Aloa!
[cite] Moreno Roncucci:[/cite]
Dividere "storia" da "esperienza"? E' una cosa che fai a teatro. O al cinema. O a Parpuzio. In una situazione dove c'è una differenza fra "la storia raccontata" e "le mie emozoni mentre qualcuno mi racconta la storia".
Somiglia a qualcosa che vedi in TV o al Cinema? Per tanti versi somiglia di più ad una partita a calcio (in cui la tattica è informata dal punteggio, e sapere il punteggio può fare la differenza fra il percepire una solenne idiozia o una mossa astuta) che ad un testo teatrale.
Dividere la storia dall'esperienza è una cosa che fai in via teorica, è come dividere la musica dalla jam session privata.
Solo che con la musica è più semplice visto che prima era silenzio e poi la musica; ma se vai a chiedere ai musicisti che hanno suonato ti parleranno delle loro emozioni e delle reazioni che hanno avuto agli altri partecipanti: ti parleranno della loro esperienza.
[cite] Moreno Roncucci:[/cite]
Quando dico che SI TRATTA DI MEDIA DIVERSI, non mi riferisco alle "sensazioni". Le "sensazioni" le hai anche quando leggi un libro. IO PARLO DI UN LINGUAGGIO COMPLETAMENTE AUTONOMO COMPOSTO DI SCELTE, NUMERI, ALGORITMI, GESTI, PAROLE, POSIZIONE SPAZIALE AL TAVOLO, RISULTATI DI TIRI DI DADI che "generano una storia" in maniera COMPLETAMENTE DIVERSA RISPETTO AD UN LIBRO!!
Ma questo lo sto dicendo pure io.
Preferivo la metafora della musica a quella del libro, ci ho cavato più considerazioni, nel prossimo intervento, prova con quella che è più divertente.
Solo che quando dici un linguaggio autonomo che genera la storia, dici che la storia è un prodotto di quel mezzo espressivo (avevo scritto media, ma è scorretto).
Che era la mia tesi iniziale, poi è partita la tua cappero di filippica.
[cite] Moreno Roncucci:[/cite]Dimmi Fenna, tu credi che esista una "storia assoluta, immutabile", assoluramente indipendete da come la racconti? Se prendi "guerra e pace" e la racconti "La storia" usando un fumetto di 32 pagine (riassumi, "tanto la storia è la stessa", è la stessa cosa?
Se al cinema ti piazzano sullo schermo una copia di Guerra e Pace (chiusa e filmata), e' come leggerlo?
Secondo te, come cronaca di un gdr, Guerra e pace, è buona, o fa cagare? OGGETTIVAMENTE CAGARE? (immagina un GM che ti legge guerra e pace mentre i giocatori ascoltano)
E questo dove vuole arrivare, a dimostrare che media differenti hanno approcci mediatici differenti?
Si. La trasposizione del libro in un film non potrà mai essere il libro, per ovvi motivi, ma chi si è azzardato a dire questo?
Dico che i meccanismi dietro queste cose si conoscono e spesso sono più simili di quanto uno possa immaginare.
[cite] Moreno Roncucci:[/cite]E' dall'inizio che, probabilmente per pregiudizi culturali innati, insisti a considerare la mia affermazione che in un gdr narrativista ottieni risultati migliori di guerra e pace come un accontentarsi, come un "ogni scarrafone è bello a mamma sua".
E non capisci. Perchè sei abituato a considerare Guerra e Pace un capolavoro, in ogni ambito,. senza tener conto del media (e questo è strano, visto che la semiotica tratta proprio di questo)
Il motivo per un una qualunque partita decente di un gdr narrativista è meglio di Guerra e Pace, per quel gruppo, è perchè come GDR, Guerra e Pace fa cagare. Fa schifo. E' peggio che niente. E anche a "tradurlo" in gioco tramite parpuzio fa schifo lo stesso.
A media diversi, servono storie diverse, narrate in maniera diversa.
No.
A media differenti non corrispondono storie.
E' dall'inizio che per pregiudizio culturali tendi ad ignorare quello che scrivo caricandoli di tue opinioni sulla valenza di quello che dico. Opinioni errate.
Guerra e pace è un capolavoro della letteratura contemporanea. Lascialo li, non è un pregiudizio culturale, non lo considero di più o di meno, lo considero un capolavoro della mente umana, di tutti i tempi.
Sotto quale principio è stato giudicato un capolavoro? Perché lettori, critici letterari, studiosi di letteratura, hanno letto il libro e vi hanno trovato la grandezza, la grandezza dell'uomo che l'ha scritto, la grandezza e la genialità della trama, della resa dei personaggi, dell'uso della parola: RISPETTO AD ALTRI LIBRI.
Continuando con la
metafora letteraria (Scrivo metafora onde evitare fraintendimenti). Se tu scrivi un libro a quattro mani assieme ai tuoi amici e lo scrivete voi e lo leggete voi, vi piacerà.
Ma senza che qualcuno giudichi non ci sono ordini di grandezza, non ce ne sono, l'hai detto tu che il gdr è un media sleale.
Dire ogni scarrafone è bello a mamma soja è uguale.
[cite] Moreno Roncucci:[/cite]Ma visto che per te il gdr non sembra essere un media a se' stante (e sarei io quello che considera il gdr qualcosa di eccezionale? Prova a dire che il cinema non è un media diverso dalla pittura, e a dire che chi lo considera si fa dei viaggi sulla specificità del cinema...), è dall'inizio di questo thread che sembri rifiutare questa osservazione evidente SEMPLICEMENTE OSSERVANDO IL GIOCO REALE, e a prescrivere (a priori) che "una storia bella in un gdr" debba essere scritta come se fosse un libro, come se fosse guerra e pace...
Cazzate:
[cite] Me medesimo:[/cite]Temo che il problema sia nell'uso che ho fatto dell'uso di un'aggettivazione che ho usato volutamente generica, come "divertente" e "bella", in riferimento al gamedesigner che è una figura esterna al gioco.
Da le regole, in musica ho fatto l'esempio della serie dodecafonica e degli accordi da usare, poteva essere il tema da utilizzare.
Ma il suo controllo sulla produzione musicale finisce li.
A questo punto lui, non può stabilire quanto bello il pezzo di improvvisazione che faranno i musicisti possa uscire, proprio perché non è lui che suona!
E nemmeno è lui che ascolta.
Quindi come fa a stabilire cosa ne uscirà?
Come può farlo? Al massimo può farsi un idea, ma nulla di più.
[cite] Moreno Roncucci:[/cite]Credo che l'affemazione che "una bella storia" in un gdr debba avere la forma di "un bel libro" andrebbe dimostrata (e ti voglio vedere a farlo) piuttosto che essere presa come un dato aprioristico.
Altrimenti, è semplicemente scambiare parpuzio per il gdr.
Non ho alcuna intezione di farlo.
Sopratutto perché non ho detto quello.
Ho detto che qualsiasi persona che approcci il gdr, sia esso il game-designer, sia esso il master o i giocatori della sessione, tentando di basare le sue scelte sul concetto "fare una bella storia", sta sbagliando di grosso.
Perché, per quanto ci siano tecniche mirate per renderla non ci saranno, mai, mai, modi per controllarne la qualità o il risultato finale. Anche stabilendo dei canoni son ha controllo e sul gusto e sulla possibilità di riuscita.
Le altre sono seghe mentali che vi siete fatti voi.
Alcuni rifiutando che la storia è un prodotto della sessione di gioco. Come avessi detto eresie.
Altri concentrandosi "sull'affare AP" , che era un mezzo, mi pare di averlo ammesso, abbastanza sgangherato per arrivare al concetto successivo.
Poi va bene usare termini tecnici o tutto quello che volete, ma una storia è un aggregato, di parole, suoni immagini ecc ecc di tipo narrativo.
Il processo per crearlo sto testo, per quanto collegato al testo stesso, non è il testo narrativo; confonderli è un errore ed è sbagliato; al pari di non considerare l'uno parte indissolubile dell'altro nel caso di un'esperienza così diretta come il GDR.
Ci siamo?
[edit]
[cite] Moreno Roncucci:[/cite]Dimmi... esiste, in un altro media... UNA REGISTRAZIONE DELL'ATTO CREATIVO IN PRIMA PERSONA?
Un disco che, quando lo metti su... ti fa prendere uno strumento e creare musica NUOVA?
Un libro che, quando lo apri... e' bianco, e non riesci a resistere e lo riempi SCRIVENDOCI TU?
TUTTE le altre cose che hai citato (libri,film , dischi, etc.) presuppongo che ci sia qualcuno che, lavorando, prepara qualcosa PER ALTRI. E potrebbero RIPETERLO, pari pari. Il disco è una comodità per non dover risuonare le stesse notte. E' un messaggio.
Ma con il gdr, IL GRUPPO CREA PER SE' STESSO. E PER UNA FRUIZIONE IMMEDIATA.
non mi ricordo se ti ho risposto a questa parte.
Esiste un media che fa la stessa cosa: l'arte.
L'arte di Jameson Pollock non sono i suoi quadri, ma il gesto e la fruizione dello stesso in un contesto rituale, infatti lui era un action painter, forse l'unico vero action painter. Pollock metteva a terra la tela, poggiata su dei cumuli di sabbia, così da riprodurre alcuni rituali indiani, poi l'atto di creazione e fruizione dell'opera era li, in quel momento, nel momento in cui le gocce di pittura cadevano sulla tela. La tela finale era solo il prodotot di quel processo, ma il processo era l'arte e l'opera.
Da questa concettualizzazione si è poi passati con varie esperienze alla perfomance artistiche, che hanno raggiunto il culmine con le perfomance dei fFuxus.
Poi ci sono le installazioni, come le camere di Lucio Fontana, che diventano opera vera solo quando ci entri, non è possibile fruire dell'opera senza entrarci, l'opera senza te che entri non ha senso, nemmeno esiste.
Quindi la risposta a queste domande è si.
Solo che bisogna averne conoscenza.
RiAloa