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[SLOW DOWN] Relazioni reali e "in gioco".

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Moreno Roncucci:
Mmmm...  non credo che il paragone col tango sia utile. Il tango è l'attività. Il suo equivalente sarebbe il gioco di ruolo dal vivo, intero, e la richiesta di smettere di giocare.

Quello che vedo qui invece è una variante della My Guy Syndrome. "ti ho pugnalato alle spalle ma non sono stato io, è stato il mio personaggio". Come se se scelte che facciamo in gioco non le facciamo sempre noi...

L'appeal del gdr dal vivo (o del gdr in generale) più essere anche quello di essere qualcun altro. Di mettersi una maschera, e fare quello che si vorrebbe fare ma non si fa nella "vita reale" (non dico che voglia proprio sedurre quella specifica giocatrice, anche lei può semplicemente rappresentare fantasie). E il gioco è meravigliosamente deresponsabilizzante (come dici "ti amo" con leggerezza in gioco, e come invece è pesantissimo dirlo nella vita reale...).  Ma questa deresponsabilizzazione non dovrebbe farci dimenticare che abbiamo a che fare con persone reali.

A ci dice che Z "dovrebbe capire"...  immaginate che il role-playing avvenga in una situazione diversa. M e X colleghi di lavoro, che, per scherzare, prendono atteggiamenti di quel tipo. E Z dovrebbe capire che "è tutto uno scherzo"...

Dubito che ci siano tante persone che giustificherebbero M in quel caso. Come mai invece lo giustificano in un LARP? Uno scherzo no, un gioco sì.

Credo ci siano molte illusioni, qui, sulla separazione fra "vita reale" e "gioco". Come se il gioco non facesse parte della vita reale...

Mattia, hai detto che M e Z hanno anche il gioco fra gli interessi in comune. Compresi i Larp? Giocano tutti e due in quel Larp? O solo M?

Bramante:
Personalmente credo che l'amore non sia ne una mano aperta come traspare da quello che dice Suna, ne una mano chiusa. Una mano socchiusa che protegga e faccia sentire amati lasciando comunque libertà. in entrambi i casi ci deve essere un limite.
Per quel che riguarda il caso specifico e io non so che dire poiché ho partecipato pochissimo ad attività live, in compenso ho giocato per anni ai gdr-online e la situazione può essere meno diversa di quel che si crede. A e B si conoscono online giocando, amoreggiano online tra pg. si scambiano msn e decidono di incontrarsi. se A e B sono single che facciano quello che vogliono, ma se c'è un C?
Personalmente ho visto due matrimoni spezzarsi poichè due ipotetici A e B se la intendevano ai Live. (che ci fossero dei problemi in questi due matrimoni pare fosse assodato, forse il loro avvicinarsi fu la goccia, ma tant'è).

Paolo "Ermy" Davolio:
Sono stato indeciso fino all'ultimo se scrivere o no... Il problema è che non so se sono preparato ad argomentare una mia eventuale risposta in questa discussione, poiché difficile dare un parere su una cosa del genere via forum.

Qui, per davvero, l' "actual play" non basta. Dovrei vederli di persona tutti e tre, vedere come si comportano l'uno con l'altro, cercare di leggere i loro sguardi reciproci, di intercettare i significati della comunicazione non verbale, e in generale stare a guardare tutte quelle piccole cose di "comunicazione viva" che è fondamentalmente impossibile trasmettere (o ipotizzare) via forum, e che ti fanno capire se due persone hanno un'attrazione o un coinvolgimento anche se non se ne rendono conto.

Così, senza vederli interagire, posso solo dire cosa "mi sembra", e "mi sembra" che abbia ragione Moreno. Perché staranno anche "facendo finta" di avere una storia d'amore, ma il "facendo" resta...

Soprattutto, il paragone con il tango non regge, per una grande differenza: se ho capito bene, non è possibile scegliere di ballare tango e rinunciare ad esprimere impliciti significati sessuali. Non si può scegliere di fare senza.
Mentre invece, si può benissimo scegliere di giocare larp senza inserire relazioni romantiche fittizie.

Quello che c'è di mezzo, è la scelta: il giocatore di larp ha scelto di "aggiungere" all'esperienza di gioco la relazione romantica "giocata". Il ballerino di tango no (è l'attività stessa a essere fatta così).

E se anche può essere legittimo, di per se, scegliere di aggiungere l'amore al larp (ognuno è libero di fare quello che vuole), questa scelta dice molto su chi la compie, se chi la compie è già fidanzato, dato che puoi scegliere di evitarlo... Perché non penso sia credibile che ad M non sia nemmeno passato per la testa per un secondo che poi a Z questa cosa non sarebbe andata giù... E allora, perché l'ha fatto lo stesso? Senza nemmeno parlarne prima con Z?

Qui, non è che M deve scegliere tra il larp e Z. Deve scegliere tra giocare una relazione con X, e Z. Può benissimo giocare al larp senza la relazione fittizia con X, e risparmiare a se e a Z un sacco di grattacapi.


E allora, perché M lo fa lo stesso?


Possibili risposte potrebbero essere:


- perché di Z, in soldoni, non ha abbastanza rispetto,
- perché ha seri problemi di empatia e quindi non c'aveva pensato (la più improbabile, onestamente),
- perché non ha seri problemi di empatia ma ha preferito fare la scelta comoda, cioè fare finta di niente,
- perché non se ne rende davvero conto (o non se ne vuole rendere conto) ma è attratto da X


Ci sarebbe anche una quinta possibilità, cioè "perché M è in malafede", ma Korin l'ha già esclusa in partenza. Ciononostante, ci tenevo a specificarla.


Ma ripeto, sto parlando di impressioni, di ciò che "mi sembra", non di quello di cui sono sicuro. Senza vedere certe cose di persone non posso essere sicuro di niente.

Mauro:
Un'aggiunta al mio messaggio, che rientra (ma meglio specificarlo) nel "Conoscendo poco la situazione": senza sapere fino a dove la relazione tra i personaggi fino a dove si è spinta, per i giocatori, dire qualcosa di rilevante è, se possibile, parecchio difficile. Se è un "Ti amo" è una cosa,  tenersi per mano un'altra, abbracciarsi ancora un'altra, e avanti cosí.


--- Citazione da: Moreno Roncucci - 2011-08-09 13:22:27 ---A ci dice che Z "dovrebbe capire"...  immaginate che il role-playing avvenga in una situazione diversa. M e X colleghi di lavoro, che, per scherzare, prendono atteggiamenti di quel tipo. E Z dovrebbe capire che "è tutto uno scherzo"
--- Termina citazione ---
Premesso (vedi sopra) che tutto gira intorno alla vaghezza di "atteggiamenti di quel tipo"; e premesse le differenze col gioco di ruolo (nel gioco di ruolo la parte di relazione sentimentale inter-personaggi può essere rilevante, anche il fulcro del gioco; in ambito lavorativo no); se è davvero uno scherzo perché no? Se ci si fida dell'altro e si è certi che non tradisce, non c'è problema; se si ha paura che tradisca, forse il problema è a monte.


--- Citazione da: Paolo Davolio - 2011-08-09 16:45:25 ---non è che M deve scegliere tra il larp e Z. Deve scegliere tra giocare una relazione con X, e Z. Può benissimo giocare al larp senza la relazione fittizia con X, e risparmiare a se e a Z un sacco di grattacapi
--- Termina citazione ---
Non credo che la situazione sia cosí semplice: è M a mancare di rispetto verso Z, se continua con quel tipo di gioco; o è Z a mancare di rispetto/fiducia verso M, se non riesce ad accettare un gioco per quello che è? Teniamo presente che, nei GdR, i rapporti sentimentali tra personaggi possono essere rilevanti, per l'esperienza ludica (la mia prima partita a Grey Ranks senza quel rapporto? Non vale la pena di pensarci), quindi rinunciare alla relazione può significare rinunciare a una parte rilevante del gioco.
E il non averci pensato non indica necessariamente problemi di empatia: se qualcuno va a un live, do per scontato che potrebbe mettere in scena relazioni sentimentali, perché è connaturato al media; quindi magari non ci si pensa semplicemente perché lo si vede talmente ovvio che non viene in mente che potrebbe dare fastidio.

Nota finale: mi è venuto immediato il paragone col teatro, dove, se i personaggi si baciano, gli attori si baciano; in quel caso andrebbe bene? Ossia, è perché è un gioco, quindi qualcosa di secondario; o anche con attività come il teatro avrebbe problemi?
Di nuovo, la situazione è troppo vaga.

Hoghemaru:
nel teatro e nel cinema c'è un copione e un regista che ti dicono "è così e basta"

nel gioco non c'è nessuno che ti obbliga a mettere in scena relazioni con altri giocatori, ma è frutto di scelte consapevoli: mettiamo in scena relazioni perché vogliamo quelle relazioni.


tra l'altro, psicologicamente parlando, dire "è solo un gioco" è un meccanismo di de-responsabilizzazione bello e buono, un po' come i soldati che dicono "obbedivo solo a degli ordini" e si mettono in pace la coscienza.

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