Gente Che Gioca > Gioco Concreto
Il caso concreto del mio gruppo di gioco.
Manfredi Arca:
Bhe io con A esco la sera, andiamo al cinema e in birreria. Giochiamo a poker e ai gdr.
Non faccio proprio tutto perchè lui e gli altri 3 vanno in discoteca e a me non piace.
Ma ora che ci penso non riesco a trovare altre sue passioni.....
Matteo Suppo:
--- Citazione ---Guarda, siamo d'accordo sul fatto che non brillano ma conosco un centinaio di persone che a 16 anni non sapevano articolare (mancanza di fantasia, inventiva, timidezza, debolezze) e col gdr (tavolo e larp) hanno risolto il problema.
--- Termina citazione ---
Ah, sarà anche socievolissimo, ma non è quello di cui stavo parlando. E' quello che non riesce a non vedere il gioco in termini di fiction, no? Quello che conta i metri, pensa solo alle azioni e non agli obiettivi, quello che descrive a monosillabi, quello che pensa solo alla d&d.
Per forza, ha visto soltanto la narrativa alla d&d. Non gli passerà mai per la testa di "fare come nei film" perché non li conosce/non gli piacciono.
Non è una questione di timidezza, è proprio questione di non avere idea di cosa si può fare con il mezzo narrativo.
Poi questa è solo una mia personale opinione, non so nemmeno se Moreno pensava una cosa simile quando ti ha fatto la domanda.
Manfredi Arca:
Ti sei perso un paio di pezzi. Provo a schematizzare A, tieni conto solo di quanto sotto, grazie.
Fuori dal conflitto
E' molto descrittivo quando riguarda cosa fa il suo personaggio.
Ci spiega quello che sta pensando il pg, perchè è arrabbiato etc etc etc.
Parla e reagisce come fosse un'altra persona, non come se il pg fosse il suo avatar.
Nel conflitto/quando se ne annusa l'aria
Gli obiettivi sono concetti a lui inafferrabili.
Preferisce muovere il pg in maniera azioneA-azioneB-azioneC
attende che il Gm dica "puoi farlo" (quando io non rispondo)
Dichiara un intento forfettario, limitato.
Non è più il suo pg, ma è A che cerca di trovare la mossa migliore (quando non c'è.)
Davide Losito - ( Khana ):
Credo allora sia soltanto un problema di mancanza di esperienza con i Conflitti a obiettivi dichiarati.
"trovare la mossa migliore" è un comportamento che di norma io cerco di gestire specificando per bene che il conflitto è sempre frutto di quello che è stato narrato prima e che è sfociato nel conflitto.
Quindi se il gioco prodotto precedentemente porta due personaggi a prendersi a pugni in bilico su una corda, nel conflitto le scelte sono libere, ma comunque "inscatolate" nel framing prodotto, quindi (sono esempi... non facciamo per piacere la gara alla fantasia...) o uno vorrà "rimanere in bilico", oppure vorrà "prendere a pugni" (sì, ok, spaventare, far cadere, ecc...).
Cose che siano compatibili con "vi state prendendo a pugni, in bilico su una corda".
Il distacco dal "mamma, posso?" è la cosa più difficile per chi è abituato ad anni di tradizionali.
Viene naturale, anche ai giocatori che sanno/vogliono/partecipano attivamente alle partite di giochi basati su Conflict.
Iacopo Frigerio:
Beh... per come lo conosco io il gioco, mi allego al discorso di Rafu dicendo che Contenders potrebbe essere una buona soluzione.
Perché alterna momenti descrittivi e momenti tattici anche solo nello stesso combattimento (sul ring)
e d'altronde l'obiettivo delle altre scene è sancito fin da prima che la scena sia interpretata.
Mentre gli scontri sono a intenti forfettari e limitati (d'altronde non è che in un incontro di boxe tu debba inventarti quali intenti) e fa poca differenza che sia A o il pg a cercare la mossa migliore (c'è una leggera differenza, soprattutto nella scelta di tattiche sporche, ma è limitata).
D'altronde, vorrei semplicemente venire a fartelo provare e poi lasciare a te la scelta di decidere se è il gioco giusto...
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