risposta #3 il: 2011-08-30 13:11:07 »
La mia paura e sensazione a pelle -e difficile da giustificare anche volendo, perché ho una memoria pessima- è che forse per il game design in Italia possa accadere quello che accade in molti altri campi, per lo più artistici.
Mi riferisco alla necessità che nel caso italiano, causa la nostra proverbiale mancanza di fiducia in noi stessi come popolo, un autore, per essere riconosciuto in patria, debba passare per una vagliatura all'estero. Penso agli artisti della musica classica di cui si è accennato del mio thread, o ai registi che cercano di uscire da un miasma che ne svilisce la creatività.
Io prego sempre di avere torto in questa mia sensazione, e ogni volta che leggo un commento come quello di Ezio qui sopra la speranza si rinnova. Ma quando vedo confutazioni basate più sull'esigenza di dimostrare che ho torto che non sull'effettiva discussione delle mie sensazioni... beh, ritengo che quel thread (il secondo citato da Ermy) sia esemplare, e non ci sia niente da aggiungere.

Ezio, su quel mio commento di Carpi riguardo al gusto critico, era spassionatissimo, credimi. Ero contento del fatto che mi si fossero aperti nuovi orizzonti, non me ne stavo vantando, so che lo sai. E tanto perché tu lo sappia, a Gnoccocon porto un Beyond the Mirror che considero finito, sensazione confermata dai playtesters che hanno provato negli ultimi tempi, e della cui opinione mi fido (perché di Lehman, Baker, Newman, Bohl e della Boss mi fido, se permetti).
Quindi se ti iscrivi al mio slot o a quello di Mauro, lo fai per divertirti, non per playtestare. E scordati che molli quel progetto nel cassetto.
Così come penso tu possa scordarti che Iz smetta di lavorare su Forbidden Love o Sakura.

Io penso che ci sia stato un inizio timido, con soltanto Davide e Iacopo che avevano i mezzi e le competenze per pubblicare i propri giochi. Molti partivano con hack mai finiti e idee di gioco mai sviluppate fino in fondo anche perché partivano con un certo pessimismo sulle reali chances di pubblicazione, e su di un'incertezza su cosa fare una volta eventualmente terminato il progetto. Di nuovo, è un'impressione a pelle, estremamente vaga, che non ti saprei dimostrare.

Penso però che un po' alla volta, nonostante tutto (nonostante anche forse una scarsa fiducia magari giustificata dal fatto che si vede in giro tanto fumo e gran poco arrosto), si vede un numero crescente di progetti che hanno una finalità e una voglia di essere portati a termine. Io penso soprattutto a Iz per questo. Non ho playtestato i suoi giochi perché contenevano argomenti che trovo difficile affrontare in un gioco di ruolo, ma l'entusiasmo che ci metteva mi ha incoraggiato.
Non che prima avessi mai avuto dubbi sulla determinazione a pubblicare Beyond the Mirror. Ho sempre saputo che l'avrei portato a termine, solo non pensavo in tempi così brevi (nove mesi di playtest, sembra una barzelletta!), grazie anche alla fiducia incrollabile che Khana ha avuto nei miei confronti (senza di lui la meccanica di risoluzione dei conflitti non sarebbe così... è fantastica, funziona alla grande, ed è merito suo).

Per quanto riguarda la ricerca di status, argomento già emerso nell'altro topic da me iniziato... Io devo ancora conoscere o sentir parlare di un singolo caso in cui qualcuno si metta in testa di creare da zero un gioco nuovo solo per sentirsi game designer. Capisco il timore che possa succedere perché in America è successo, ma non mi sembra un buon motivo per fasciarsi la testa prima d'essersela rotta.
Io vedo gente con tanta umiltà e voglia di imparare, e tanta tanta voglia di condividere le reciproche creazioni. Se si danno consigli di design non lo si fa mai da un alto pulpito, ma con costruttività e voglia di aiutare un altro creativo a dar forma alle proprie idee.

Sono curioso di vedere come le mie sensazioni evolveranno.
« Ultima modifica: 2011-08-31 05:11:52 da Suna »

Re:[SLOW DOWN] [nudista] Un clima pesante per il design italiano
« Risposta #4 il: 2011-08-30 14:27:35 »
Intervengo come TO, con il cappello blu (quello del "coordinatore" distaccato della discussione) per porre l'accento su un paio di cose importanti ai fini delle modalità di intervento in questo thread.


Il primo post a testa si fa con il cappello rosso, quindi deve parlare di impressioni, sensazioni ed emozioni, tutte cose che sono estremamente soggettive.
Ci sono alcuni passaggi in cui credo bisognerebbe rendere più evidente che state parlando di una vostra impressione, e non di qualcosa che giudicate vero a prescindere.

Vi chiedo di intervenire per correggere i seguenti passaggi; potete o editare per rendere evidente che state parlando di sensazioni e non di verità oggettive (se per voi lo sono), o cancellare/modificare radicalmente il passaggio, o cancellare/modificare radicalmente del tutto il post (potrete poi comodamente riproporre i concetti contenuti nei passaggi cancellati/modificati in post successivi, completamente privi di cappello rosso). Rendete poi evidente alla fine del post come lo avete modificato (per esempio scrivendo "EDIT: .....").


Da Ezio:

Citazione
D’altro canto è necessario ricordarsi che il design è la linfa vitale del nostro hobby. Scrivere nuovi giochi,
provarli, cambiarli, trovare soluzioni innovative è fondamentale per il gioco di ruolo. Senza la creazione e lo
sviluppo di nuovi giochi staremmo ancora sguazzando nella palude parpuzia, anzi, ancora prima.
Il design, quando ha le giuste motivazioni, va incoraggiato, stimolato e fatto crescere. Non protetto. Gli spazi
protetti non servono. È nella fossa dei leoni che si cresce. Se scrivi un gioco che fa schifo meglio saperlo
subito piuttosto che avere una schiera di yes-men, no?


Da Luca:

Citazione
Chi vuole realizzare un progetto, però, DEVE anche saper accettare le critiche costruttive altrui, le argomentazioni che porta. Non deve alzare gli scudi difendendo al 2000% la propria idea perché è migliore o portando assurdità a suffragio delle proprie idee.
Non è volemosebbene parlare criticamente e costruttivamente, portare avanti le proprie argomentazioni. È dialogo.

Dialogue through game design...

Diverse esperienze portano sempre a un miglioramento di ogni cosa. Più punti di vista servono sempre, specialmente se vengono da realtà differenti dalla propria (ne ho avuto prova sviluppando con Mr. Mario Bolzoni il gioco del 5x2 e parlando del suo sviluppo con Iacopo Frigerio).


Ho notato che vi state anche già rispondendo l'uno con l'altro, cercando di confutare con i fatti ciò che l'altro ha scritto. Non fatelo con il primo post (avrete tempo di farlo in maniera più comoda e pratica in tutti gli altri, ma non nel primo). In particolare, mi riferisco a questo passaggio di Suna:

Citazione
Per quanto riguarda la ricerca di status. Sono un game designer che frequenta game designers che, come lui, hanno progetti che vanno oltre l'hack e che intendono portare a compimento. Frequento molto Khana e Rafu, e ho conosciuto Iz. Io devo ancora conoscere o sentir parlare di un singolo caso in cui qualcuno si metta in testa di creare da zero un gioco nuovo come semplice ricerca di fama. Capisco il timore che possa succedere perché in America è successo, ma non mi sembra un buon motivo per fasciarsi la testa prima d'essersela rotta.
Io vedo gente con tanta umiltà e voglia di imparare, e tanta tanta voglia di condividere le reciproche creazioni. Se si danno consigli di design non lo si fa mai da un alto pulpito, ma con costruttività e voglia di aiutare un altro creativo a dar forma alle proprie idee.

Puoi correggerlo nelle stesse maniere che ho indicato sopra per gli altri.

Normalmente richiederei che i post che ho citato venissero pattumierati e ripostati dagli autori con le dovute correzioni. Tuttavia in questa fase preliminare di discussione trovo più pratico e produttivo lasciarli qui, insieme alla spiegazione del dove e del perché non sono corretti, affinché sia di aiuto per chi posterà dopo.

Non prendete questo mio post come una "sgridata", non vuole assolutamente esserlo, sono intervenuto per una pura e semplice questione "di servizio", diciamo.

Vi ringrazio per la pronta e produttiva partecipazione e per avere colto al balzo la palla del "nudismo" di questo thread, e scusate il disturbo. :-)


P.S.: per chi se lo stesse chiedendo, anche io devo rispettare le regole per postare con il cappello rosso, come tutti gli altri. Se qualcuno ha l'impressione che io abbia commesso questi stessi errori nel mio post iniziale (nella parte "in cappello rosso", tra le due linee di trattini) può segnalarmelo via MP.
Rinominato "Ermenegildo" vox populi, in seguito al censimento dei Paoli.

Ezio

  • Membro
  • Ezio Melega
    • Mostra profilo
Re:[SLOW DOWN] [nudista] Un clima pesante per il design italiano
« Risposta #5 il: 2011-08-31 06:22:43 »
Post di Antonio cestinato per violazione delle richieste del thread opener.
Il post può essere corretto e recuperato dalla Pattumiera.


Grazie per la collaborazione.
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Re:[SLOW DOWN] [nudista] Un clima pesante per il design italiano
« Risposta #6 il: 2011-08-31 10:52:19 »
Intervengo come TO:

ho aggiornato il regolamento del thread, vedi "AGGIUNTA 1" in corsivo nell'elenco delle regole. Vai al primo post: http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,5368.msg129088.html#msg129088
Rinominato "Ermenegildo" vox populi, in seguito al censimento dei Paoli.

Simone Micucci

  • Facilitatore Globale
  • Membro
  • *****
  • Simone -Spiegel- Micucci
    • Mostra profilo
Re:[SLOW DOWN] [nudista] Un clima pesante per il design italiano
« Risposta #7 il: 2011-08-31 21:22:57 »
Ok, riflessioni miei di pancia.

Non credo che su GcG ci sia un clima sfavorevole per il game design. Non riesco a percepire alcuna aura di pressione sui game designer. Anzi fatico a trovare in ambito italiano un altro sito o forum che possa offrire un ambiente così ricco di varietà ed esperienza come GenteCheGioca.

Volevo provare una meccanica per creare ambienti fantasy e non ebbi problemi a trovare le persone interessate (era ad una Consegur. Eravamo io, triex, lantheros e un'altra persona che non ricordo).
Volevo informazioni su giochi supererostici, continuity fumettistiche e politiche editoriali per un mio progetto su un gioco che parli di fumetti supereroistici e Moreno mi ha dato informazioni in una discussione di oltre tre ore (Ezio di oltre due. Michele mi ha consigliato alcune letture e si è fatto raccontare alcuni dettagli del progetto)
Con triex parliamo molto di meccaniche e giochi. Tra le altre cose di idee per regolamenti di una land e di almeno (senza pensarci troppo) almeno 4 gdr. Senza considerare i playset di fiasco e scenari del solar system.

Mai trovato opposizione.
Mai trovato nessuno che mi dicesse "non mi interessa".
Sempre trovate orecchie pronte ad ascoltarmi e bocche pronte a consigliarmi.
Sempre trovato persone interessante, mai avuto problemi a reperire persone informate ed esperte, senza manco faticare troppo per cercarle.

Io di pancia non riesco a sentire questo clima sfavorevole per il game design.
Simone Micucci - GcG Global Fac - Fan Mail: 70 - Pacche sulla Spalla: 1. "Difficile avere nemici con Caldo+3"

Mattia Bulgarelli

  • Facilitatore Globale
  • Membro
  • *****
  • Mattia Bulgarelli
    • Mostra profilo
Re:[SLOW DOWN] [nudista] Un clima pesante per il design italiano
« Risposta #8 il: 2011-09-01 05:58:43 »
Impressioni di pancia, scritte di getto:

- Non mi considero un "designer", qualunque cosa voglia dire. Sono uno che smanaccia un po' con le regole e ogni tanto prova a mettere in piedi un gioco con la balsa ed il vinavil, FINE.

- L'unico progetto che porto avanti da un po' è LMVcAngelica, che è un hack, non è neanche un progetto mio-mio-mio. Funziona? Non per merito mio, ho solo azzeccato un'ambientazione e ci ho ricamato sopra, il resto l'han fatto i giocatori, che...

- ...non hanno mai dato problemi.

- Tazio ha ragione: non bisogna avere sudditanza psicologica dell' "estero che ci dice cosa ci deve piacere", ma...

- ...ha ragione anche Moreno: i giochi uno li deve scrivere perché "fare un gioco" sia il FINE e non il MEZZO per raggiungere qualcosa d'altro (pacche sulle spalle, pugnette vicendevoli tra Quelli-Che-Si-Sono-Elevati-Sopra-La-Massa-Dei-Giocatori).

- Non vedo il problema che dice Ezio (il cappello rosso fa male alla grammatica), quello del fare design solo vicino a sfide e concorsi. Magari ad uno manca quella minima spinta che, sommandosi a tutto il resto, gli fa dire "beh, perché no". Se mai si lavorasse a progetti solo per il concorso e per chi lo indice... Vedi punto sopra.

Fine del cappello rosso.
Co-creatore di Dilemma! - Ninja tra i pirati a INC 2010 - Padre del motto "Basta Chiedere™!"

Michele Gelli

  • Amministratore
  • Membro
  • *****
    • Mostra profilo
    • narrattiva
Re:[SLOW DOWN] [nudista] Un clima pesante per il design italiano
« Risposta #9 il: 2011-09-01 08:14:38 »

La mia sensazione a pelle è che la montagna si sta sforzando di partorire un granellino di sabbia e farlo sembrare almeno un topolino. Perché, devo confessarlo, tutte le volte che ho fatto un pitch di una mia idea, ho ricevuto entusiasmo ed incoraggiamento.


Ho avuto maggiori aperture di credito dalle persone che mi avevano aiutato a sviluppare le idee che si erano rivelate buone, ho incassato un certo di scetticismo da quelle che mi avevano ascoltato delirare di idee che alla fine non si erano rivelate particolarmente brillanti. Come è nella logica delle cose.


Mai e poi mai ho ricevuto (ne’ sospettato o temuto di poter ricevere) "biasimo velato", "snobbismo", "pregiudizio", "battute sui game designers" ne’ ho percepito una "tendenza negativa verso il game design e i game designers" in generale e verso quelli italiani in particolare, un "atteggiamento leggermente denigratorio" o un "senso di superiorità verso chi invece è nel tunnel [del game design]".
--
Michele Gelli - Narrattiva
<< I'm the next Avatar. Deal with it. >> Korra (Legend of Korra)

Iacopo Frigerio

  • Membro
  • Il Signor Coyote
    • Mostra profilo
Re:[SLOW DOWN] [nudista] Un clima pesante per il design italiano
« Risposta #10 il: 2011-09-02 09:29:31 »
Cercando di partorire un commento che sia in qualche maniera emotivo e poco razionale... Ma mamma mia che faticata...
 
Comunque...
 
L'impressione mia è che il clima che c'è adesso, in questi mesi, è anni luce migliore di qualsiasi clima ci fosse nel 2006 e 2007. Anche paragonando al 2009 (che era decisamente un anno con un clima migliore dei precedenti) non c'è confronto...
 
Gh gh gh... oserei anche dire che fare i game desiner adesso è facile, dovevate provarci nel 2007! Adesso, col senno di molti poi, è più facile progettare un gioco e ottenere aiuto...
 
Sicuramente ancora non siamo a livello ottimale (quello che io credo sia il sostegno che dovremmo avere e soprattutto autogenerare tra noi autori), ma siamo lontani da un clima di sfiducia. Ci sono forse più persone (specifiche) che sono refrattarie, ma non indicherei il clima della comunità in generale.
 
Forse, sempre a pelle la cosa che sento un po' assurda e fuori luogo è il preventivarsi riguarda alla ricerca di status, quando i progetti di giochi italiani sono così tanto lontani dall'essere generati. E soprattutto non quando ci sono motivi mille volte più presenti (ad oggi nel nostro stesso contesto) di ricerca di status, tra l'essere editori, l'essere organizzatori di convention, essere esperti del settore, essere aggiornati su ogni uscita, essere moderatori, essere presidenti di associazione, essere quelli che hanno fatto conoscere l'indie alle masse, l'essere bravi playtester... Se volevamo davvero battagliare per evitare gli status non avremmo dovuto scagliarci con egual forza contro tutti questi altre ipotesi di status? (mi vien da chiedere...)
 
Ma non è una critica e non è indirizzata a nessuno è proprio la sensazione a pelle (e... certo se mi togliete la razionalità che fa il 90% delle mie vere considerazioni, hai voglia che esca un vero pensiero logico e fondato da parte mia...)!
 
Poi... sempre a pelle, io credo che i designer siano un po' permalosi, io stesso credo di esserlo più di quanto mi piaccia ammettere... Se prendete davvero in considerazione questa cosa, non dovreste sorprendervi di certe reazioni, anche al minimo post fuori regola!
 
Magari poi se mi rifate usare quell'altro 90% del mio cervello, posso provare a dire qualcosa di più composto e sensato!
L'amore è quel particolare rapporto nel quale una persona può mostrarsi perdente

Re:[SLOW DOWN] [nudista] Un clima pesante per il design italiano
« Risposta #11 il: 2011-09-02 10:19:46 »

Magari poi se mi rifate usare quell'altro 90% del mio cervello, posso provare a dire qualcosa di più composto e sensato!


No! Ci piaci così!! Duro, puro, ma - soprattutto - SINTETICO! :D


Ora è il mio momento di mettere il cappello rosso... ci ho messo un po' a trovarlo, perché me l'ero dimenticato... in testa ^^


Io ho oggettivamente trovato un MURO quando ho iniziato a proporre il design su cui stavo lavorando.
I commenti migliori che ho ricevuto sono state delle interrogazioni sulla mia personale conoscenza terminologica (ed esclusivamente terminologica) del glossario che trovate qui http://www.shrikedesign.com/forgeglossary.html - quello stesso glossario che ora si dice che non sia poi così preciso.
Già nel 2008 avevo la ferma intenzione di scrivere giochi in inglese, per un mero discorso di apertura delle possibilità. E per vari motivi ho deciso (o mi hanno convinto a decidere...) di scrivere in italiano e di partecipare alle attività di questo forum, sebbene ci fossero già stati screzi con qualcuno.
E' stata, credo, la decisione più sofferta che potessi prendere. Voi non avete idea, ma io che vado scentemente contro al mio istinto, faccio più fatica di Iacopo che mette da parte la razionalità.
L'effetto che ho ottenuto è stato esattamente quello che mi aspettavo di trovare: l'impressione (<= ho scritto impressione) fortissima di avere pestato i piedi ad un qualche gota elitario che si riteneva intoccabile e inarrivabile.
Gente che fondava i ragionamenti sul concetto che "siccome non ti conosco, il tuo gioco non puo' interessarmi".
Ho visto la teoria usata come arma per dissacrare il lavoro altrui.
Ho visto gerarchie auto-assegnate usate come strumento per far tacere idee differenti (non sbagliate... differenti).
E adesso, a distanza di tre anni, non so ancora perché.

Ho sentito aneddoti raccontati su "Khana" con me presente, perché l'interlocutore non sapeva che fossi io.
Ho sentito commenti fatti su Elar, sempre senza sapere che io ne fossi l'autore, con fonti riportate con nomi e cognomi. Nomi e cognomi di persone che, lo so per certo, non avevano mai provato il gioco o addirittura non possedevano il manuale.
Mi sono ritrovato anche al centro di presunti complotti ai danni di chichessia, senza che io neanche sapessi che questi complotti c'erano.
Sono stato accusato di voler fare a gara con Moreno per essere il maschio alfa del Big Model, quando a me personalmente, interessava unicamente che il mio gioco funzionasse (il problema è che Moreno ha reagito come se questa accusa fosse vera e si è sentito insidiato, quando per me Moreno è sempre stato la più facile e rapida fonte di informazioni e di link verso post utili).


Fortunatamente per me, i muri mi piacciono.
Se mettete un muro di fronte a Khana, il muro prima poi cadrà; non mi interessa neanche cosa c'è dietro.
Ho raccolto la sfida, e il resto lo sapete perché c'eravate.


Dato che è un post con cappello rosso, io scrivo con la pancia.
A me non frega un cazzo dello status. I motivi sono due:
1. Se devo sprecare del tempo per accumulare status, lo faccio in un ambiente che mi serve, tipo, chessò... quello del web-design. Da cui prendo soldi. Soldi veri, quelli con cui mangi alla sera.
2. Se decidessi di iniziare a mangiare con i soldi dei giochi di ruolo - e quindi a dover accumulare status - mi metterei a scrivere avventure per Pathfinder.


Però vedo un sacco di gente che ha paura che qualcuno prenda status.
E allora, esattamente come Iacopo, mi chiedo... ma non è che forse... lo status è un problema di queste persone che lo difendono così strenuamente?


Io nel mondo del gioco di ruolo mi impegno a fare cose che secondo me possono portare a migliorare il MIO mondo del GdR.
Tutte le iniziative che ho seguito e promosso negli anni, dal Flying Circus, al Dragonero Game Studio, a Elar, ai NuTS e la banca del playtest, a Coyote Press, all'ArCONate e all'EtrusCON sono tutte iniziative mirate a espandere la rete di contatti, per trovare persone con cui condividere una passione e quindi, proprio perché basato su una passione comune, migliorare il modo di giocare di ruolo di tutti, anche il mio e quindi avere un'esperienza di gioco migliore.


Non c'è nessun altro cazzo di motivo.


Eppure ho visto molte di queste iniziative frenate, rallentate, boicottate (è il mio cappello rosso, non rompete) perché "è troppo presto", "bisogna aspettare anni che queste cose si radichino", "ma se fai così, pesti i piedi a [ inserire qui nome di auto-proclamato esperto di qualunque area ]", "tu vuoi essere il primo", "per far andare bene queste cose occorre controllo", "non so se poi hai davvero capito cosa si intende per... [ inserire qualsiasi termine di qualsiasi teoria di qualsiasi campo, dal ludico all'economico ]", "il tuo gioco non può funzionare, perché io ci ho provato per anni e non ci sono mai riuscito" (<= questa in particolare è la frase sentita più volte, da quando frequento il mondo del GdR in generale - frase a cui ho sempre replicato: "se pensi che il mio gioco non funzioni... spiegami perché". Risposta: "eh... hai provato il gioco X? se non hai provato il gioco X non puoi capire..." dove X è qualsiasi altro gioco di ruolo sia mai stato pubblicato nella storia - di norma quello appena uscito per l'etichetta di proprietà dell'interlocutore; è dal 2001 che io cerco di far leggere Elar a chiunque, e la risposta che ottengo è una richiesta di acquisto di un altro gioco che non mi interessa; compreso Gildar).


Finalmente trovo una teoria che è basata sul fare, al punto che non si dovrebbero nemmeno fare commenti prima di avere provato un gioco, una teoria funzionale, incentrata sull'approccio procedurale e non astratti teoremi inderogabili, una teoria che addirittura mi spiega perché e come si chiama quel modo di giocare che mi piace un sacco e che ho sempre inseguito per anni e... cosa trovo?
Politica. Muri. Intrecci. Tutto quello che si trova sempre in qualsiasi ambiente "circoscritto" in Italia.


Me ne sono sempre fregato, me ne fregherò sempre. Questo per me è un hobby e quando mi dedico al mio hobby, io mi devo divertire.
La logica, la razionalità, la politica, gli intrecci... sono tutte cose che per me hanno un senso se sono riferite al lavoro, specialmente il lavoro imprenditoriale, all'associazionismo e alle alleanze economiche di settore. Tipo quando frequentavo Assocomunicazione con la mia azienda.


Qui no, mi spiace. Qui si gioca.
Chi gioca con me?
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Michele Gelli

  • Amministratore
  • Membro
  • *****
    • Mostra profilo
    • narrattiva
Re:[SLOW DOWN] [nudista] Un clima pesante per il design italiano
« Risposta #12 il: 2011-09-02 11:41:38 »

Vista la complessità delle istruzioni del TO avevamo deciso di essere di manica larga e provare a vedere cosa succedeva. Dopo aver letto gli ultimi interventi, in questo thread e in qualsiasi thread assimilabile nessuno posterà mai più nulla senza mettere soggetti alle frasi, circostanzaiare eventi e comportamenti. Si capisce di CHI, di COSA e di DOVE si sta parlando? Perfetto. Non si capisce? Pattumiera.

Grazie per l'attenzione.

--
Michele Gelli - Narrattiva
<< I'm the next Avatar. Deal with it. >> Korra (Legend of Korra)

Re:[SLOW DOWN] [nudista] Un clima pesante per il design italiano
« Risposta #13 il: 2011-09-02 13:55:17 »
Allora...

...intervengo come TO.

Negli ultimi giorni ho avuto molti problemi. Mi è successo qualcosa, completamente scollegato dalle questioni di questo forum e di questa community, che mi ha demolito completamente... Non saprei nemmeno come descriverlo, e non ho voglia di entrare nei dettagli qui e ora.

Il fatto è che, adesso, non sono nelle condizioni di poter gestire alcun topic, nessuno, ne tantomeno uno come questo che richiederebbe investimento emotivo, distacco organizzativo, presenza frequente sul forum (infatti ieri sono mancato, e si vede...), pensiero lucido, e anche un certo pelo sullo stomaco, tutte cose che, in questi giorni e in queste condizioni, non posso garantire, o di cui sono completamente sprovvisto.

Mi sento troppo vulnerabile in questo momento (per motivi totalmente esterni alle questioni del forum) per riuscire ad affrontare e coordinare una discussione che abbia queste modalità e questi argomenti. Quindi, anche se nel farlo mi piange il cuore, dichiaro il thread chiuso, poiché non riuscirò a coordinarlo o parteciparvi così come sto adesso.

Mi dispiace davvero, a parte qualche prevedibile e correggibile intoppo il topic stava andando come volevo (lo dimostra il fatto che alla fine se la sono sentita di postare in molti, anche quelli che non sono d'accordo con me, intervenendo con emozioni anche opposte o in contrapposizione), ed ero pronto ad iniziare a postare il resto... Però vi chiedo scusa ma così come sto ora non ci posso riuscire.

So che la cosa non mi fa onore, sembrerà forse che io voglia scappare dalla questione ed evitare di fare i nomi e spiegare i casi... Ma non è così, i motivi del mio abbandono della discussione sono quelli che vi ho detto e col forum non c'entrano assolutamente niente. Tra parentesi sono anche i motivi per cui non verrò a GnoccoCON...

Mi dispiace davvero ragazzi.


Comunque: io abbandono il thread, ma se qualcuno se la sentisse di "adottarlo", può farlo benissimo e anzi mi farebbe molto piacere. Può copiare le regole di posting pari pari, o modificarle, o fare come vuole. Decidete voi.


Arrivederci a tutti e scusate per il grave disguido...
Rinominato "Ermenegildo" vox populi, in seguito al censimento dei Paoli.

Ezio

  • Membro
  • Ezio Melega
    • Mostra profilo
Re:[SLOW DOWN] [nudista] Un clima pesante per il design italiano
« Risposta #14 il: 2011-09-02 14:13:30 »
Thread chiuso come misura d'ufficio.
 
Mi permetto di dire che, personalmente, sono molto dispiaciuto. Avrei voluto dire altro, sentivo che, tra scossoni e passi indietro si iniziava a parlare e chiarisi, ma capisco Paolo e posso dire che mi aspettavo qualcosa del genere.
 
Quando vorrà riprenderlo in mano lo invito a scrivermi e lo riaprirò con gioia.
Allo stesso modo se qualcuno se la sente di adottarlo (io non ho, a una settimana da Gnocco, il tempo materiale per farlo, e dopo sarò in ferie, per questo non lo faccio) mi scriva e vedrò di riaprire.
 
Grazie dell'attenzione e della continua collaborazione.
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Tags: