Chiacchieriamo > Materiale di ispirazione
Conan
Suna:
--- Citazione da: Leonardo - 2011-08-24 15:33:48 --- Tonnellate di inchiostro vengono sprecate su particolari che a mio avviso lasciano il tempo che trovano. Se Conan avesse gli occhi azzurri o verdi è del tutto irrilevante ai fini della trasposizione soprattutto considerato che entrambi i film finora prodotti e dedicati al personaggio sorvolano amabilmente su quello che a mio avviso è il tema fondamentale dei racconti di Howard: l'alienazione dell'essere umano. Se si accetta che del personaggio e delle storie originali rimanga praticamente solo il nome allora non vedo perché disquisire su una serie di dettagli assolutamente poco rilevanti per quanto riguarda l' "identità" del personaggio.
--- Termina citazione ---
Concordo fino ad un certo punto sulla rilevanza della scelta di attore. Certo, rispetto alla qualità di sceneggiatura e regia dovrebbe avere un'importanza relativa.
Interessante la tematica che tu vedi in Conan. Io ho sempre semplicemente visto quella di scontro tra la "virtuosa frontiera selvaggia", indomita, libera, sincera e positiva, rappresentata da Conan, e la corrotta e decadente civilizzazione urbana. E... avrei voluto vedere almeno quello nei film. In quello di Milius ce n'è un vago accenno. In quello di Nispel... oddio, non è che manchi del tutto ma mi sembra un po' troppo indiretto.
Resta che da quando la nave di Conan attracca e (mini/spoiler) consecutiva scena di sesso buttata lì (fine spoiler)... il regista pare dimenticare tutti gli spunti precedenti, come se il film fosse stato gestito da qualcun altro. O forse il problema è a monte, a livello di sceneggiatura.
Ezio:
--- Citazione da: Suna - 2011-08-24 15:54:35 ---Io ho sempre semplicemente visto quella di scontro tra la "virtuosa frontiera selvaggia", indomita, libera, sincera e positiva, rappresentata da Conan, e la corrotta e decadente civilizzazione urbana. E... avrei voluto vedere almeno quello nei film. In quello di Milius ce n'è un vago accenno.
--- Termina citazione ---
Si, al minuto 22 del fil Subotai che dice "Civiltà, antica e decadente. L'hai mai assaggiata?" E poi "Puah! Come fa il vento ad entrare qui dentro?".
Risolta la questione focale civiltà vs barbarie.
Ah, no, aspetta, c'è anche il cazzotto al cammello XD
Leonardo:
--- Citazione da: Suna - 2011-08-24 15:54:35 ---Io ho sempre semplicemente visto quella di scontro tra la "virtuosa frontiera selvaggia", indomita, libera, sincera e positiva, rappresentata da Conan, e la corrotta e decadente civilizzazione urbana.
--- Termina citazione ---
Non è che io non veda questa tematica, solo che secondo me si tratta di un veicolo attraverso il quale Howard arriva a mettere in scena l'alienazione. In altre parole, secondo me barbarie vs civilizzazione è il mezzo più che il fine. Conan sicuramente non riesce a far propri i "valori morali" e le "leggi" dell'uomo civilizzato (in Queen of the Black Coast lo dice esplicitamente) ma alla fine rimane pur sempre un girovago, anche quando si confronta con società non strettamente civilizzate. Non riesce ad integrarsi neppure in quelle società che, quanto a modo di vivere, più si avvicinano a quello stato barbarico di cui lui rappresenta uno dei più riusciti prodotti. Ogni volta che Conan si aggrega ad una qualche tribù, alla conclusione del racconto finisce per massacrarla o per andarsene. Nei racconti di Howard che ho letto non esiste una sola forma di organizzazione sociale in cui Conan riesca a trovarsi a suo agio, di cui riesca a sentirsi veramente parte. Tutte le alleanze che stringe si rivelano temporanee o destinate a fallire, e le più significative rimangono quelle "di piccola" scala. Il fatto che Conan non sia un solitario a livello esistenziale, che apprezzi la compagnia dei suoi simili (o meglio, di alcuni di essi) rende il contrasto ancora più evidente.
Moreno Roncucci:
--- Citazione da: Leonardo - 2011-08-24 15:33:48 ---Tanto per fare un esempio, date un'occhiata a questa minirecensione del film del 1982 da parte di Gygax. A me sembra che il "padre di D&D" adduca una serie di considerazioni di rilevanza abbastanza risibile per stroncare il lavoro di adattamento di Milius e soci (a dire il vero Gygax confonde anche il produttore De Laurentis con il regista Milius, ma non voglio essere troppo cattivo...)
--- Termina citazione ---
Non solo. Le "considerazioni" oltre ad avere rilevanza risibile... sono anche sbagliate!
Ancora una volta Gygax si presenta come un fanboy che di quello che legge capisce poco o nulla. Non sapevo della sua confusione fra il Conan dei fumetti e di De Camp con quello di Howard (puttanate tipo "Conan non ha bisogno di trappole per battere qualunque uomo sul piano della forza fisica" fanno capire che probabilmente ha letto qualche pastiche di Carte o De Camp e qualche fumetto nemmeno di Roy Thomas, ma di Howard ha letto - o ricorda - ben poco), ma le cantonate che diceva o pensava su Tolkien e gli strafalcioni che ha fatto nell'"ispirarsi" a Leiber e Vance sono abbastanza note...
P.S.:Suna, senza aver visto il film è ovvio che non posso giudicare sulla QUALITA' dell'opera, o su QUANTO hanno cambiato nel remake, ma vuoi dirmi che devo vedermi il film su Lanterna Verde per essere sicuro che è ispirato ai fumetti DC?
Potrebbero aver cambiato il costume di Lanterna Verde, la trama, i nemici, la cronologia, potrebbero avere alterato TUTTO, ma per dire che è ispirato ai fumetti DC, non è comunque necessario aver visto il film, basta sapere la trama...
Ezio:
--- Citazione da: Leonardo - 2011-08-24 16:22:40 ---Non è che io non veda questa tematica, solo che secondo me si tratta di un veicolo attraverso il quale Howard arriva a mettere in scena l'alienazione. In altre parole, secondo me barbarie vs civilizzazione è il mezzo più che il fine. Conan sicuramente non riesce a far propri i "valori morali" e le "leggi" dell'uomo civilizzato (in Queen of the Black Coast lo dice esplicitamente) ma alla fine rimane pur sempre un girovago, anche quando si confronta con società non strettamente civilizzate. Non riesce ad integrarsi neppure in quelle società che, quanto a modo di vivere, più si avvicinano a quello stato barbarico di cui lui rappresenta uno dei più riusciti prodotti. Ogni volta che Conan si aggrega ad una qualche tribù, alla conclusione del racconto finisce per massacrarla o per andarsene. Nei racconti di Howard che ho letto non esiste una sola forma di organizzazione sociale in cui Conan riesca a trovarsi a suo agio, di cui riesca a sentirsi veramente parte. Tutte le alleanze che stringe si rivelano temporanee o destinate a fallire, e le più significative rimangono quelle "di piccola" scala. Il fatto che Conan non sia un solitario a livello esistenziale, che apprezzi la compagnia dei suoi simili (o meglio, di alcuni di essi) rende il contrasto ancora più evidente.
--- Termina citazione ---
Se lo fa lo fa a livello del tutto inconscio. Dal suo epistolario, in particolare dalla famosa lettera "sulla barbarie" emerge che nello scrivere Conan Howard aveva in mente nello specifico il tema dello scontro dualistico e sostanzialmente manicheo tra lo stato di natura e la civilizzazione.
Inoltre il tuo ragionamento è un po' drogato dal Conan successivo e apocrifo. Quello ortodosso, di Howard, rimane Re di Aquilonia e non abbiamo idea di cosa faccia dopo. E' in un romando di De Camp che prende il mare verso il Sud America, quello di Howard usurpa un regno, lo ricostruisce di fatto intorno a sé e ai suoi gusti, ha un paio di avventure in cui picchia in testa ribelli e re rivali e poi, per quanto ne sappiamo, rimane soddisfancentemente re, circondato da generali e concubine, rendendo Aquilonia il più grande dei regni hyboriani ^^
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