Play by Forum > (Spione) PbF 1

Spione PbF 1 - fase 5 - Manovre

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Francesca Giacomini:
Gretchen si avviò a passo svelto da Keufer. Un respiro profondo e, cancellata ogni traccia di fragilità, entrò decisa dall’handler.
Si scambiarono un freddo “Buongiorno”, poi lei presentò il solito rapporto mensile.
Poteva tranquillamente essere un normale bilancio anche ad una lettura attenta, ma Keufer sapeva come trarne le informazioni che voleva..
“Hai niente da dire, Gretchen?”
“Sì: ho sospeso la pratica L.W. Era deciso a mollare tutto per una infatuazione, sarebbe stato inutile se non dannoso...Riaprirò la pratica tra qualche tempo riprendendola da dove l’ho lasciata e porterò a termine il lavoro.”
Di fronte a Keufer era Gretchen: asciutta, precisa,nessuna emozione.


OT:Scusate ancora la mia lentezza nel partecipare ma è proprio un periodo di lavoro tremendo... :cry:
Però, nonostante tutto...ragazzi, GRAZIE DI CUORE per questo pbf!!
So che non è prettamente Spione, perchè manca tutta l'esperienza del tavolo, il ritmo della mela e tanto altro, ma per me è un'esperienza bella e importante. Magari un giorno posterò le mie disavventure... :P
Ok,ok, continuiamo!!!! :D

Claudia Cangini:
Francesca, volevo solo dire che mi spiace sia un periodo complicato per te.
Grazie che riesci comunque a trovare tempo ed energie per il PbF. Anche a me sta piacendo molto come viene.

Spione giocato via forum è molto diverso che dal vivo, ma è un mezzo che ha i suoi meriti. Ci perdiamo un sacco di comunicazione fra noi, ma postiamo delle cose più rifinite e ponderate. Insomma ci sono anche dei pro oltre ai contro.

Sono molto curiosa di vedere come si sviluppa tutta la faccenda, ho anche la sensazione che i nostri contributi, con la pratica, si stiano come "sintonizzando" tra loro. Magari è solo un'impressione mia, vedremo come procede tutto quanto :)

Moreno Roncucci:
Concordo con Claudia sulla validità di Spione via forum: è molto diverso che non al tavolo (al tavolo, tanto per fare un esempio, quando giochiamo noi una "mossa" di solito dura una singola frase, c'è botta-e-risposta fra giocatori come fra i personaggi), ma non è "peggiore": è proprio diverso, a giocarci così sto scoprendo aspetti del gioco che al tavolo non sono evidenti. Direi che questo play-by-forum sta mostrando perché Spione potrebbe essere un gioco perfetto per il play-by-forum!

Detto questo, torniamo alla storia di Thomas (o meglio ormai, dei suoi comprimari...)

Kurt Schneider terminò di fumare la sigaretta, osservando con aria disinteressata il ragazzo, le tombe, e i passanti. Non ci mise molto a identificare chi stava pedinando il ragazzo, come si aspettava, l'HVA non aveva affidato un incarico tanto di routine ad uno degli agenti migliori. Ed era abbastanza giovane da non riconoscerlo, se l'avesse visto. Ormai in pochi erano a conoscenza del suo ruolo come talpa nel BND. In ogni caso, era stato prudente. La sua amicizia con il povero Thomas era nota, e questo era l'unico punto in tutta Berlino in cui avrebbe potuto giustificare un incontro "casuale" con il figlio.

Kurt sentiva che lo doveva, al povero Thomas. Se non l'avesse convinto ad entrare nel giro dello spionaggio, ora il suo amico sarebbe stato ancora vivo. E anche se aveva "bruciato" il suo handler con la sua ultima lettera, non aveva fatto parola di Kurt con le autorità.  Doveva trovare la maniera di avvertire il figlio del pericolo, senza compromettere la propria carriera (se non la propria vita)

Claudia Cangini:
N.di Claudia: Ho il ricordo di avere letto qualcosa che mi ha fatto pensare che le due sorelle non hanno i più genitori. Mi sono vista un film alla radio? In ogni caso, se qualcosa di quanto ho scritto non va bene per Gretchen, Francesca me lo dirà.

“Com’è?”, chiese Ellen mentre Gretchen masticava il primo boccone dello stinco di maiale cucinato dalla sorella.
“Buono.”, mentì lei senza convinzione.

Quando la loro mamma era ancora viva, il pranzo settimanale in famiglia era un rito che non ammetteva eccezioni. Anche se Ellen abitava già per conto suo, non mancava mai all’appuntamento. Non erano pranzi particolarmente divertenti; spesso Ellen e sua madre discutevano: Anna Schaefer disapprovava i rischi che la sua primogenita correva con tanta disinvoltura e non ne condivideva le idee politiche. Ma Ellen sembrava fare apposta a portare sempre il discorso su politica e attualità e ogni volta si finiva a litigare.

Gretchen non si esponeva mai troppo in quelle discussioni: lei sapeva che in realtà Ellen occupava il primo posto nel cuore di sua madra. Ellen così brillante, bella, intelligente, coraggiosa... al confronto l’altra sua figlia era una figura quasi scialba. Sua madre poteva lodare la sua cautela e portarla ad esempio di persona saggia e prudente per sua sorella, ma Gretchen sapeva che in realtà Anna ammirava il coraggio di Ellen.

Ora che Anna Schaefer non c’era più, Ellen aveva inaspettatamente preso su di se l’incarico di mantenere viva la tradizione dei pasti in famiglia. Una o due volte al mese, invitava la sorella a casa sua e cucinava per lei. Purtroppo, a differenza di sua madre, era un cuoca pessima.
Malgrado ciò, Gretchen non aveva mai rifiutato uno di quegli inviti, riconoscendo la tradizione a cui facevano riferimento. Forse era perché non aveva altri parenti al di fuori della sorella e le loro strade erano già così lontane... perdere quel rito avrebbe significato cancellare quel poco che le teneva unite e faceva di loro, in qualche modo, una specie di famiglia.


Casomai non fosse chiaro, quanto sopra un punto di vista di Gretche e si colloca temporalmente durante la cena con la sorella anticipata da Francesca nelle precedenti Manovre.

Abbiate pazienza ma io ero molto curiosa di esplorare il rapporto fra le sorelle :)

Marco Costantini:
"Hai portato un fiore sulla tomba del tuo vecchio?" disse Kurt con la sua voce roca, rovinata dal troppo fumare.
Christian si voltò e vide Schneider fissarlo con intensità proprio alle sue spalle -per un attimo si chiese come avesse potuto avvicinarsi così silenziosamente.
Christian sostenne lo sguardo.
"Non meritava tanto" disse arricciando il naso come disgustato.
"Sarò breve ragazzo. Come avrai intuito c'è molto di tuo padre che non sai. Quello che ha fatto non è il gesto di un pazzo, ma di un uomo in pericolo".
Christian si alzò quasi di scatto e andò a porsi davanti a Schneider, sovrastandolo. "Sono d'accordo, non è stato il gesto di un pazzo. Ma quello di un maledetto bastardo!".
Schneider non si scompose.
"Il tizio che puoi vedere oltre la mia spalla ti sta pedinando, ragazzo. E faresti meglio a non fissarlo". Schneider gli afferrò una mano, simulando una stretta più o men amichevole. "Quando avrai smaltito il dolore chiama al numero che ti ho appena passato e lascia un messaggio per April".
Fece un passo indietro, stringendo con più forza la mano di Christian.
"E, per amor di Dio, non fare cazzate" aggiunse, prima di voltargli le spalle.

Se non c'è altro quasi quasi si potrebbe chiudere la scena qui, che dite?

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